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Stellantis, più di un grattacapo sui contratti miliardari in Canada

stellantis canada

Il Canada ha versato miliardi di dollari per assicurarsi la Gigafactory di batterie NextStar Energy a Windsor, joint venture tra Stellantis e LG Energy Solution. Ma l’annuncio di Stellantis di spostare la produzione di un modello Jeep da Brampton, in Ontario, all’Illinois, investendo parallelamente 13 miliardi di dollari negli Stati Uniti, ha trasformato il deal in un campo di battaglia politico.

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A quanto riportato da CBC Windsor, sono emerse copie parzialmente censurate degli accordi governativi che rivelano decine di condizioni. Questi contratti, del valore totale di circa 15 miliardi di dollari in sussidi alla produzione, conferiscono al governo federale il potere di risolvere i contratti e persino di imporre il rimborso in caso di inadempienza. Ma bisogna andare a pizzicare la clausola giusta per un risultato simile.

stellantis canada

Il primo accordo SIF (del 2022) prevedeva l’assunzione di 2.500 dipendenti a tempo pieno da parte di NextStar. Nel secondo accordo (del 2023), firmato dopo che NextStar aveva interrotto la costruzione per ottenere maggiori finanziamenti pubblici (sull’onda degli incentivi statunitensi e dell’accordo con Volkswagen), il linguaggio si è ammorbidito. NextStar si è quindi impegnata solo a compiere “sforzi commercialmente ragionevoli” per soddisfare gli obblighi di posti di lavoro promessi.

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Il vero mistero riguarda la fabbrica Stellantis di Brampton. Nonostante i funzionari federali, inclusa la ministra dell’Industria Melanie Joly, abbiano assicurato che gli accordi garantiscono la tutela del posto di lavoro e un “mandato di produzione” a Brampton, tale condizione non appare nel testo non censurato ottenuto dalla CBC Windsor.

ministra melanie joly

La ministra Joly ha recentemente scritto una lettera all’amministratore delegato di Stellantis minacciando azioni legali in caso di inadempienza agli impegni “legalmente vincolanti”. Ma l’opposizione, vedendo il testo censurato, continua a chiedere la revoca dei contratti, temendo che i 3.000 lavoratori di Brampton subiscano perdite permanenti.

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Girando il coltello nella piaga, i documenti chiariscono che i 15 miliardi sono strutturati come pagamenti in contanti, e non come agevolazioni fiscali come descritto dalla provincia. In caso di risoluzione, inoltre, l’accordo sui sussidi non obbliga NextStar a restituire il denaro già ricevuto, a meno che il Ministro non dichiari i pagamenti come non ammissibili.

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