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Concessioni autostradali, la Corte dei conti le stronca

Proroghe senza gara, inefficienze, pure profitti in aumento mentre c’è il calo degli investimenti: disastro totale

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Parliamo dei contratti, le convenzioni, che legano Stato (proprietario della rete autostradale) e privati gestori. I quali incassano i pedaggi in cambio di manutenzione. Sentiamo la Corte dei conti sulle concessioni autostradali: bisogna individuare il punto di equilibrio tra remunerazione del capitale e tutela degli interessi pubblici e dei consumatori. In un contesto di attuazione dei princìpi della concorrenza e dell’efficienza.

Le concessioni autostradali: cosa dice la Corte dei conti

Vediamo la relazione su “Le concessioni autostradali” della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato. È della Corte dei conti (deliberazione numero 18/2019/G). C’è l’esigenza di procedere alla rapida introduzione di un sistema tariffario tale da consentire un rendimento sul capitale investito. Compatibile con quello di mercato per investimenti di rischio. Occorre procedere all’accelerazione delle procedure per la messa a gara delle convenzioni scadute.

Concessioni autostradali: e i controlli?

Per la Corte cosa serve per migliori concessioni autostradali?

  • Più controlli.
  • Una continua verifica sugli investimenti.
  • Eliminare le inefficienze.
  • No agli investimenti in diminuzione o sottodimensionati con possibili extraprofitti.

Autostrade: la situazione

La lunghezza della rete autostradale è di circa 7.400 km, di cui oltre 6.800 in esercizio. Su di esso transita il 90 per cento del trasporto merci via terra e il 25 per cento della mobilità nazionale. La maggior parte della sua estensione, poco meno di 6.000 km, è affidata a società concessionarie. Il resto ad Anas. La rete a pedaggio è gestita da 22 società con 25 rapporti concessori. Sono state costituite società partecipate pariteticamente da Anas e Regioni, per circa 480 km. E ulteriori società concedenti che operano per la costruzione di autostrade regionali, per 220 km.

Quattro guai per lo Stato

La pluralità di modelli concessori ha reso problematica la valutazione delle performance. Sono state segnalate dalle autorità indipendenti numerose carenze gestori. Dove?

  • Sul capitale, non remunerato con criteri trasparenti e di mercato;
  • sull’accertamento periodico dell’allineamento delle tariffe ai costi;
  • sui controlli degli investimenti attraverso la verifica delle capacità realizzative e manutentive.

Quanti litigi sulle concessioni

Il ministero dei Trasporti segnala la rilevante litigiosità con le concessionarie. Su cosa? L’adeguamento delle tariffe, le approvazioni dei progetti, i provvedimenti sanzionatori, l’attuazione dei lavori, le subconcessioni. Il principio della leale collaborazione dovrebbe essere a fondamento dei rapporti tra Stato e concessionarie.

Concessioni: possibili soluzioni

  • Disporre l’affidamento attraverso selezioni a evidenza pubblica, limitando la durata delle concessioni e il loro ambito oggettivo.
  • Fissare una durata non ingiustificatamente lunga. Strettamente necessaria a recuperare gli investimenti.
  • Evitare la proroga delle concessioni attraverso il tempestivo avvio del procedimento di evidenza pubblica per l’affidamento delle nuove.
  • Introdurre una regolazione delle tariffe coerente con la logica del price cap.

Convenzioni: si sa pochissimo

Cosa non si sa delle convenzioni?

  • La remunerazione del capitale investito per la costruzione di nuove opere o per il loro adeguamento, fondamentale per la determinazione dei parametri delle formule per la revisione delle tariffe.
  • Il piano-economico finanziario.
  • La descrizione delle opere da realizzare.
  • Il recupero degli introiti per gli investimenti.

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