I veicoli elettrici hanno ufficialmente un nuovo problema, uno che suona persino comico: ci sono troppe batterie. Secondo l’ultimo rapporto della società di consulenza AlixPartners, la capacità produttiva di batterie ha superato la domanda in tutti i principali mercati, trasformando un sogno di crescita illimitata in un incubo di eccesso di offerta. Non una situazione inaspettata, sia chiaro.
I numeri raccontano quella che è stata una sovra-pianificazione: in Nord America, la capacità produttiva è 1,9 volte superiore alla domanda; in Europa, il rapporto sale a 2,2. Ma la vera follia produttiva si riscontra in Cina, dove la capacità è un incredibile 5,6 volte superiore alla domanda. Una situazione che, però, almeno in teoria, è diretta causa dell’abbassamento possibile, imminente, delle stesse batterie.

Come spiega Rohit Gujarathi di AlixPartners, a livello globale la capacità è “ancora ben al di sopra della domanda”, rendendo questo un momento terribile per essere un fornitore di batterie. Certo, ma non per sempre. La crisi non è nata per caso, ma è stata alimentata da una combinazione di fattori: incentivi aggressivi in Cina e negli Stati Uniti, e normative molto forti dell’Unione Europea. Ma il vero nodo è che i consumatori semplicemente non hanno reagito all’aumento delle opzioni tra le elettriche come previsto dalle case automobilistiche, esperti e regolatori. Il colpevole è sempre lui, il costo (mediamente più alto per tutta la categoria).
Nonostante l’eccesso di offerta globale stia spingendo i prezzi al ribasso, i costi di produzione e dei materiali delle batterie rimangono strutturalmente elevati, mettendo sotto forte pressione finanziaria i produttori.
Il mercato delle elettriche si sta contraendo, la previsione di AlixPartners sulla penetrazione elettrica in Nord America per il 2030 è stata dimezzata, passando dal 36% al 18%, e questo non farà che peggiorare il rapporto capacità/domanda, che si prevede salirà al 2,4 entro il 2028.

La soluzione per affrontare il problema dei costi passa dalle batterie al litio-ferro-fosfato (LFP), più economiche. Ma la domanda complessiva per i veicoli elettrici a basso costo è ancora tutta da dimostrare. La situazione attuale è una “fase di stallo”, con le aziende costrette a frenare futuri investimenti in attesa di avvertire (ben più di) un minimo di stabilità.
