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Stellantis sotto attacco: il Canada punta all’inadempienza contrattuale

melanie joly, canada

Il governo federale canadese ha deciso di alzare il tiro nello scontro con il colosso automobilistico Stellantis, colpevole di aver spostato parte della produzione negli Stati Uniti nonostante (a quanto pare) abbia ricevuto, almeno formalmente, centinaia di milioni di dollari in incentivi fiscali canadesi.

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La ministra dell’Industria, Mélanie Joly, ha annunciato che il governo notificherà a Stellantis un avviso di inadempimento in base ai contratti di finanziamento relativi agli stabilimenti di Windsor e Brampton, Ontario. Questa mossa arriva dopo la rivelazione di ottobre, in cui Stellantis aveva annunciato di aver abbandonato i piani per la costruzione di un modello Jeep nello stabilimento di Brampton, lasciando circa 3.000 lavoratori a piedi, almeno per il momento.

melanie joly, canada

La ministra Joly è stata categorica: “Quando si tratta di proteggere i posti di lavoro nel settore automobilistico, non deluderemo. Difendere questi posti di lavoro significa difendere la spina dorsale economica del Canada e il sostentamento di innumerevoli famiglie”. Il governo aveva già avviato una procedura formale di risoluzione delle controversie il mese scorso.

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Le cifre in gioco sono significative. Stellantis avrebbe ricevuto almeno 222 milioni di dollari nell’ambito dell’accordo per ristrutturare i due stabilimenti. Inoltre, la joint venture NextStar Energy tra Stellantis e LG Energy Solution ha ricevuto oltre 530 milioni di dollari di finanziamenti federali per un impianto di batterie per veicoli elettrici sempre a Windsor. Joly ha insistito sul fatto che questi contratti includevano garanzie occupazionali per Brampton.

stellantis Brampton

Nonostante l’annuncio governativo, Stellantis si è difesa. Teresa Piruzza, direttrice degli affari esteri per FCA Canada Inc. (la filiale canadese di Stellantis), ha ribadito in una seduta parlamentare che la società non ha violato il contratto: “Non siamo d’accordo sul fatto che abbiamo violato il contratto”. Piruzza ha definito la situazione di Brampton una “pausa operativa”. In pratica, la produzione è sospesa in attesa di definire un futuro piano produttivo. Ha poi sottolineato che gli investimenti su Windsor, che includono l’aggiunta di un terzo turno per 1.400-1.500 nuovi posti di lavoro a partire dal prossimo anno, dimostrano l’impegno costante dell’azienda. Anche se tra un turno aggiuntivo e una seconda fabbrica attiva c’è un abisso.

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