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Stellantis Cassino, inizio horror nel 2026

A Cassino nel 2026 si parte subito con uno stop

Stellantis Cassino

Lo stabilimento Stellantis Cassino sembra non avere pace. Dopo un 2025 davvero difficile con continui stop alla produzione e la fabbrica che ha registrato i numeri più bassi degli ultimi anni, anche il 2026 sembra iniziare nella stessa maniera. Nelle scorse ore infatti è stato comunicato il primo stop dell’anno all’insegna della cassa integrazione. Il primo stop comunicato questa mattina andrà dal 2 gennaio fino al 16 gennaio. Praticamente l’inizio di questo anno per il sito produttivo di Piedimonte San Germano sembra peggio della fine del 2025. Un brutto segno per un anno che deve già iniziare ma che a livello produttivo per la fabbrica ciociara non promette nulla di buono.

Inizio horror per lo stabilimento Stellantis Cassino nel 2026, la produzione si ferma subito

Infatti in assenza di nuovi modelli che non arriveranno prima di fine 2027 inizio 2028, il prossimo anno sarà davvero duro per la fabbrica e i suoi dipendenti e questo primo stop probabilmente anticipa quello che potrebbe accadere anche nel resto dell’anno. La comunicazione aziendale è chiara e inequivocabile: la pausa natalizia, inizialmente prevista fino al 2 gennaio, sarà prolungata con uno stop produttivo che si estenderà fino al 16 gennaio 2026. I reparti di lastratura, verniciatura e assemblaggio resteranno fermi, e i lavoratori passeranno direttamente dalle ferie al Contratto di Solidarietà (CDS), creando una situazione di forte tensione per migliaia di famiglie all’inizio dell’anno. Ciò conferma che le difficoltà non sono più temporanee, ma radicate nella struttura dell’azienda.

stellantis cassino

Secondo i dati sindacali, si parla ormai apertamente di un “declino programmato”. Il bilancio del 2025 è deludente: la produzione non ha superato le 18.000 vetture, una soglia simbolica che avrebbe indicato un minimo di stabilità. Guardando al 2026, le prospettive per i modelli Alfa Romeo risultano ancora più preoccupanti: le stime prevedono un calo significativo, con una produzione che difficilmente supererà le 13.000 unità, alimentando timori concreti sul futuro del marchio.

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I numeri attuali mettono a rischio la sopravvivenza stessa di un territorio che ha costruito il proprio tessuto sociale sull’industria automobilistica. Senza nuovi modelli e senza un pieno utilizzo degli impianti, lo stabilimento di Cassino rischia di trasformarsi in un guscio vuoto, alimentato soltanto da dichiarazioni e annunci privi di piani concreti. Purtroppo per le nuove Alfa Romeo Giulia e Stelvio ci sarà da aspettare ancora molto. Si parla di una presentazione nel 2027 ma la produzione difficilmente partirà prima del 2028. Ancora peggio la situazione dell’altro nuovo modello in arrivo che forse sarà targato Maserati.

stellantis cassino

“A questa crisi si aggiunge l’inaccettabile ricorso a spot e piani fantasma sulla riconversione”, denuncia duramente D’Avino della UILM. Il sindacato, che il 31 dicembre 2024 aveva simbolicamente presidiato i cancelli insieme al Segretario Generale Rocco Palombella, ribadisce che non tollererà ulteriori scaricabarile tra Stellantis e le aziende dell’indotto, come Trasnova, Teknoservice e Logitech.

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La critica si estende anche all’Europa, chiamata a prendere decisioni coraggiose, e a Stellantis, accusata di totale mancanza di trasparenza. La proroga di quattro mesi ottenuta per la vertenza Trasnova è considerata un rimedio insufficiente, in assenza di una strategia a lungo termine. La richiesta è chiara: avviare subito un confronto per ottenere garanzie concrete sulla ripartenza e tutele economiche rafforzate per chi si trova costretto lontano dalla linea di produzione all’inizio del 2026.

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