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Charles Leclerc: “Con Hamilton sapevo di essere al limite”

Il ferrarista ha spiegato di non essere stato condizionato dalla bandiera/nera

Charles Leclerc sorridente in Ferrari

Per riportare la Ferrari lassù, dove merita, Charles Leclerc ha dovuto ricorrere a uno stile più energico del solito domenica. Non poteva contare su nessuno, tranne che su sé stesso e per difendersi da Lewis Hamilton, in perenne agguato, proprio nel frangente in cui l’inglese stava provando ad affiancarlo alla Variante della Roggia, si è spostato verso l’esterno in staccata.

Il 21enne ferrarista è il secondo pilota a vedersi sventolare la bandiera bianco/nera, dopo Pierre Gasly a Spa-Francorchamps, da quando il direttore di gara Michael Masi ha deciso di rintrodurla. Dal Gran Premio corso in Belgio, può scattare infatti una bandiera bianco/nera di avvertimento verso i piloti, qualora commettano azioni considerate antisportive o borderline, per mettere in guardia: da quel momento in poi non possono più sgarrare, pena la squalifica.

Charles Leclerc sapeva di essere al limite: “Ma ci tenevo troppo”

L’utilizzo di una specie di ammonizione in F1 ha però sollevato un gran vespaio. Così facendo, si teme che i driver si sentano autorizzati ad oltrepassare un po’ il limite, nella consapevolezza che, prima di una penalità, scatterà un richiamo.

Leclerc ha raccontato di non aver indugiato in calcoli sull’avvertimento ricevuto, per il resto della gara. “No, sapevo di essere al limite, ha dichiarato Leclerc. “Ma alla fine volevo dare assolutamente tutto per ottenere questa vittoria”.

Ci teneva troppo a infilare il secondo successo consecutivo, peraltro davanti al pubblico italiano, una marea rossa che lo ha accolto come un eroe. Da nove anni (con Fernando Alonso) la Rossa non trionfava in casa. Serviva qualcuno che rinfocolare la passione un po’ spenta negli ultimi anni, data l’egemonia Mercedes, imperterrita dal 2014. E l’ultimo campionato piloti messo in bacheca risale addirittura al 2007, ottenuto da Kimi Raikkonen, ora in Alfa Romeo.

Quotazioni sempre pronte a salire

Leclerc e Raikkonen si sono scambiati di (mono)posto in questa stagione. Dopo appena un anno di apprendistato in Sauber, il monegasco ha dimostrato come, nonostante la poca esperienza, meritasse già la grande chiamata. La sensazione comune è di un talento in continua crescita: in ogni gara, malgrado qualche saltuaria, sbavatura, alza sempre di più l’asticella.

La seconda vittoria consecutiva certifica quanto bene si stia comportando e, giustamente, Charles Leclerc se la gode: “Ovviamente ci si sente bene”, ha dichiarato soddisfatto, pur ricordando di aver commesso degli errori in passato. Non ho avuto un inizio di stagione facile, ho fatto alcuni errori, ma penso che li possiamo considerare di gioventù”. Non che ciò costituisca un’attenuante: “Ma non è nemmeno una scusa, perché penso di essere cresciuto molto rispetto all’inizio della stagione”.

Non se la sente di colpevolizzare chi bocciava la dirigenza dei vertici Ferrari di affiancarlo a Sebastian Vettel già nella stagione in corso. Capisco chi mi criticava, dicendo che ero troppo giovane per salire su una Ferrari al mio secondo anno in Formula 1. Posso solo ringraziare la Ferrari per aver creduto in me. Erano in possesso di molti dati e li hanno analizzati, ma non era una decisione facile. Dall’approdo a Maranello ha conseguito due successi e sfiorato terzo in Bahrain), e il sorpasso avvenuto in classifica generale su un quattro volte campione del mondo: come si dice, carta canta. “Alla fine sono molto felice di questi risultati, perché dimostrano che forse ero più pronto di quanto pensassero alcune persone.

Se c’è chi sale, c’è anche chi scende. Sebastian Vettel ha disputato una prova fallimentare, compromessa nelle prime fasi del GP, quando, in quarta posizione, è finito in testacoda, entrando in contatto con l’accorrente Lance Stroll, mentre provava a ripartire. Questo ha lasciato Leclerc in balia al proprio destino, braccato da Lewis Hamilton e Valtteri Bottas per l’intero Gran Premio.

Charles Leclerc: “Abbiamo fatto bene a puntare sulle dure”

La Mercedes ha, pertanto, diversificato le strategie dei suoi scudieri e in tal modo Hamilton ha messo pressioni nella parte centrale della corsa, mentre Bottas ha ritardato la propria sosta, rifacendosi sotto nel finale grazie alle gomme più fresche. Tirata giù la serranda alle macchine tedesche, aiutato dal set di dure impiegato contro le medie dei concorrenti, Leclerc ha affermato: “Penso che la strategia sia stata buona. Ovviamente ci trovavamo in una situazione difficile, perché avevamo alle spalle le due Mercedes ed io ero l’unica Ferrari. Loro invece hanno potuto ‘giocare’ con una macchina prima e poi con l’altra”. Insomma, a caldo ha potuto ammettere che, sì, “è stato molto complicato, ma penso che alla fine abbiamo fatto la scelta giusta con le dure.

Alla domanda su quanto sia stato più complicato amministrare il GP senza giocare di squadre con Vettel, ha aggiunto:Ovviamente è sempre più facile avere due vetture invece che una sola. Per poi riconoscere che il tedesco non è stato baciato dalla fortuna nel tentativo mancato di giro veloce nelle qualifiche, quello nella Q3 date le circostanze avverse, perché questo gli ha imposto di occupare la quarta posizione in griglia, alle spalle anche dei piloti della Mercedes.Ma ovviamente Seb è stato estremamente sfortunato. Non ho potuto fare il secondo tentativo nella Q3, ma sono abbastanza sicuro che andrà meglio nelle prossime gare”.

La delusione ha colpito Hamilton, apparso piuttosto demoralizzato mentre rientrava nel paddock per commentare il terzo posto finale. Come punti potrebbe dirsi soddisfatto, visto e considerato che Bottas gli ha solo rosicchiato due punti, pare sempre più spedito verso il suo sesto Mondiale. Ma nelle prime impressioni date ai microfoni ha rivolto l’attenzione altrove: “Ad ogni gara cerco di migliorarmi e non penso molto al sesto titolo, faccio il mio lavoro e provo a farlo bene. In questo weekend potevo sicuramente avere un assetto migliore, vedremo di fare di più nel prossimo GP. Il finale? Le gomme stavano finendo, Valtteri era più veloce e in tutti i casi mi avrebbe passato, e io gli avrei lasciato strada perché era intelligente fare così, dandogli la possibilità di vincere la gara. Alla fine mi ha superato ugualmente perché sono arrivato lungo alla prima curva, fortunatamente non ho avuto altri problemi”.

Hamilton arrabbiato col ferrarista: “D’ora in poi so come dovrò comportarmi”

Fin dalle prime battute il campione in carica ha spinto fortissimo per sorpassare la SF90 di Charles Leclerc, ma ogni assalto è andato a vuoto. “E’ stata una gara lunga, non particolarmente movimentata – ha detto Hamilton con un filo di voce -. Sono sempre stato attaccato a lui, stando a circa 1″5, ma anche con DRS aperto sul rettilineo non riuscivo a superarlo, per cui non c’è stato molto da fare”.

Al giro 23 l’episodio controverso, nel momento in cui ha tentato di affiancare all’esterno il rivale, ma è dovuto andare lungo in frenata, tagliando la variante per evitare la collisione. Manovra di cui si è parecchio lamentato via radio e anche nel post-gara ha condannato tale sfrontatezza. “Charles è un pilota di nuova generazione e come tale non ha nulla da perdere. Parliamo di ragazzi aggressivi e veloci. Non trovo difficile mettergli pressione, ma più di una volta siamo arrivati al limite. È vero, mi sono lamentato via radio, ma ormai non conta molto. Alla “Roggia” ho solo cercato di evitare la collisione prendendo la via di fuga, poi ho ricominciato a spingere per riavvicinarmi”.

Dunque, dopo Max Verstappen, un altro esponente della nuova generazione lo sa mettere in difficoltà. In entrambi i casi, il britannico si è ritrovato a che fare con ossi duri, restii a concedere qualsiasi favore e audaci, se l’occasione lo permette. Dell’esperienza Lewis farà tesoro per il futuro, laddove in cui dovesse ingaggiare altri, incandescenti, duelli ruota a ruota. “È un ragazzo che è meno esperto rispetto a me, ma oggi mi ha insegnato qualcosa nella lotta. Vorrà dire che la prossima volta mi comporterò di conseguenza, come lui ha fatto con me oggi.

Toto Wolff contro Charles Leclerc: “Queste situazioni possono finire nel muro”

In fondo, è lo stesso pensiero espresso dal team principal, Toto Wolff, in disaccordo col semplice warning, poiché potrebbe stabilire un precedente. Chiudere un occhio davanti a questo genere di approccio, manderebbe tra le righe un messaggio poco edificante: che sia possibile comportarsi si crede. E, soprattutto spingere la classe di piloti più giovani, a competere con ogni mezzo, anche oltre il dovuto.

“Abbiamo visto negli ultimi anni che i giovani che sono entrati in Formula 1 sono un po’ più aggressivi – ha constato -. E queste situazioni possono finire nel muro se uno non si arrende. A Monza si sarebbe evitato il peggio solamente per la prudenza di Hamilton: “Il pilota che è in lotta per il campionato ha salvato Charles e sé stesso. Lewis sapeva perfettamente cosa stava facendo ed ha evitato un incidente, ma avrebbe potuto decidere di non farsi da parte ed eliminare entrambe le vetture”.

A opinione di Wolff, serve porre vincoli più stringenti, altrimenti le conseguenze potrebbe essere davvero tragiche. Per me sarà un tema ricorrente, fino a quando non succedere qualcosa di brutto per una manovra così aggressiva, ma per fortuna non ci siamo ancora arrivati. Sarebbe stato interessante però vedere una cosa: cosa avrebbero deciso se a Lewis si fosse danneggiata l’ala o se entrambe le vetture fossero finite nel muro?”.

Masi: “Sbagliato generalizzare. Charles Leclerc? Scorrettezza identica a quella di Gasly”

Sul processo decisionale, Masi respinge la tesi della Mercedes: non sarebbe stato determinante nella decisione presa. I commissari hanno la possibilità di comminare delle sanzioni, qualora ritengano che l’avvertimento non basti. La situazione secondo lui non precipiterà: “Non credo che agiranno in maniera più pericolosa. In questo modo saranno di essere al confine, ma sanno anche che possono oltrepassarlo in maniera relativamente semplice”.

A seguito dei primi due banchi di prova, ritiene sia stata un’introduzione positiva, avendo dato i frutti sperati. “Per il modo in cui è stata utilizzata per ora, penso che stia servendo al suo scopo”. Comunque vadano le cose, sarebbe sbagliato prendere un singolo episodio per bocciare totalmente la modifica effettuata. “Ogni episodio va osservato singolarmente. Non penso che si possa mai generalizzare in queste situazioni.

Masi ha dunque ribadito che il nuovo sistema messo in atto non impedisce ai commissari di intervenire per punire una condotta reputata scorretta. Alla fine la decisione di penalizzare spetta ai commissari, ha sottolineato. “La bandiera bianco/nera la posso dare io, ma se i commissari pensano che ci sia la possibilità di dare qualche penalità, sono lì per questo”.

Il provvedimento elevato a Charles Leclerc rispetterebbe i parametri di giudizio stabiliti una settimana prima, con Pierre Gasly. Si sarebbero, infatti, resi colpevoli di pari scorrettezza. “Penso che la manovra di Charles sia stata dura e per questo gli è stata data la bandiera bianco/nera. E’ abbastanza semplice, era la copia carbone di quello che ha fatto Pierre la settimana scorsa a Spa, quindi credo che abbiamo raggiunto il nostro scopo”.

Inoltre, Masi non condivide l’idea con chi sostiene ci sia stata un’incongruenza con la penalità data lo scorso anno a Max Verstappen, per essersi spostato in frenata nei confronti di Valtteri Bottas. “Ci sono due parti della vicenda. Una è il contatto dell’anno scorso con Max. La seconda è che i piloti in Bahrain ci hanno chiesto di lasciargli più libertà di correre, dopodiché sono seguite delle discussioni con i team principal, i piloti ed i direttori sportivi”.

“poi se guardiamo al contesto di Spa, dove abbiamo spiegato ai piloti che avremmo ricominciato ad usare la bandiera bianco/nera, che è stata sventolata a Pierre Gasly per una manovra molto simile”. Ricorrendo a una terminologia usata in altri sport: “Non c’è stato un contatto, per usare un’analogia, diciamo che è stato un fallo tattico. Quindi abbiamo dato a Charles il ‘warning’”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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