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Binotto incorona le Mercedes: “Miglior team di ogni epoca”

Mattia Binotto amareggiato dal GP ad Austin: “Gara quasi disastrosa”

Mattia Binotto

In Texas la Ferrari di Binotto ha rivisto i fantasmi. Ad Austin le monoposto del Cavallino Rampante hanno sofferto terribilmente, concludendo con il peggior risultato di questa seconda parte del Mondiale 2019 di Formula 1. Sebastian Vettel, dopo l’ottimo tempo rimediato nelle qualifiche valse la prima fila, si è dovuto ritirare precocemente, mentre Charles Leclerc, fronteggiati i problemi legati a un primo stint poco competitivo, ha chiuso quarto, dunque non in zona podio.

Una doccia fredda, gelata, che certifica la netta involuzione nelle ultime settimane e riporta a galla la figuraccia dell’Hungaroring (Ungheria). Allora le Rosse disputarono una gara quantomeno opaca, staccate di un minuto da Hamilton. La pausa estiva era servita a risistemare le idee e soprattutto i primi Gran Premi – quelli sulla carta favorevoli – di Spa e Belgio soddisfacevano.

Singapore sembrava confermare che la “nuova” SF90 potesse giocarsela coi top team, poi tutto sembra essere andato storto. Nessuna delle tre pole position consecutive, tra la Russia e il Messico, si è convertita in vittoria, quantomeno però, in un certo senso, le macchine andavano piuttosto bene. O non in maniera tragica, come nel circuito degli Stati Uniti.

Sebbene il Mondiale fosse già stato messo in cassaforte dalle Mercedes, questi appuntamenti servivano a dare risposte convincenti sui progressi compiuti. E ora, invece, si complica anche il campionato 2020, l’ultima prima della svolta nel regolamento. Come sarà possibile contrastare le frecce d’argento e interrompere l’egemonia, incontrastata da sei anni? La scuderia anglo-tedesca per qualità dei piloti, gioco di squadra e competenze tecniche assomiglia a un’armata indistruttibile. Solamente un rivale altrettanto perfetto o quasi è in grado di darle fastidio sulla media-lunga distanza e non in episodi sporadici.

Binotto sul Gran Premio degli Stati Uniti: “Nessuna spiegazione. Gara quasi disastrosa”

Mattia Binotto ha commentato la gara delle Rosse a caldo, senza avere quindi i dati necessari per approfondire con esattezza la magra prova offerta. Il team principal delle Rosse non si è però nascosto dietro ad un dito, manifestando pienamente l’amarezza dettata dall’epilogo in America, ben differente dalle aspettative iniziali. “Non abbiamo spiegazioni per i nostri risultati. Una gara difficile, che se guardata dal punto di vista del risultato è quasi disastrosa.

Sabato Vettel concludeva brillantemente, secondo solamente dietro a Valtteri Bottas, che anticiperà tutti sul traguardo. Mentre il tedesco non si è saputo confermare, tradito dalla monoposto e alcune complicazioni lo hanno stoppato. “Seb è stato fermato da un problema a una sospensione posteriore, si è rotto il braccio superiore”. Per stabilire il momento esatto andranno eseguite le opportune verifiche, ma l’ingegnere reggiano una prima idea se l’è fatta: “Noi pensiamo che il problema sia nato subito nelle prime fasi della gara. E l’ex alfiere della Red Bull aveva già intuito in anticipo che qualcosa non quadrava: Seb si è lamentato subito della macchina, sin dai primi momenti della gara. Dobbiamo capire l’origine di quanto è accaduto”.

“Leclerc? Sbagliata la strategia di gomme”

Pur concludendo il GP, esce scontento dall’appuntamento texano pure Charles Leclerc, quarto classificato. Binotto individua la causa nel set di gomme Medium montato nel primo stint. È per quella decisione che il 22enne monegasco ha accumulato parecchio ritardo dai primi tre, nemmeno lottando per il podio. “La gara di Leclerc è stata compromessa dal suo primo stint, dal primo treno di gomme”.

Detto ciò, spiegano le deludenti performance solo in parte: “Anche qui onestamente non abbiamo spiegazioni da parte nostra”. D’altronde, è successivamente cresciuto, il giro veloce registrato con le Soft parla chiaro. “Poi il ritmo del secondo e terzo stint era discreto, ha anche fatto il giro veloce della gara con le Soft ed è andato bene anche con le dure, dunque è difficile fare un confronto a quel punto della gara con gli altri. Peccato insomma per i giri iniziali, decisamente sottotono. “E’ evidente che il primo stint ha compromesso la gara”.

Alla squadra di Maranello toccherà ora rituffarsi sul lavoro, così da stabilire cosa sia andato storto. Perché – Mattia Binotto ne è convinto – quanto fatto vedere negli USA non rappresenta il vero valore. “Abbiamo tanto da analizzare, tanto da capire. Siamo fortemente delusi. Questo non rispecchia il nostro valore e quello che abbiamo fatto sino a ora. Capiremo”. Con i collaboratori si confronterà, forte delle prime percezioni: Penso proprio sia stato il primo stint a distruggere la nostra gara. La spiegazione è nella gomma. Perché non ha funzionato? Non abbiamo una risposta”.

Ovviamente, i passi indietro compiuti portano malumore: “Sicuramente questa è una brutta parentesi, una doccia fredda. Spero che ci sia di aiuto”. La giornata “no” è bene serva come stimolo a rimboccarsi le maniche. “Da questi problemi, da questi risultati, da questa brutta prestazione ci sia qualcosa da imparare. Speriamo di farlo e di diventare più forti”.

Binotto ha desiderato pure commentare il gesto sportivo di Sebastian Vettel, quando si è presentato nel retropodio per fare le personali congratulazioni a Lewis Hamilton. Ieri il driver della Mercedes ha conquistato il sesto titolo di campione del mondo in Formula 1. Seb è un signore da questo punto di vista. E’ un 4 volte campione del mondo, sa quando è bello vincere e si è congratulato con Lewis. Dobbiamo farle anche noi a Lewis per la stagione che ha fatto, così come alla Mercedes come team. Hanno meritato i titoli, bravi”.

Binotto sulla Mercedes: “Il team più forte di tutti i tempi”

In conclusione, il team principal della Ferrari ha reso onore alle Mercedes, definendolo come il miglior team di sempre in F1 sino a questo momento. Ed ha rilanciato la sfida: continueranno ad adoperarsi per superarli. “Quando parti con buone basi, una mentalità vincente, sono tutte cose che ti portano a fare bene. Credo che un team così forte non ci sia mai stato anche nel passato. Battere loro è un’impresa difficile ma ci stiamo allenando per farlo”.

 

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