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Sebastian Vettel: può superare un record di Hamilton

Entrambi i piloti hanno conquistato quattro successi in Singapore

Sebastian Vettel

Nelle vene di Sebastian Vettel deve scorrere anche un po’ di sangue singaporiano. Lo dicono i numeri. Fra pochi giorni scatterà nuovamente il semaforo verde in Formula 1, a Marina Bay, e proprio sul circuito asiatico l’alfiere del Cavallino ha una tradizione eccellente.

Sebastian Vettel: testa a testa con Hamilton

La corsa nella città-stato asiatica è indubbiamente giovane (alla sua dodicesima edizione), ma capace di scrivere pagine memorabili nella storia della massima competizione motoristica. Al via nel 2017 Seb (in pole) e il compagno di scuderia Kimi Raikkonen finirono per scontrarsi, stringendo la Red Bull Racing di Max Verstappen, coinvolgendo anche Fernando Alonso.

Dei quattro piloti l’unico a poter proseguire fu lo spagnolo. Fu appena la quarta volta nella competizione – dopo Belgio 1977, Giappone 1990 e Spagna 2016 – che la prima fila finì totalmente spazzata via. La bagarre si risolse in favore di Lewis Mercedes: il giorno prima spiegò che gli sarebbe servito un miracolo per conquistare la vittoria.

Al dodicesimo giro, nel 2011, Hamilton attaccò Massa e i due finirono per toccarsi: Lewis riportò il musetto danneggiato, Felipe una foratura; entrambi saranno costretti a un nuovo pit-stop. E l’alfiere della McLaren venne penalizzato pure da un drive through. Di quella circostanza ne approfittò Sebastian Vettel.

Duopolio costante

Complessivamente, il binomio Hamilton-Vettel ha (quasi) sempre dominato Singapore: in otto occasioni su undici uno di loro è salito sul gradino più alto del podio, lasciando le briciole alla concorrenza. Gli unici in grado di contrastarli sono stati Fernando Alonso in due delle prime tre gare qui disputate (2008-2010) e Nico Rosberg, nell’anno di grazia 2016, quando a fine campionato si laureò campione. Musica sempre la stessa negli altri appuntamenti.

Il britannico ha apposto la firma sull’albo d’oro nel 2009 (l’unica con McLaren), 2014 e nell’ultimo biennio. Il tedesco ha chiuso brindando per tre volte consecutive, dal 2011 al 2013, sempre su Red Bull e nel 2015 su Ferrari. Regna la perfetta parità non solo per ciò che concerne i successi, ma pure nelle pole position, scattati davanti a tutti in quattro occasioni ciascuno, mentre se il discorso verte sui piazzamenti a podio è in vantaggio Sebastian Vettel: sette a sei.

Mercedes capoclasse 

Precedenti che evidenziano come abbia sempre dominato il dualismo nelle ultime stagioni tra i due grandi rivali nella corsa al titolo. Stavolta l’equilibrio si potrebbe rompere. Non vale altrettanto nel caso delle scuderie: la Mercedes primeggia con 4 acuti, davanti alla Red Bull con 3, mentre la Ferrari è inchiodata a quota due (Alonso 2010, Vettel 2015).

Alla Rossa il compito di agganciarsi col team austriaco, ripartita in grande spolvero dopo tutte le difficoltà affrontate nel primo scorcio di stagione, chiuso senza successi e l’imbarazzante ritardo all’Hungaroring. Per proseguire il buon momento iniziato a Spa, e proseguito a Monza, confida sullo scatenato Charles Leclerc, ma anche su Sebastian Vettel. Che, da Belgio 2018 non ha più saputo imporsi, tra episodi sfortunati e responsabilità oggettive responsabilità, pari a 22 Gran Premi.

Il feeling a Singapore magari rianimerà Seb, ombra di sé stesso, con errori grossolani non consoni a un rookie, meno ancora a uno col suo curriculum. Sulla pista di Monza tutto, sin dalle qualifiche, tutto è andato storto. Prima la “melina” delle macchine e la mancata scia concessa dal 21enne monegasco. Dunque, probabilmente non nel migliore stato emotivo e psicologico per rimontare chi lo precedeva, ha commesso al 6° giro della variante Ascari un pauroso testacoda e nel rientro è finito a contatto con la Racing Point di Lance Stroll.

Nel mentre il team-mate resisteva agli assalti di Hamilton e Bottas, riportando la Rossa in trionfo a nove anni dall’ultimo acuto in casa propria. I recenti sorpassi hanno fatto a Sebastian Vettel perdere la supremazia in classifica generale: rischia di restare intrappolato in una spirale negativa.

Mattia Binotto chiede ai tifosi di non lasciare solo Sebastian Vettel

Conoscendone le fragilità, Mattia Binotto ha invitato i tifosi a non lasciarlo solo. “Anche altri piloti hanno commesso errori. Ora dobbiamo aiutare Sebastian e prenderci cura di lui ha dichiarato il team principal di Maranello, citato da Auto Bild -. È importante che senta che noi e i tifosi lo amiamo, abbiamo fiducia in lui e facciamo affidamento su di lui. Perché è quello che bisogna fare”.

Il dramma (sportivo) di Sebastian Vettel è a tratti inspiegabile. Come mai è crollato in maniera così fragorosa? Rimasto lungamente in gioco per il titolo un anno fa, oggi come oggi occupa la quinta posizione. Juan Pablo Montoya, ex pilota di Williams e McLaren, crede che dietro ci sia una scarsa ‘chimica’ con le modifiche introdotte nel quartier generale della Ferrari.

La vettura avrebbe assunto un comportamento sovrasterzante, ossia un avantreno stabile e un posteriore ballerino, che Leclerc riesce a gestire meglio. Questo le testuali parole di Montoya rilasciate ad Autosport:Penso che non gli piaccia qualcosa della macchina o delle gomme di quest’anno, mentre Charles Leclerc è in grado di adattarsi meglio. Quando non si ha feeling con la vettura e spingi, si verificano errori. Non credo sia una cosa mentale ma tecnica”. Per ritorna il pilota Alpha della Ferrari “dovrà impegnarsi ancora di più, facendo qualcosa di diverso da quello che sta facendo ora. Deve cambiare qualcosa”, ha aggiunto il colombiano.

Berger: “Sebastian Vettel non potrà mai contare su Charles Leclerc”

Sulla rivalità in rossa ha espresso un parere l’ex pilota austriaco Gerhard Berger, al Kolner Express: “Lo dico molto chiaramente: non esiste un gioco di squadra a questo livello in Formula 1 ha sentenziato l’ex alfiere di Benetton, McLaren e Ferrari – non so se abbia ingannato Vettel, ma per molto tempo è stato chiaro che Leclerc ha un grande ‘killer instinct’. Vettel non potrà mai contare su di lui. Non lo definirei ingenuo, ma forse va troppo nella direzione della buona fede. E la buona fede ha poco spazio nello sport di alto livello”. Secondo Berger ha smarrito gli ‘occhi della tigre’, che invece caratterizzano il monegasco: “Se perdi il tuo istinto, allora non puoi più avere la pretesa di diventare campione del mondo. Devi recuperarlo”.

Berger ha inoltre esaminato le possibili conseguenze politiche (l’agente di Leclerc, Nicolas Todt, è figlio del presidente FIA) ed anche alle scelte degli steward sull’acceso confronto con Lewis Hamilton. Il potere politico non credo che sia importante ha affermato – se Vettel si gira o Leclerc non aderisce ai patti sul dare la scia, né il presidente della FIA né un manager possono occuparsene”. Opinione differente sugli steward: “La questione della ‘benevolenza’ verso la Ferrari a Monza non può essere trascurata. Sono d’accordo. Alcuni signori probabilmente hanno chiuso gli occhi.

Sostegno morale, “necessario soprattutto in ottica 2020” 

Alla necessità di risvegliare un pilota ‘dormiente’, guarda Ross Brawn: “E’ chiaramente uno dei grandi del nostro sport, però in questo momento difficile ha davvero bisogno del supporto della squadra per riguadagnare la fiducia che sembra mancargli al momento”. Per l’ingegnere e dirigente sportivo spetta alla Ferrari sostenere moralmente Vettel: “Lo è come spingere sullo sviluppo della monoposto, dev’essere una priorità per Mattia Binotto nelle prossime settimane. Non sarà facile ma è essenziale soprattutto in vista del 2020.

Con ciò non lo vuole sollevare dalle sue colpe: “A ogni modo, quanto è successo in gara è solo responsabilità di Sebastian, ha commesso due errori, girandosi e poi colpendo Stroll”. Errori amplificati dal confronto interno: Gli errori appaiono anche peggiori alla luce della doppia vittoria di Leclerc a Spa e Monza. È un fatto inevitabile, il tuo primo avversario è sempre il tuo compagno di squadra, non importa chi sia e quanto vadano bene le cose nel team”.

Sebastian Vettel: la convivenza forzata coi nuovi piloti

Brawn ricorda l’approdo di Daniel Riccardo in Red Bull cinque anni fa. Un pilota giovane, talentuoso, pronto a mettere in discussione le gerarchie interne: ecco il virus che manda in crash Sebastian Vettel. “Per certi versi Sebastian sta vivendo quanto ha vissuto nell’ultimo anno in Red Bull, nel 2014, quando si trovò contro Daniel Ricciardo, un giovane dal passo incredibile”. Tuttavia, i presupposti sono diversi: nel 2014 era il campione in carica.

Il duello Leclerc-Hamilton presenterebbe delle analogie con Monza 2003. “La lotta tra Michael e Juan Pablo alla chicane della Roggia al primo giro fu simile a quella tra Leclerc e Hamilton al giro 23. Leclerc non ha mollato e ha corso al limite di quel che consentono le regole, come solo i grandi campioni fanno e devono fare. Quel che mi colpisce maggiormente è quanto rapidamente impari da ogni esperienza che fa, è in costante miglioramento, come pilota e come uomo”.

Sebastian Vettel non è sorpresa dal talento di Leclerc

Chi non ha sorpreso è proprio Vettel. È positivo che abbia sorpreso gli altri al di fuori della squadra, ma all’interno della Scuderia eravamo consapevoli della sua velocità”, ha detto a Crash.net. “Naturalmente è stato nel nostro programma di allenamento per un po’ e ha avuto una forte prima stagione in Alfa Romeo. È importante per il team che lavoriamo insieme invece di lavorare l’uno contro l’altro. Sembra funzionare, quindi dobbiamo farlo, altrimenti è uno spreco di energia. Non abbiamo un’auto in grado di vincere tutte le gare, quindi il nostro obiettivo comune è spingere la macchina nella giusta direzione”.

Sebastian Vettel non se la passa di certo bene e, visto che deve piovere sul bagnato, qualora dovesse incorrere a Singapore in tre punti di penalità, vedrebbe scattare la squalifica per un GP. Eppure, nonostante le difficoltà, il diretto interessato preferisce guardare al futuro con ottimismo: “Dopo Spa-Francorchamps e Monza ci spostiamo su un circuito completamente differente ma che amo molto: Singapore. Si tratta di un circuito cittadino con asfalto sconnesso che non concede margine di errore. Oltre a questo è una delle poche corse in notturna della stagione”.

Settimane d’inferno 

Abbandonando l’Europa, il Circus va incontro a complicazioni logistiche: “È un po’ particolare – ha ammesso Sebastian Vettel -, perché di solito noi piloti, come peraltro la maggior parte della squadra, continuiamo a vivere con il fuso orario europeo, quindi con sei ore di differenza, per cui può capitare di lasciare il circuito a notte fonda, quando per i locali è quasi l’ora di risvegliarsi. Il layout della pista richiede il massimo carico aerodinamico e a disposizione avremo le tre mescole di gomma più morbide”.

Sulle previsioni preferisce astenersi: “Fare un pronostico di questa gara è praticamente impossibile a causa delle tante variabili per cui siamo pronti a giocarci le nostre carte. Si tratta di due settimane non facili, specialmente per il team, perché immediatamente dopo questa gara ci sarà il Gran Premio di Russia”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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