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Antonio Filosa ha chiesto aiuto ai sindacati per chiedere all’UE di rivedere i piani: le loro reazioni

Secondo Antonio Filosa la regolamentazione europea ha “imposto obiettivi molto stringenti in un breve lasso di tempo”

Antonio Filosa

Dal primissimo incontro fra i sindacati e Antonio Filosa, nuovo CEO di Stellantis, svoltosi due giorni fa a Mirafiori sono emerse ulteriori risultanze che esulano dagli annunci relativi a un corposo piano di assunzioni che porterà, proprio a Mirafiori, circa 400 nuovi lavoratori in accordo con l’avvio della produzione della nuova Fiat 500 con motorizzazione ibrida.

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Fra le discussioni emerse c’è infatti quella che riporta in auge l’annoso tema delle regolamentazioni europee destinate al mondo dell’auto. La volontà di Antonio Filosa, così come di Stellantis e di altri gruppi e costruttori automobilistici, rimane quella di puntare su una concreta revisione della regolamentazione europea.

Secondo quanto ammesso dallo stesso Filosa, la necessità rimane proprio quella di “rivedere la regolamentazione europea che non tiene in debito conto della realtà del mercato così come del contesto industriale”. La novità però è un’altra. Forse per la prima volta Stellantis, per bocca dello stesso Antonio Filosa, ammette che c’è necessità di avviare una collaborazione in virtù di quello che viene ragionato come “un obiettivo collettivo”. Filosa ha infatti aggiunto che oltre all’apporto dell’ACEA c’è bisogno di coinvolgere “tutti gli stakeholder”, con particolare interesse rivolto alle “organizzazioni sindacali di tutte le aree in cui operiamo, a partire dall’Italia dove abbiamo un grande piano che si chiama Piano Italia”. Il coinvolgimento dei sindacati nell’opera di revisione delle politiche europee è sicuramente una novità, in accordo con un approccio che appare sicuramente differente rispetto alla gestione precedente, all’approdo di Antonio Filosa, di casa Stellantis.

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La necessità delle sigle sindacali coinvolte, ma anche dello stesso Antonio Filosa, risulta essere quella di invertire definitivamente la rotta

Secondo Antonio Filosa la regolamentazione europea ha “imposto obiettivi molto stringenti in un breve lasso di tempo, finendo per spiazzare sia la domanda che l’offerta”. Di conseguenza appare necessario “cambiare le regole” in modo da tornare ad offrire una gamma più appetibile e più vicina alle esigenze della clientela; soltanto in questo modo potrà essere rilanciata la produzione secondo il punto di vista di Antonio Filosa. Allo stesso tempo il nuovo CEO di Stellantis ha tracciato quelli che sono i passaggi da compiere per raggiungere tali obiettivi: rivedere il concetto di neutralità tecnologica; incoraggiare il rinnovo del parco auto; sostenere il Segmento delle piccole auto; rivedere i target sui veicoli commerciali.

Condizioni ben chiare anche alle sigle sindacali. La FIOM-CGIL, dopo aver riconosciuto l’importanza dell’incontro fra Antonio Filosa e i sindacati italiani, ha ammesso che “la situazione di Stellantis in Italia ci consegna un quadro che necessita di un vero e proprio testa coda per invertire la direzione degli ultimi anni che a oggi non c’è stato”. Nella nota rilasciata dalla sigla sindacale si apprezza la volontà di puntare sull’assunzione di 400 nuovi lavoratori a Mirafiori, seppure “per gli altri stabilimenti non sia stato proposto alcun segnale di rigenerazione dell’occupazione a partire dagli enti centrali”. Oggi gli ammortizzatori sociali coinvolgono circa il 60% dei dipendenti italiani di Stellantis, secondo la FIOM-CGIL, condizione che andrebbe invertita velocemente.

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Incontro Stellantis Sindacati
L’incontro fra Antonio Filosa, CEO di Stellantis, e i sindacati italiani a Mirafiori

L’Italia rimane centrale

In risposta ai ragionamenti sul Piano Italia, Antonio Filosa ha ribadito che nella strategia europea di Stellantis l’Italia rimane centrale confermando le tempistiche ragionate sebbene le sigle sindacali chiedano un’applicazione più immediata. Come già accennato, rimane comunque qualche preoccupazione nel giudizio delle sigle sindacali presenti all’incontro.

Secondo Ferdinando Uliano, che è segretario generale della FIM-CISL, le 400 assunzioni proposte per Mirafiori rappresentano sicuramente “un segnale positivo”. Tuttavia la produzione complessiva prevista per il 2025, che non raggiungerà le 310.000 unità di veicoli prodotti in Italia, avrà “inevitabili riflessi su occupazione e ammortizzatori sociali. Motivo per il quale serve un rafforzamento strategico del Piano Italia con nuovi investimenti e nuovi modelli”. D’altronde rimangono “rimangono aperte criticità serie negli altri stabilimenti che vanno affrontate con urgenza”, ha aggiunto ancora Uliano.

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Per ciò che riguarda invece la produzione a Melfi, con l’imminente avvio della produzione della Jeep Compass e l’arrivo il prossimo anno di DS N°7 e Lancia Gamma, sull’attuale DS N°8 la FIM sollecita l’implementazione di propulsori ibridi e l’assegnazione di un ulteriore modello per sostenere l’indotto. Su Termoli rimane invece da sciogliere il nodo della Gigafactory, con alcune novità che Antonio Filosa ha ammesso saranno presentate nei prossimi mesi; la FIM ha chiesto di chiarire in fretta la strategia in modo da “garantire una produzione nazionale di batterie, indispensabile per l’autonomia industriale italiana”.

Infine la UILM ha ammesso che quello tracciato da Filosa introduce un percorso positivo, “ma ancora tutto da costruire”. Allo stesso tempo Rocco Palombella e Gianluca Ficco, segretari UILM, hanno aggiunto che di certo il cambio di passo atteso dipenderà dalle politiche europee che “stanno distruggendo l’industria senza davvero salvare l’ambiente”.

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