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Il caso del motore 1.5 BlueHDi: da diesel modello a problema industriale per Stellantis

Anche i diesel piangono: ecco tutte le criticità relative al motore BlueHDi 1.5

motore 1.5 BlueHDi

Nato con l’ambizione di rappresentare il “diesel moderno per una nuova era”,il motore 1.5 BlueHDi (famiglia DV5) avrebbe dovuto incarnare la sintesi ideale tra efficienza, basse emissioni e versatilità d’impiego. E in parte ci è riuscito: silenzioso, parco nei consumi e piacevole nella guida quotidiana, questo quattro cilindri si è diffuso rapidamente su un’ampia gamma di modelli PSA e, successivamente, Stellantis, dalle compatte ai SUV fino ai veicoli commerciali leggeri. Proprio questa diffusione capillare, tuttavia, ne ha amplificato i limiti, trasformando difetti tecnici circoscritti in un problema di scala industriale.

Anche i diesel piangono: ecco tutte le criticità relative al motore BlueHDi 1.5

Oggi il nome BlueHDi 1.5 è legato soprattutto a due criticità: la catena di comando degli alberi a camme e il sistema SCR con AdBlue. Nel primo caso, la scelta progettuale di adottare una catena da 7 millimetri, più sottile rispetto allo standard, ha generato fenomeni di usura prematura. L’allungamento della catena, riconoscibile da rumori anomali provenienti dalla parte alta del motore, può portare a funzionamenti irregolari e, nei casi peggiori, a gravi danni meccanici. Un singolo millimetro risparmiato in fase di produzione si è così tradotto in costi elevati per l’assistenza e in un danno reputazionale significativo.

Il secondo fronte critico riguarda l’AdBlue. In teoria un sistema pensato per ridurre drasticamente le emissioni di ossidi di azoto, nella pratica una fonte di stress per molti utenti. Guasti al serbatoio o al sistema di dosaggio, unite a questioni di sicurezza che possono bloccare l’avviamento del veicolo dopo un conto alla rovescia dell’immobilizzatore di avviamento, hanno reso l’esperienza d’uso spesso problematica, soprattutto in condizioni reali lontane dal “mondo ideale” dei test di laboratorio.

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Stellantis - Motore 1.5 BlueHDi

Stellantis ha progressivamente riconosciuto il problema, intervenendo nel 2023 con una catena da 8 millimetri e componenti aggiornati, oltre ad avviare campagne di richiamo ed estensioni di garanzia fino a dieci anni per i motori prodotti tra il 2017 e il 2023. Un tentativo di contenere l’impatto di una scelta industriale che, col senno di poi, appare miope.

Il caso del 1.5 BlueHDi racconta molto più di un semplice difetto tecnico: è l’esempio di come politiche di riduzione dei costi come quelle volute ad esempio dall’ex Ceo Carlos Tavares, applicate a componenti critici e su larga scala, possano creare problemi anche ad un buon motore come questo con ricadute sull’intero rapporto di fiducia tra costruttore e clienti.

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