Fernando Alonso è stato immortalato al volante della sua Ferrari 512 TR, sulle strade di Monte Carlo. Qui le supercar sono di casa, ma la scultura a 12 cilindri del “cavallino rampante” riesce sempre a produrre nuovi stimoli emotivi in chi la osserva, specie se al posto guida c’è un ex campione del mondo di Formula 1 come lui. Ricordiamo che l’asso spagnolo vinse due titoli iridati con la Renault e disputò ben cinque stagioni come portacolori della scuderia di Maranello nel mondo dorato dei Gran Premi.
Alla luce di ciò, nessuno può dubitare della sua passione per i gioielli a quattro ruote, testimoniata nel video odierno dalla passeggiata fatta a bordo della già citata Ferrari 512 TR. Impossibile non farsi sedurre dalle alchimie estetiche e sonore di questa affascinante coupé, erede intermedia della stirpe Testarossa, nata per evolvere la capostipite, portandola verso nuovi lidi prestazionali. I progressi sono sottolineati dallo stile, reso più muscolare rispetto all’auto di partenza. Tutto questo senza perdere un solo grammo dell’eleganza iniziale.
A differenza di quanto accade spesso nel settore automotive, dove con una certa frequenza le revisioni stilistiche si traducono in un danno nel look dei prodotti, qui il restyling ha fatto centro, senza note stonate. Del resto a generarlo ci ha pensato Pininfarina, non un marchio qualsiasi. La firma del lavoro grafico è, nello specifico, quella di Pietro Camardella, valente stilista legato a molte auto speciali.
La Ferrari 512 TR è una delle vetture più seducenti di tutti i tempi. Nonostante siano passati alcuni decenni dal suo lancio, stupisce ancora per la modernità espressiva del look, che non accusa la presenza di rughe connesse all’avanzamento anagrafico. Incredibile il carisma del modello, paragonabile a quello della Testarossa e molto superiore a quello della successiva F512M, che ha fatto fare un passo indietro alla famiglia, sul piano visivo.
Nella “rossa” in esame gli interventi sono stati molto ben calibrati, su tutti i fronti della tela grafica: anteriore, profilo, specchio di coda. Il muso propone un certo family feeling con la 348, nella parte bassa, anche se con un’interpretazione specifica. La sezione laterale mostra un diverso trattamento dei paraurti, una pinna del cofano posteriore più marcata rispetto a prima e dei cerchi dallo stile diverso e con un più ampio dimensionamento (18 pollici, contro i 16 della Testarossa).
Dietro si coglie la fisionomia differente del cofano motore, che fa il paio con il trattamento originale dell’area degli scarichi. Anche i gruppi ottici sono diversi nelle nuance. Il “cavallino rampante”, poi, qui è cromato. Sembrano dei piccoli interventi, ma non lo sono affatto. Dalla loro miscela deriva una presenza scenica ancora più vigorosa, ulteriormente rafforzata dalla verniciatura integrale.
Con la Ferrari 512 TR l’evoluzione della Testarossa si sviluppò nel migliore dei modi, superando brillantemente i limiti di una sfida che avrebbe fatto tremare i polsi di chiunque. La magia della vettura di partenza è stata preservata, nonostante l’ammodernamento visivo, che ha preso forma con un design ancora una volta iconico e spettacolare, capace di entrare nel cuore di tutti. La stessa sintonia emotiva si raggiunge con riferimento al motore, scrigno prezioso di ogni “rossa”. Anche qui gli uomini di Maranello hanno dato una splendida prova di maestria, migliorando la tempra energetica e la fruibilità, senza turbare ma anzi esaltando il carattere di partenza.
Il V12 da 4.943 centimetri cubi di cilindrata, con angolo di 180 gradi fra le bancate, è stato portato a 428 cavalli di potenza massima, dai 390 iniziali, con un miglioramento della curva di coppia e del campo di utilizzo, per un’azione ancora più efficace, nei vari contesti operativi. Ciò è stato reso possibile da interventi mirati su pistoni, albero motore, condotti di aspirazione e di scarico. L’iniezione elettronica Bosch Motronic M2.7 fu scelta al posto di quella meccanica Bosch K-Jetronic della Testarossa.
Con queste modifiche, la Ferrari 512 TR si spinse a un livello di performance nettamente superiore a quello della progenitrice. Molto più vigorose divennero le metriche, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4.8 secondi e da 0 a 1.000 metri in 22.9 secondi. Nelle stesse prove, la vetture precedente fermava i cronometri, rispettivamente, sul tempo di 5.8 e 24.1 secondi. La punta velocistica raggiunse quota 314 km/h, contro i 290 km/h dell’altra. Notevoli i progressi messi a segno sul fronte della guidabilità e dell’handling, grazie anche al leggero abbassamento del baricentro e alla migliore robustezza del telaio tubolare in acciaio, ora dotato di elementi a sezione più grande.
L’impianto frenante, come ovvio, non rimase fuori dall’ondata dei cambiamenti, guadagnando una forza e un resistenza alla fatica che mancavano all’antesignana. Pure questo può essere visto come un passo in avanti sul piano della godibilità del mezzo, che ancora oggi emoziona al massimo, nonostante un profilo prestazionale nettamente inferiore a quello delle sportive odierne.
Le nuove supercar hanno fatto un salto in avanti di portata quantica sul fronte della potenza e delle performance, ma volete mettere il romanticismo della “vecchia” Ferrari 512 TR? E poi, come resistere al fascino catalizzante delle sue linee mozzafiato? Il fatto che Fernando Alonso abbia un esemplare della specie in garage vorrà dire pure qualcosa…o no? A voi il video della sua uscita a Monte Carlo in compagnia della storica ammiraglia del “cavallino rampante”.
Fonte | TopGear