in

Hamilton: “Preoccupato per Vettel. Strategia Ferrari non bella”

Il campione in carica di F1: “Mi sono sentito bene a vederlo vincere”

Vettel ed Hamilton sul podio

In pista Lewis Hamilton e Sebastian Vettel non si sono mai risparmiati colpi, spesso protagonisti di avvincenti duelli. Durante le ultime stagioni, hanno lottato in moltissimi Gran Premi, soprattutto nel biennio 2017-2018, dove si sono affrontati per la conquista dell’alloro mondiale.

Eppure, fuori sono sempre andati d’accordo e portano massimo rispetto l’uno nei confronti dell’altro. I due pluricampioni si sono scambiati vari messaggi a mezzo stampa, con scene di sincero apprezzamento pure in pubblico, come quando Seb, alla fine del GP del Messico dello scorso anno, si complimentò con l’inglese per il quinto titolo, nonostante lo avesse scalzato nella classifica all-time.

Hamilton ha dal proprio canto difeso il ferrarista negli ultimi mesi, quando l’ex alfiere della Red Bull riceveva critiche a ripetizione. In queste settimane il tedesco è nuovamente messo alla gogna per via degli attriti sorti con il suo nuovo e velocissimo compagno di team, Charles Leclerc. Una serie di dispetti culminata in Russia: i team radio del GP hanno mostrato platealmente i dissapori fra di loro.

I primi contrasti risalgono a Monza, Singapore ha gettato ulteriore benzina sul fuoco e nella terra degli zar il rapporto è ulteriormente degenerato. Di conflitti interni Hamilton è un vero esperto, ricordando i suoi precedenti con Fernando Alonso nel 2007 e, più recentemente, con Nico Rosberg. Rapporti mai chiariti.

Hamilton è dalla parte di Vettel: “Provavo preoccupazione per lui”

Contattato dalla tv inglese Channel 4 a margine della gara di Sochi, il britannico ha espresso ancora una volta solidarietà verso Vettel: Ero preoccupato per lui. Lo conosco molto bene. Facciamo parte della stessa generazione e so come si sta a dover stare sulla difensiva, con persone che parlano male di te e sentire che l’energia del team va tutta verso l’altro pilota.

Lo stesso Hamilton ha espresso sbalordimento per gli ultimi GP disputati da Leclerc, capace di inanellare quattro pole position consecutive, di cui due trasformate in successi. Ma Lewis pensa che Vettel sia ancora un avversario temibile, uno con ancora tanto da dare, lontano dall’aver imboccato la parabola discendente.Conosco gli alti e bassi che si attraversano come pilota. So che Seb li ha vissuti. Il suo compagno di squadra è balzato davanti ho parlato con persone di alto livello che dicevano ‘Sebastian è andato, è finito’.

Per Hamilton la memoria pure degli addetti ai lavori è troppo breve: “Seb era il pilota numero uno, quello su cui avrebbero sempre puntato. Adesso da qualche tempo è tutto su Charles e stanno costruendo il futuro su di lui. Alla luce del trattamento riservatogli, Hamilton si è definito soddisfatto del successo di Vettel a Singapore: Mi sono sentito bene a vederlo vincere, anche se non ho vinto io la gara. Perché è capitato qualcosa di positivo ad uno che è una bella persona, super dedita, e che non è finita”.

La filosofia in casa Ferrari “non è bella”

Poi, arriva il commento sulle gerarchie interne di Maranello e il giudizio è totalmente negativo: “Non dirò mai qualcosa in pubblico sulla sua situazione in Ferrari. Probabilmente non ha vissuto dei bei mesi quando si è trovato di fianco un nuovo e forte compagno. La Ferrari ha sempre gareggiato con un numero 1 ed un numero 2. Credo che questa non sia una bella filosofia.

A riguardo, la freccia d’argento ha pure spiegato come funzionano le gerarchie in Mercedes: “Quando sono arrivato in Mercedes nel 2013 ho subito detto che non volevo essere il numero 1, volevo solo le stesse opportunità e lo stesso materiale del mio compagno. Sapevo che se mi fossi impegnato duramente ed avessi fatto un bel lavoro avrei vinto. Questo è ancora il mio pensiero oggi”.

Le fortune non sono piovute giù dal cielo, un diritto acquisito. Ci sono voluti sei anni per rendere la Mercedes una squadra vincente e mantenerla ai vertici ha raccontato il cinque volte campione del mondo -. Ora abbiamo un’atmosfera piena di amore, apprezzamento, ammirazione e rispetto. Ho lasciato la seconda squadra di maggior importanza nella storia per una squadra con meno persone e quasi senza successo. Volevo costruire qualcosa di nuovo. Ma non voglio davvero farlo di nuovo.

Hamilton sulle difficoltà dopo la pausa estiva

Dalla ripresa del campionato, la Mercedes ha faticato molto a reggere il confronto con la Ferrari, soprattutto in qualifica. Difatti, la W10 si è sempre ottimamente difesa in gara e nella maggior parte dei casi ha dimostrato di mantenere un passo superiore della SF90, non convertito in risultati a causa del gap in velocità che la scuderia anglo-tedesco paga in confronto al Cavallino. E Lewis Hamilton lo ha capito bene: E’ importante mettere la macchina in una buona posizione in qualifica. In gara siamo stati più veloci degli altri team, ecco perché il posizionamento al sabato è fondamentale”.

“Delle gare che mancano credo che Austin possa essere il più congeniale alle caratteristiche della nostra vettura”, ha evidenziato Lewis Hamilton, che è il driver più vincente in Texas con cinque acuti, sempre nella Mercedes, su sette edizioni, più il trionfo in un’altra pista, ad Indianapolis nel 2007, Su McLaren. Le piste nelle quali sono presenti dei lunghi rettilinei ci mettono in difficoltà perchè non vi sono abbastanza curve nelle quali poter compensare. Ecco perchè in Russia abbiamo sofferto. E la cosa potrebbe accadere anche in Messico”.

In Sud America ci sono le premesse per ben figurare:Anche il Brasile potrebbe essere buono per noi. E’ vero che c’è un lungo rettilineo (il tratto compreso tra la Juncao e la Esse di Senna si fa in pieno, nda) ma non dovrebbe essere uno svantaggio rispetto ad altri circuiti. E poi, ultimamente, stiamo andando bene quando fa caldo. I problemi potrebbero emergere su tutte le altre piste perché presentano dei lunghi rettilinei”. Infine, sul prossimo Gran Premio in Giappone, Hamilton ha commentato: Non credo che saremo i favoriti a Suzuka. Battere la Ferrari sarà super duro. Ma credo anche che non sarà impossibile come abbiamo dimostrato a Sochi“.

 

 

 

 

Lascia un commento