Fare un tuffo nel passato, con uno strumento di piacere come la Maserati 300S, è un’emozione senza prezzo. Il video odierno ci proietta nella magia di questa Sport, con eccitanti riprese esterne ed on board. Ne deriva una tela espressiva di notevole presa sensoriale, oggi più che mai benefica, vista la freddezza di molte auto odierne, specie elettriche.
Progettata per sfidare Ferrari e Jaguar, nelle corse di metà anni’50, la “belva” in esame vide alternarsi al volante alcuni dei più grandi assi del motorsport. L’esemplare immortalato nei fotogrammi risale al 1956 e corona un sogno di guida a lungo rincorso da Sam Hancock, protagonista umano del cortometraggio. Nel modello “messo alla frusta” c’è il DNA racing del “tridente”, che vanta una lunga tradizione di successi sulle strade e nei circuiti di tutto il mondo.
La Maserati 300S nacque nel 1955, come evoluzione dalla monoposto 250S, per impegni agonistici di altra natura e di maggiore durata. Ciò spinse i tecnici a ridurre le sollecitazioni meccaniche e ad aumentare la cilindrata, per garantire l’affidabilità necessaria nelle sfide endurance. Il 6 cilindri in linea da 3.0 litri, accolto sotto il cofano anteriore, godeva di una distribuzione a due assi a camme in testa e di doppia accensione. I suoi concetti costruttivi erano da gran prix, ma traslati su una barchetta destinata ad impegni di altra natura.

Preziosa la finezza tecnologica della Maserati 300S. Nelle camere a scoppio emisferiche del motore si notano bene le sedi delle valvole di diametro elevato. Le sospensioni anteriori sono costituite da bracci sovrapposti oscillanti e da una molla elicoidale con ammortizzatore telescopico coassiale. Nella fusione in lega leggera usata per il tamburo freno si coglie la presenza di un’alettatura radiale e di alcuni fori per disperdere il calore. Delizie ingegneristiche degne della qualità del prodotto.
La struttura telaistica della Sport del “tridente” sposava la formula del traliccio di tubi a sezione ellittica e circolare, di diverso spessore. Su questa impalcatura era ancorata la filante carrozzeria, plasmata da Medardo Fantuzzi. Il corpo grafico subì del cambiamenti nel corso della carriera sportiva del modello, per aumentare l’efficienza aerodinamica, con un più sapiente sfruttamento delle nuove teorie elaborate dagli specialisti, per la gestione ottimale dei flussi. Anche qui il lavoro fu svolto con la giusta chiave interpretativa.

I successi in pista a ripetizione diedero conferma empirica alla bontà dell’opera, ben calibrata nei diversi aspetti. Anche i ritocchi sul motore, come l’introduzione dell’iniezione voluta dall’ingegnere Alfieri al posto dei precedenti tre carburatori doppio corpo, si rivelarono azzeccati. Nel 1956, anno della sua consacrazione, la Maserati 300S sfiorò il titolo mondiale per vetture Sport. Fra i punti di forza del modello vanno menzionati, senza timore di smentita, l’affidabilità del motore e la perfetta risposta del telaio. L’architettura transaxle, con cambio in blocco col differenziale, contribuiva al perfetto bilanciamento.
In totale questa vettura prese forma in 27 esemplari. Quando uno della serie finisce all’asta, si scatena una lotta all’accaparramento fra i collezionisti. Questa barchetta del “tridente” ha la forza di un vulcano. I 245 cavalli messi sul piatto dall’unità propulsiva, progettata da Vittorio Bellentani, conferiscono una spinta vigorosa, complice anche la leggerezza del modello, il cui peso a secco è di appena 780 chilogrammi. Notevole la velocità massima, che si porta a quota 290 km/h. Oggi una Maserati 300S viene custodita con affetto e portata spesso in pista da Mark Knopfler, fondatore e leader carismatico del celebre gruppo rock dei Dire Straits. Adesso, però, la parola passa al video, per un tuffo emotivo ad alto indice di coinvolgimento. Buona visione!
