Al momento Tesla non sta attraversando un periodo particolarmente brillante, motivo per cui è necessario muoversi per cambiare rotta. Dopo la notizia, emersa alcune settimane fa, del rifiuto da parte dell’ufficio brevetti di registrare i nomi Robotaxi e Cybercab per il nuovo modello a guida autonoma, l’azienda ha deciso di muoversi diversamente, portando su strada il servizio prima del previsto.
Tesla lancia il servizio Robotaxi, ma senza il Cybercab

Elon Musk ha infatti annunciato che a partire da giugno il Robotaxi di Tesla debutterà ad Austin, in Texas, dove sarà disponibile come taxi a guida autonoma. L’obiettivo è quello di avviare una fase di test, garantendo sempre elevati standard di sicurezza, per poi espandere gradualmente la flotta su scala nazionale una volta risolte eventuali criticità.
Inizialmente saranno operative tra le dieci e le venti unità, ma non saranno utilizzati i Cybercab: al suo posto verranno impiegate delle Model Y modificate appositamente. Lo scopo è perfezionare la tecnologia di guida autonoma che sarà integrata sul Cybercab, il cui arrivo è previsto nel 2026 (salvo ritardi).

Musk ha anche affermato che, entro pochi mesi, il numero dei Robotaxi potrebbe salire fino a 1.000 unità. Tuttavia, non è una novità che l’imprenditore abbia l’abitudine di fissare obiettivi ambiziosi che spesso non si concretizzano nei tempi annunciati. Le prime Model Y impiegate nel servizio si limiteranno a circolare in alcune aree specifiche di Austin, selezionate in base alla loro maggiore sicurezza per minimizzare il rischio di incidenti.
Prima di questo lancio, Tesla ha effettuato circa 1.500 viaggi di prova nella zona di San Francisco, per un totale di oltre 20.000 km percorsi in modalità autonoma. In quei test, però, era sempre presente un conducente a bordo pronto a intervenire in caso di necessità. Le unità operative ad Austin, invece, saranno completamente senza conducente, motivo per cui l’azienda intende procedere con un’introduzione graduale del servizio.