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Fiat 126, solo 25 anni fa l’ultimo esemplare di un mito che ha fatto la storia

Il successo della 126 derivava dalla sua semplicità. Economica, facile da guidare e con una manutenzione alla portata di tutti.

fiat 126

Il 22 settembre 2000 è una data che segna la chiusura di un capitolo fondamentale dell’automobilismo italiano: la (vera) fine della produzione della Fiat 126, una delle utilitarie più iconiche e longeve della storia del marchio torinese. Questo modello, nato nel 1972 come erede della 500, ha rappresentato per decenni il simbolo della mobilità accessibile, conquistando milioni di automobilisti in Italia e all’estero.

La Fiat 126, progettata da Sergio Sartorelli, venne presentata per la prima volta al Salone dell’Auto di Torino nel 1972. Pur mantenendo lo schema tecnico della 500, con motore e trazione posteriore, la city car offriva un design più moderno e interni meglio studiati per lo spazio e il comfort. Lunga poco più di 3 metri e con un peso di appena 600 kg, era spinta da un motore bicilindrico raffreddato ad aria da 594 cc capace di 23 CV, più che sufficienti per muoversi agilmente nel traffico cittadino.

Fiat 126

La produzione iniziò nello stabilimento di Cassino, ma già nel 1973 partì anche in Polonia, nello storico impianto di Bielsko-Biała, dove la 126 trovò un secondo mercato di riferimento diventando un vero fenomeno sociale. In Italia divenne l’auto più venduta per oltre vent’anni, con oltre 3,3 milioni di esemplari immatricolati. Complessivamente, tra Italia, Polonia e altri Paesi come Austria e Jugoslavia, uscirono dalle fabbriche più di 4,6 milioni di unità.

Il successo della 126 derivava dalla sua semplicità. Economica, facile da guidare, con costi di gestione ridotti e una manutenzione alla portata di tutti, rappresentò la soluzione ideale per milioni di famiglie a basso reddito. Le sue dimensioni compatte la rendevano perfetta per le strette vie delle città europee. Nel corso della carriera arrivarono vari aggiornamenti, tra cui la 126 Bis del 1977 con motore potenziato a 26 CV, e la popolarissima versione 126p, costruita su licenza in Polonia, ribattezzata affettuosamente “Maluch” (piccolina). Da qui usciranno gli ultimi esemplari.

Fiat 126

Normative sempre più severe su sicurezza ed emissioni decretarono la fine del modello, stoppata nel 2000 (ma in Italia ben prima, nel 1991) favorendo altre ultracompatte torinesi più al passo coi tempi. La 126, però, rimane nel cuore degli appassionati come icona di un’epoca in cui possedere un’auto significava conquistare libertà e indipendenza, e il suo fascino intramontabile continua a richiamare nostalgici e giovani estimatori del vintage su quattro ruote.