Ci sono auto che sublimano il rapporto con lo spirito di un marchio. La Ferrari F50 è una delle migliori espressioni dell’essenza del “cavallino rampante”. Qui ci sono: un motore a 12 cilindri, la tecnologia da corsa, il fascino, l’esclusività e la vibrante magia delle opere di Maranello. In occasione dei 30 anni di vita di questa “rossa”, una specifica celebrazione prenderà forma a Milano AutoClassica 2025, in programma dal 21 al 23 novembre. Pochi giorni ci separano dall’appuntamento, che promette emozioni intense ai suoi ospiti.
Il tributo alla Ferrari F50, frutto della collaborazione con Rossocorsa, aggiungerà note di valore alla ricca esposizione motoristica presso la Fiera Milano Rho. La supercar del “cavallino rampante” sarà una delle più belle auto da sogno offerte alla visione del pubblico della rassegna lombarda, affermata a livello internazionale. Parliamo di un appuntamento imperdibile, dove la passione a quattro ruote viene vissuta nella dimensione più romantica ed iconica.
Come si evince dal nome, Milano AutoClassica è un salone dedicato prevalentemente alle vetture storiche, ma degna visibilità hanno anche le youngtimer e le sportive più iconiche di epoca più recente. Da 15 anni il suo format suscita forte interesse. Il fatto che la rassegna lombarda sia diventata una delle fiere di settore più importanti a livello mondiale sta a confermare l’eccellenza della ricetta, abilmente sviluppata dagli organizzatori. In questo hub culturale si celebra la storia del motorismo a 360 gradi.

Nel ricco ventaglio di seduzioni, offerte al godimento del pubblico, uno spazio di primaria importanza spetterà alla già citata Ferrari F50, in occasione del suo trentesimo compleanno. Il debutto in società del modello avvenne infatti al Salone dell’Auto di Ginevra del 1995. Come si evince dal nome, questa “rossa” nacque per celebrare il cinquantesimo anniversario della casa di Maranello, con un paio di anni di anticipo sulla tabella di marcia.
Discendente della stirpe aperta dalla GTO del 1984 e proseguita con la F40 del 1987, la Ferrari F50 segnò un cambio di passo rispetto alle antesignane, in termini costruttivi e ingegneristici. Con lei il travaso di tecnologia dalla Formula 1 si spinse a livelli mai visti né prima né dopo. L’unità propulsiva era la stessa della monoposto del 1989, ma con cilindrata maggiore ed una potenza più morbida, per evidenti ragioni connesse al diverso contesto d’uso e alla superiore affidabilità che un’automobile stradale, per quanto estrema, deve garantire.
Di natura corsaiola pure l’avveniristico telaio monoscocca in fibra di carbonio, cui era imbullonato il motore. Quest’ultimo svolgeva insieme al cambio funzione di supporto per le sospensioni posteriori, di tipo push-rod, come quelle anteriori. Anch’esse delle soluzioni connesse ai bolidi del Circus. Spesso i produttori di supercar, parlando delle loro opere, sottolineano la parentela col mondo delle corse. Nel caso della Ferrari F50 il rapporto non è meramente retorico, ma il riflesso di un’evidenza conclamata. La liaison è proprio strettissima, al punto da poter parlare di una Formula 1 a ruote coperte, suscettibile di un uso persino urbano. A Maranello fecero un miracolo.
Certo, il carisma visivo e spirituale pagava dazio all’irraggiungibile F40, che la mise in ombra per tanti anni, ma da qualche tempo a questa parte la F50 è stata ampiamente rivalutata, trovando la collocazione che merita nella storia della Ferrari e nel cuore degli appassionati. Chi la possiede, insieme alle altre supercar di punta del “cavallino rampante”, preferisce le sue dinamiche e il suo livello di piacere di guida a quello offerto dalle altre. Almeno in un buon numero di casi. L’ho potuto verificare personalmente, chiacchierando con alcuni di loro.
Questa “rossa” gode della spinta di un motore V12 aspirato da 4.7 litri di cilindrata, con angolo di 65 gradi fra le bancate, che eroga 520 cavalli di potenza massima a 8500 giri al minuto, con una coppia massima di 471 Nm a 6500 giri al minuto. Le prestazioni sono degne del lignaggio: accelerazione da 0 a 100 km/h in 3.87 secondi e da 0 a 1000 metri in 21.7 secondi. La punta velocistica si colloca a quota 325 km/h. Oggi molte auto fanno meglio, ma il felice bombardamento emotivo elargito dalla Ferrari F50 resta al vertice.
Lo stile, poi, col passare degli anni ha guadagnato fascino, specie confrontandolo con quello di tante “rosse” dell’era recente. Certo, la F40 è ancora più esaltante come aspetto, ma la “cinquanta” si difende davvero molto bene, specie in configurazione aperta. In tale veste il fascino tocca il suo diapason, regalando un livello di coinvolgimento di primissimo rango. La vista frontale, lo specchio di coda e il 3/4 posteriore sono i suoi punti di forza. Qui lo splendore delle forme ideate da Pietro Camardella per Pininfarina si esprime al meglio. Eccellente anche l’esecuzione del profilo laterale. Un po’ meno riuscita la vista angolare anteriore, specie da certi punti di osservazione, ma è sempre un bel vedere.
