Il sipario è ormai calato da tempo sul secolo (e passa) di storia industriale, dato che lo stabilimento Vauxhall di Luton ha chiuso i battenti, lasciando in gravi difficoltà oltre 1.000 lavoratori. Una mossa firmata, com’è noto, Stellantis, che ha deciso di sacrificare il sito storico per spostare la produzione dei suoi furgoni elettrici a Ellesmere Port, ribattezzata dopo la scorsa estate come il nuovo “hub per veicoli commerciali”.

Nel frattempo, a Luton, veterani come Paul Geary, 59 anni e 35 di servizio, continuano a svegliarsi all’alba per inerzia, scoprendo che la loro pensione non copre il costo della vita e che l’unico “lavoro” rimasto è ridipingere il salotto.
La storia di questo ex dipendente dello stabilimento Vauxhall, raccontata sulle pagine virtuali della BBC, colpisce perché non mostra solo una tragedia locale, ma il sintomo di un’industria automobilistica britannica in caduta libera, che ha registrato ad aprile il livello di produzione più basso degli ultimi 70 anni (lockdown esclusi, si intende).
Il tasso di disoccupazione nel Regno Unito è salito al 5%, mentre il mercato del lavoro mostra segni di “indebolimento” che nemmeno i 4 miliardi di sterline promessi dal governo per la transizione elettrica sembrano lenire.

Le storie di chi è rimasto fuori come i lavoratori di Luton oscillano tra la rassegnazione e la reinvenzione forzata. C’è chi, come Alice Law, si legge ancora nel reportage BBC, ha scambiato il reparto verniciatura con la sicurezza dell’aeroporto di Londra Luton, scoprendo che esiste vita oltre i cancelli blu della fabbrica, anche se lo stipendio “molto buono” di un tempo è ormai un ricordo sbiadito. Le agenzie interinali lo confermano: i lavoratori fanno fronte a un drastico calo salariale, perché nessuno pagherà mai più come la vecchia Vauxhall.
Mentre il vecchio sito industriale viene dismesso per far posto a un “centro commerciale di alta qualità”, i giovani lavoratori, chiaramente, festeggiano la “fortuna” di aver trovato un posto vicino casa. La task force locale fa quel che può e organizza workshop sulla scrittura di CV, cercando di convincere operai con decenni di esperienza che un foglio di carta possa colmare il vuoto lasciato da un’intera vita in catena di montaggio.
