Erdogan, il piano per attirare Elon Musk e Tesla

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la notizia è stata battuta dai media locali e subito rilanciata all’estero
Stabilimento Tesla

La strategia tesa a dare luogo ad una catena di produzione sempre più performante da parte di Tesla, sembra destinata ad arricchirsi di un nuovo capitolo. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha infatti invitato Elon Musk a costruire la sua prossima fabbrica di auto elettriche in Turchia.

La notizia è stata riferita dai principali media statali del Paese e ha naturalmente catturato l’attenzione del mondo automotive. Riuscire a dare vita ad una catena di produzione e approvvigionamento adeguata è infatti considerato una sorta di presupposto obbligatorio per fronteggiare nel modo migliore una concorrenza sempre più agguerrita, in particolare da parte delle case cinesi.

Il motivo di tale attenzione è abbastanza conosciuto: molti Paesi di ogni parte del globo stanno cercando di attirare le grandi imprese, al fine di creare posti di lavoro in loco. Posti che, naturalmente, i politici sono pronti a far pesare nel corso delle campagne elettorali. Tra quelle più ambite ci sono naturalmente le aziende automobilistiche, a partire proprio da Tesla, che nel corso degli ultimi mesi si è vista rivolgere più di una richiesta in tal senso.

Per quanto concerne la Turchia, stando alle indiscrezioni che sono state pubblicate al riguardo, Erdogan nella giornata di domenica ha incontrato il CEO di SpaceX a New York. Lo ha fatto nel corso di una visita negli Stati Uniti per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite e l’incontro sarebbe avvenuto presso la Turkish House di Manhattan.

Stabilimento Tesla

Erdogan apre le porte della Turchia a Tesla

“Ricordando che con l’auto elettrica turca Togg in circolazione sulle strade di Türkiye, Tesla è entrata nel mercato turco, Erdogan ha invitato Tesla a costruire la sua settima fabbrica in Türkiye”: è stata l’agenzia di stampa statale turca Anadolu a soffermarsi in particolare sulle notizie provenienti dagli Stati Uniti.

Erdogan, peraltro, non avrebbe limitato la sua richiesta alla casa automobilistica californiana, ma l’avrebbe allargata a SpaceX, l’azienda aerospaziale di Musk di cui si è molto parlato anche di recente, per la disattivazione dei propri satelliti tesa ad impedire un’azione contro la flotta russa che avrebbe potuto portare ad una allargamento del conflitto in Ucraina. In particolare avrebbe offerto opportunità di collaborazione tra SpaceX e il programma spaziale turco. In questo quadro ha anche invitato l’uomo più ricco del mondo al Teknofest, il più grande festival turco di aviazione, aerospaziale e tecnologia che si svolge tra la fine di settembre e la fine di ottobre di quest’anno.

La risposta di Musk è stata molto diplomatica. Il miliardario di origini sudafricane ha infatti risposto che al momento una serie di fornitori turchi sta già lavorando con Tesla. Ha poi aggiunto che proprio la Turchia sarebbe fra i candidati più importanti per il prossimo sito produttivo della casa automobilistica. Queste affermazioni sono state riportate da Anadolu, che ha poi riferito il tutto a CNBC.

Molti guardano a Tesla

Occorre precisare che sono in molti a guardare con grande, e giustificato interesse, a Tesla. In particolare a mostrare grande attenzione è stata ultimamente l’Indonesia, che ha espressamente invitato Elon Musk a costruire sul territorio una fabbrica di batterie. Il sito in questione dovrebbe sorgere in una delle aree più industriali del paese, nel North Kalimantan. Si tratta di un’area da 30.000 ettari in grado di generare 10.000 megawatt di potenza idroelettrica e la stessa quantità di energia grazie ai pannelli solari, oltre a 29.000 megawatt ottenibili dai gas naturali. Considerata uno dei poli industriali più importanti al mondo, la sua costruzione è iniziata nel dicembre del 2022.

Un invito che, almeno stando alle indiscrezioni pubblicate al proposito da Bloomberg, il numero uno di Tesla non avrebbe alcuna intenzione di farsi sfuggire. Il motivo è molto semplice: l’Indonesia rappresenta uno dei maggiori produttori globali di nichel, un materiale che peraltro è già stato largamente opzionato da Musk, il quale ha provveduto a siglare un accordo di fornitura di questo materiale per 5 miliardi di dollari, proprio con il Paese asiatico.

Il piano elaborato tra le due parti, però, sarebbe molto più ambizioso. Questo impianto andrebbe infatti a saldare la sua azione con la produzione di auto che avrebbe luogo in un altro stabilimento posizionato lungo il territorio indonesiano. Un sito destinato a produrre un milione di auto elettriche all’anno. Il negoziato è in stato avanzato ed è stato confermato dal ministro degli Investimenti Bahlil Lahadalia, il quale ha anche precisato che i colloqui con l’azienda sono condotti dal Ministero di coordinamento per gli affari marittimi e gli investimenti.

Elon Musk e il Messico

Mentre procedono i colloqui con il governo indonesiano, arrivano nuove notizie relative alla gigafactory di Tesla in Messico. Se in un primo momento si era parlato di un sito produttivo in grado di calamitare 5 miliardi di investimenti da parte della casa, ora il governatore dello Stato di Nuevo Léon afferma che, in realtà, la cifra in questione sarebbe almeno tripla.

Saranno infatti 15 i miliardi stanziati da Tesla e dai suoi fornitori nel corso del prossimo biennio. Il tutto nell’ambito di un piano in cui gli amministratori pubblici dovranno mobilitarsi al fine di portare a termine la realizzazione delle infrastrutture necessarie.

La costruzione di questo stabilimento era stata caratterizzata in un primo momento da grossi problemi, relativi alla scarsità d’acqua che grava sulla zona. Problemi poi bypassati dalla garanzia da parte dell’azienda di utilizzare per scopi produttivi soltanto quella riciclata.

L’annuncio della felice soluzione della questione era stato dato da Martha Delgado, sottosegretario agli Affari Esteri del Messico, in un annuncio pubblicato su Twitter. Proprio lei aveva indicato in 5 miliardi di dollari gli investimenti previsti nell’ambito del piano, che sono ora diventati il triplo.

Tesla Model 3 Restyling

Una strategia molto ramificata

Da parte sua, Elon Musk ha dichiarato che l’azienda di auto elettriche potrebbe necessitare di altri 10-12 impianti di produzione, oltre a quelli già esistenti e posizionati tra California, Nevada, Texas, New York, Cina e Germania. Un numero derivante dalla necessità di aumentare la produzione da 1,3 milioni di veicoli prodotti nel corso del 2022 ai 20 milioni annuali previsti per il 2030.

Da sottolineare anche la recente decisione di dirottare gli investimenti inizialmente previsti in Germania, che avrebbero fatto affluire nei forzieri di Tesla oltre un miliardo di euro, verso gli Stati uniti. Decisione derivante dalla voglia di assicurarsi i ben più pingui finanziamenti statali previsti all’interno del piano noto come Inflaction Reduction Act (IRA).

Una mossa dietro l’altra, è comunque molto evidente l’intenzione di Musk di non trascurare nulla in termini di strategia, per riuscire a mantenere la leadership di Tesla a livello globale. Soprattutto in un momento in cui le case cinesi fanno paura.

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