Il cambio di nome da Panda a Pandina non è un semplice esercizio di stile o un colpo di genio di qualche reparto marketing in Fiat che si era sentito troppo creativo dopo il terzo caffè. È, piuttosto, un gesto strategico e identitario. Fiat vuole infatti riscrivere la storia della sua city car più famosa, mantenendo intatto l’affetto del pubblico ma aggiornando la sua immagine per l’era del digitale, delle elettrificazioni e delle auto che si parcheggiano da sole. Senza danni, possibilmente.
La nuova Pandina non nasce certamente per confondere, ma per mettere ordine in un mondo automobilistico sempre più affollato. Gli analisti del marchio torinese avevano notato che la coesistenza di Panda, Pandina e le imminenti “Grande Panda” e “Giga Panda” rischiava di mandare in tilt i consumatori, specie fuori dall’Italia, dove la differenza non sempre suona così ovvia. Così, nei mercati europei, Fiat ha deciso di unificare tutto sotto un solo nome: Pandina, breve, riconoscibile e con quel pizzico di affetto che fa tanto “vecchia amica di famiglia”.
Ma attenzione: dietro la dolcezza del nome si nasconde una strategia convinta. L’obiettivo è l’imperativo della semplificazione della gamma, per rafforzare l’identità del brand e preparare il terreno per l’arrivo dei modelli più grandi e tecnologici. Allo stesso tempo, Pandina resta fedele al suo DNA: un’auto accessibile, pratica, capace di muoversi nel traffico cittadino.
La gamma si articola in tre livelli di allestimento, pensati per ogni tipo di automobilista. La Pandina Pop è la versione “pane e burro”, essenziale ma imbattibile nel prezzo: con incentivi e rottamazione, può scendere sotto i 10.000 euro, una cifra che oggi suona quasi vintage. La Pandina Icon, più raffinata, aggiunge comfort, dettagli estetici curati e un touchscreen da 7 pollici per chi vuole sentirsi un po’ premium anche nel traffico. Infine, la Pandina Cross, la più completa e modaiola, sfoggia assetto crossover, sensori di parcheggio e colori dedicati, per chi ama fingere di guidare un SUV. Con prezzi che spaziano dai 9.950 ai 17.800 euro, la city car Fiat rimane fedele alla sua missione di: essere l’auto più pragmatica e furba del mercato europeo.