Auto elettriche, Mario Draghi avverte l’Ue: la scadenza 2035 è già un fallimento

Nonostante l’appello di Ursula von der Leyen, manca un piano d’azione immediato. Draghi è chiaro: il “business as usual” non è più sostenibile.
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epa12381768 Professor Mario Draghi speaks at the conference One Year After the Draghi Report on Competitiveness in Brussels, Belgium, 16 September 2025. EPA/OLIVIER MATTHYS

Mario Draghi, una delle figure di spicco e più autorevoli nel panorama degli economisti europei, è tornato a Bruxelles con parole nette e senza mezzi termini, puntando il dito contro l’inerzia dell’Unione Europea (Ue) sul fronte automotive.

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A distanza di un anno dal suo rapporto sulla competitività, l’ex presidente della BCE ha ribadito che nel settore non è stato fatto nulla di realmente concreto e che, “senza un cambio di passo immediato”, la transizione verde rischia di diventare “un’occasione mancata”.

mario draghi e von der leyen
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Durante la Conferenza organizzata dalla Commissione Europea, Draghi ha ricordato che la decarbonizzazione deve essere perseguita con realismo e pragmatismo. Se da un lato sono stati alleggeriti alcuni obblighi burocratici attraverso l’Omnibus sulla sostenibilità, dall’altro il comparto automobilistico continua a muoversi su basi ormai superate.

L’obiettivo fissato al 2035 per l’azzeramento delle emissioni avrebbe dovuto stimolare investimenti massicci nelle infrastrutture di ricarica, far crescere il mercato interno, favorire lo sviluppo delle batterie e abbassare i costi delle auto elettriche. Ma nulla di tutto questo si è verificato. Secondo Draghi, l’Europa non ha saputo cogliere l’occasione: l’innovazione procede a rilento, i veicoli elettrici restano troppo costosi e la catena di approvvigionamento è frammentata. La rete di ricarica è in ritardo clamoroso. Per colmare il gap, nei prossimi cinque anni dovrebbe crescere di tre o quattro volte.

Nel frattempo, il parco auto europeo invecchia, con oltre 250 milioni di veicoli circolanti e una riduzione delle emissioni di CO2 quasi irrilevante. Draghi ha invitato Bruxelles ad adottare un approccio tecnologicamente neutrale per la revisione delle normative sulle emissioni, includendo tutte le soluzioni a impatto zero, dai carburanti sintetici alle nuove tecnologie di accumulo. Ha inoltre sottolineato l’urgenza di una strategia comune che integri regolamentazione, infrastrutture e filiera produttiva, visto che l’industria automobilistica dà lavoro a oltre 13 milioni di persone in Europa.

mario draghi
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Il richiamo dell’ex premier italiano trova eco anche nel dibattito politico. Il target del 2035 per lo stop a benzina e diesel, simbolo del Green Deal, appare oggi sempre meno realistico e rischia di trasformarsi in un boomerang. Nonostante l’appello di Ursula von der Leyen, manca ancora un piano d’azione immediato. Draghi, invece, è chiaro: il “business as usual” non è più sostenibile. Serve una risposta rapida e coordinata.