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Alfa Romeo Giulia TZ 2: un’auto che fa impazzire i collezionisti

Alcune auto si sono fissate nella storia con presa eterna. L’Alfa Romeo Giulia TZ 2 è una di queste.

Alfa Romeo Giulia TZ 2
Foto Stellantis Heritage

Insieme alla 33 Stradale e a poche altre, l’Alfa Romeo Giulia TZ 2 è parte dell’Olimpo che raccoglie le vetture più belle del “biscione”. Nata per le corse, questa creatura si presenta alla vista con tratti scultorei di grande presa emotiva, che la proiettano nel baricentro del cuore. Rispetto alla TZ (Tubolare Zagato), da cui discende, è più slanciata nei tratti, per un’armonia compositiva di livello superiore. Anche qui la firma è della Carrozzeria Zagato, cui va il merito della sua eccellenza stilistica.

Incredibile il modo in cui le esigenze funzionali, a partire da quelle aerodinamiche, siano riuscite a convivere con lo splendore estetico, alla cui definizione hanno concorso, senza volerlo. In totale furono costruiti 9 esemplari. Incontrare una di queste auto è qualcosa di raro, persino negli eventi più esclusivi, ma quando capita è una festa per gli occhi e per lo spirito.

La presentazione dell’Alfa Romeo Giulia TZ 2 avvenne al Salone dell’Auto di Torino del 1964. Era la logica evoluzione della vettura precedente, sviluppata per darle più attualità nella sfera agonistica, dove il ritmo del confronto è sempre molto serrato, anche in termini ingegneristici. La TZ aveva dato grandi soddisfazioni alla casa milanese, che preparò per tempo la sua discendente, per rimanere sulla cresta dell’onda nell’universo agonistico. Ecco perché diede rapido impulso alla nuova arma per la classe GT.

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Questa “belva” merita, ancora oggi, un posto d’onore tra le auto del “biscione” che hanno fatto la storia delle competizioni automobilistiche. Pochissime le modifiche apportate al telaio, che rimase sostanzialmente lo stesso a traliccio in tubi di acciaio del precedente modello. Del resto, lo chassis era il fiore all’occhiello della prima Tubolare Zagato, quindi non si avvertì la necessità di effettuare modifiche significative.

A tale base strutturale venne però ancorata una leggera carrozzeria in fibra di vetro disegnata da Ercole Spada, con parti del telaio immerse nella resina per rendere l’intera struttura più rigida. Guardandola con uno sguardo fugace e molto distratto, la nuova opera poteva essere confusa con la precedente, ma la carrozzeria più bassa e armoniosa aveva un aspetto decisamente più dinamico e chiaramente diverso nella percezione visiva. Sicuramente era più bella e compiuta di prima.

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Alfa Romeo Giulia TZ 2
Foto Stellantis Heritage

L’Alfa Romeo Giulia TZ 2, oltre che per l’estetica più elegante e meglio alleata coi flussi d’aria, differiva dall’altra per le sospensioni, ora dotate di ammortizzatori verticali (una modifica che era stata introdotta in corso d’opera anche sulla TZ), e per la diversa misura dei cerchi.

Sotto il cofano anteriore era custodito un motore a quattro cilindri in linea da 1.570 centimetri cubi di cilindrata, con doppio albero a camme e lubrificazione a carter secco. Notevole la potenza specifica di questo cuore, che metteva sul piatto la bellezza di 170 cavalli a 7.500 giri al minuto. Un risultato di rilievo, rispetto alla cubatura, reso possibile anche dalla doppia accensione e da un nuovo sistema di aspirazione dell’aria dinamico.

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La cura dimagrante fatta sullo step precedente condusse a una riduzione del peso di circa 40 chilogrammi. Utile, in tal senso, si rivelò l’uso della carrozzeria in fibra di vetro, già accennato in precedenza, e di interni ancora più minimalisti e light. Il corpo vettura divenne così più leggero, agevolando un quadro prestazionale di livello superiore. Molto buona l’accelerazione, ben accompagnata nelle sue espressioni dall’efficienza del cambio manuale a 5 marce. In base ai rapporti scelti, si poteva raggiungere una velocità massima vicina ai 250 km/h. L’azione frenante era degna del potenziale del mezzo, grazie alla presenza di dischi sulle quattro ruote.

Fin dal suo debutto in pista il 25 aprile 1965, alla 1000 Chilometri di Monza, l’Alfa Romeo Giulia TZ 2 mostrò di che pasta era fatta. Diversi i successi raccolti sui campi di gara, in eventi agonistici di un certo spessore, che confermarono la bontà del prodotto. Oggi è una splendida opera d’arte, capace di regalare emozioni inebrianti nella dimensione estetica e dinamica. I collezionisti ne vanno pazzi. Averne una in garage è il sogno di ogni alfista, ma il privilegio del possesso è per pochi eletti, dalle possibilità economiche indubbiamente grandi. Che dire? Beati loro!

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