Ecco come benzina e diesel si salveranno anche dopo la ghigliottina Ue del 2035

Accordo UE 2035 verso una revisione: i motori a combustione interna potranno restare con biocarburanti ed e-fuel a basse emissioni?
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Sembra che l’accordo del 2022 che doveva sancire la fine dei motori a benzina e diesel in Europa a partire dal 2035 sia destinato a finire nel cestino, o almeno a essere indebolito. Diversi commissari Ue hanno confermato al quotidiano Handelsblatt che il divieto verrà ammorbidito, un vero e proprio regalo di Natale in ritardo per i fan del rombo. Ma è tutto da vedere nelle prossime settimane.

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La grande novità che ci aspetta è quella per cui i nuovi veicoli con motore a combustione interna potranno continuare a essere immatricolati nell’Ue anche dopo il 2035, a patto che siano alimentati da biocarburanti o e-fuel a zero o basse emissioni. Insomma, il motore termico non muore, ma ha solo bisogno di una dieta più pulita.

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Questa inversione di rotta attesa, ovviamente, non è casuale. Arriva in un momento in cui la crescita delle vendite di auto elettriche è più lenta del previsto e diversi stati membri dell’Ue hanno fatto pressioni per mantenere in vendita anche i nuovi modelli ibridi. La Germania, in particolare, ha giocato un ruolo cruciale. Il Cancelliere Friedrich Merz ha inviato una lettera alla Commissione Europea chiedendo esplicitamente che veicoli ibridi plug-in, veicoli con autonomia estesa e motori a combustione alimentati con carburanti alternativi siano consentiti.

friedrich merz

Il Commissario europeo per i trasporti, Apostolos Tzitzikostas, ha confermato che questa lettera è stata “molto ben accolta” e, interrogato sulla possibilità di immatricolare auto con motore a combustione tradizionale dopo il 2035, ha dichiarato: “Siamo aperti a tutte le tecnologie”. Un messaggio che suona come la fine di un’era di dogmatismo.

L’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA) ha fatto sentire il suo peso, sostenendo che la domanda di veicoli elettrici da parte dei consumatori rimane bassa e che le infrastrutture di ricarica europee sono lamentevolmente insufficienti. Anche le grandi compagnie di autonoleggio, come Sixt, condividono questo sentimento, affermando che gli elettrici non sono popolari principalmente a causa della mancanza di colonnine.

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I vertici di marchi come Volvo e Polestar continuano a sostenere il mantenimento del divieto 2035. L’amministratore delegato di Polestar, Michael Lohscheller, ha ammonito: “Se l’Europa non prenderà l’iniziativa in questa trasformazione, state tranquilli: lo faranno altri Paesi per noi”. Sembra però chiaro che il motore a combustione interna, magari in versione e-fuel dipendente, non andrà in pensione.