La Ferrari F76 è un’altra prova di creatività della casa di Maranello, in questo effervescente 2025, ricco di proposte inedite per il marchio emiliano. A differenza delle sorelle lanciate nei mesi scorsi, questa non è un’auto in materia tangibile, perché priva di un corpo fisico. Siamo, infatti, al cospetto di una hypercar digitale. La prima della specie espressamente sviluppata dagli uomini del “cavallino rampante”.
Ad offrire la “scusa” ci ha pensato il terzo successo consecutivo guadagnato quest’anno dalle “rosse” alla 24 Ore di Le Mans, con la 499P. Con questa digital car, nata come NFT (Non-Fungible Token), la mitica casa automobilistica italiana vuole celebrare la gara della Sarthe. L’omaggio viene messo in risalto dal nome, che fa riferimento al successo ottenuto 76 anni fa, nella regina delle corse endurance, dalla Ferrari 166 MM carrozzata Touring.
Al volante della pimpante “barchetta”, in quella memorabile edizione della sfida francese, si alternarono Luigi Chinetti e Lord Selsdon (anche se quest’ultimo diede un apporto più che altro simbolico). Per i due, il gradino più alto del podio. Doveroso onorare la memoria di quel sigillo, che aprì una felice liaison, durata nel tempo.
Gli uomini del “cavallino rampante” hanno pensato alla F76 per il tributo. Questa, come già scritto, non è una vettura di produzione, ma un progetto pionieristico virtuale. Cavalca le tendenze dei nostri giorni, dettate dalla fredda era digitale. Per questo non ha il calore e neppure il colore delle sportive in nobile materia fisica che entusiasmano gli appassionati di tutto il mondo. L’hypercar in esame punta a unire la tradizione Ferrari all’innovazione del design e delle tecnologie informatiche.
Pensata per i clienti dell’esclusivo programma Hyperclub, questa creatura della “nuova era” è uno degli asset digitali dell’iniziativa creata dalla Casa di Maranello per supportare le 499P impegnate a Le Mans e nel mondiale endurance. Ai membri del sodalizio viene data la possibilità di vivere l’intrigante esperienza al fianco della squadra ufficiale.
Lo sviluppo grafico è stato curato dal Centro Stile diretto da Flavio Manzoni, che ha lanciato lo sguardo oltre l’orizzonte. Ne deriva un lessico futuristico, privo di mordente emotivo, almeno in relazione ai canoni sensoriali dell’era attuale, ma in futuro il senso del gusto potrebbe cambiare.
Sul piano stilistico, la Ferrari F76 guarda al futuro, ad un futuro molto lontano. I tratti della carrozzeria sfuggono alle regole del gusto attuale e si proiettano in territori nuovi e inesplorati. Chi è nato nutrendosi di capolavori come la 250 GTO o la F40 troverà stucchevoli i tratti espressivi, ma le nuove generazioni, magari, coglieranno qualche elemento di gradevolezza.
Quello della Ferrari F76 viene descritto come un progetto visionario, che ridefinisce i confini del design automobilistico, grazie a un approccio parametrico in cui forma, funzione e performance si fondono come un unico organismo. Nel modello si miscelano la biomimetica, i principi architettonici, l’ingegneria e l’informatica, con diversi brevetti. Personalmente avrei aggiunto la componente passionale ed artistica.
La presenza della doppia fusoliera non è solo un vezzo stilistico, ma nasce soprattutto dalla ricerca aerodinamica, con l’obiettivo di pulire al massimo i flussi. Inedita la foggia dei profili alari, che sperimentano nuovi territori. Le geometrie sembrano votate alla massima efficienza, con elementi ripresi dal mondo vivente, come le branchie laterali.
Il canale centrale, sgombrato da elementi e sovrastrutture, funziona come un’ala, per concorrere all’effetto suolo. Una scelta, questa, finalizzata alla deportanza. Molto accurato il trattamento dello specchio di coda, dove la presenza di un’appendice alare alta e di un grande diffusore concorre alla causa del carico verticale, per ancorare il mezzo all’asfalto (se ci sarà ancora l’asfalto in questo futuro remoto che non mi fa per nulla sognare).
I più attenti avranno notato nel profilo laterale qualche vago richiamo alla F80. Un modo per evidenziare come la supercar di punta del marchio sia destinata a influenzare i futuri modelli di produzione. Forse non è una buona notizia. Ritengo che altre “rosse” sarebbero delle muse ispiratrici migliori. Per fortuna, nel frontale, si vive qualche vaghissima connessione con la GTO (288).
Gli spazi interni della Ferrari F76 sono pensati per esaltare la condivisione e l’esperienza di guida. Come detto, i due posti sono separati da cockpit distinti. Questi sfruttano la tecnologia drive by wire e sincronizzano ogni componente di guida, dal volante ai pedali (un po’ come succede ai comandi di un aereo). In tal modo entrambi gli ospiti a bordo possono partecipare attivamente all’esperienza di guida, condividendo in tempo reale tutte le sensazioni.
Anche per questa hypercar digitale sono stati previsti degli spazi per la personalizzazione. Tre diverse opzioni di design sono state rilasciate come drop esclusivi nel corso dei tre anni del programma Hyperclub. Grazie a questa piattaforma, i clienti hanno potuto dare vita alla propria F76, diventando parte attiva di una community esclusiva e innovativa, dove tradizione e innovazione si incontrano nel segno della passione. Anche in tal modo la Ferrari comincia il suo viaggio verso il futuro. Vi piace l’idea? Amate questo approccio? Se lo gradite, fatecelo sapere.











Fonte | Ferrari
 
					