C’è da dire che dall’incontro fra Antonio Filosa, nuovo CEO di Stellantis, e il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, partecipato anche dal presidente di ANFIA (l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, Roberto Vavassori, non è emerso poi molto. Se non uno scarno comunicato proposto dal Ministero coinvolto e qualche sibillina dichiarazione dello stesso Antonio Filosa, che comunque aveva ammesso di aver preso parte a un incontro “cordiale” utile per stabilire i punti di un approccio da mettere appunto assieme al Governo Italiano.
Che l’incontro di ieri mattina avrebbe ragionato sui punti espressi in queste ore dai vertici di Stellantis, ovvero dallo stesso Antonio Filosa, prima, e da Jean-Philippe Imparato poi, sembrava chiaro. Una condizione che a leggere quanto ammesso qualche ora dopo l’incontro svoltosi a Palazzo Piacentini, pare evidente. Alla base dell’incontro è stata infatti posta in essere una discussione necessaria a ristabilire i punti cardinali attraverso i quali passerà il futuro dell’industria automobilistica, non solo in Italia, ma soprattutto su scala europea. Allo stesso tempo la discussione ha anche guardato a fornire aggiornamenti sulle attività del Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA proposte oggi in Italia.
Emerge allora una certa sintonia fra Stellantis e il Governo Italiano che sposta nel dimenticatoio le frizioni precedentemente imposte nel rapporto fra la governance antecedente a Filosa, quella con Carlos Tavares a capo del Gruppo, e la compagine di Governo. Ora la necessità del gruppo riunitosi ieri a Palazzo Piacentini è quella di trasformare le discussioni in azioni reali e concrete da sottoporre alla Commissione Europea e da tramutare poi in un cambio di passo corposo.
Stellantis, con l’apporto del Governo e di ANFIA, punta a rivedere completamente le norme europee
L’incontro di ieri fra Antonio Filosa, in veste di CEO di Stellantis, il Ministro Adolfo Urso e il presidente di ANFIA Roberto Vavassori ha permesso di approfondire tematiche importanti, come quelle legate alle discussioni sul futuro dei veicoli commerciali. La necessità posta a capo dei ragionamenti condivisi è quella di rivedere le norme europee, ritenute irrealistiche oltre che dannose per il futuro dell’intera industria automobilistica. Ciò anche in accordo con la ripresa dei confronti su scala europea, in rapporto alle tematiche sulla decarbonizzazione e sull’approccio rivolto all’auto elettrica a partire dal 2035, attesi a Bruxelles il 12 settembre prossimo.
D’altronde Stellantis ha già annunciato che presto proporrà una corposa revisione al piano Dare Forward, nato e ragionato ai tempi di Carlos Tavares; soluzione che ben si sposa con le posizioni del Governo su un necessario cambiamento di posizione in tema di politiche comunitarie specificamente rivolte al panorama dell’auto. Una ulteriore posizione in comune fra le parti è risultata essere quella legata alla possibilità di favorire la produzione di modelli di piccole dimensioni, condizione che ha rappresentato un modello centrale nella storia produttiva italiana per ciò che riguarda il comparto dell’auto. Per fare ciò serve però una evoluzione del piano normativo europeo, così come si era già espresso ieri lo stesso Jean-Philippe Imparato. I presenti all’incontro svoltosi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy hanno poi concordato di ritrovarsi a breve per porre in esame l’aggiornamento dello studio sulla competitività, così come le prospettive della filiera italiana in modo da identificare il dialogo con la Commissione Europea e gli Stati Membri “per ripristinare la neutralità tecnologica e prevedere flessibilità nelle regolamentazioni CO2 di veicoli leggeri e pesanti”, si legge nella nota.
Le voci dei sindacati
L’incontro fra il CEO di Stellantis, Antonio Filosa, il Ministro Adolfo Urso e il presidente di ANFIA, Roberto Vavassori, ha provocato anche qualche reazioni da parte delle principali sigle sindacali coinvolte in relazione alla situazione attuale degli stabilimenti italiani del Gruppo.
Secondo Gianluca Ficco, che è segretario nazionale della UILM e responsabile del comparto automotive, l’incontro pare abbia voluto “nascondere i problemi oggettivi degli stabilimenti italiani dietro un velo di debole ottimismo”. La soluzione per mettere fine al continuo ricorso alla cassa integrazione, secondo Ficco, sarebbe quella di “completare le assegnazioni di vetture ibride a tutte le fabbriche italiane, a cominciare da Cassino, e soprattutto di allestirle con motorizzazioni adeguate”. Stesso punto di discussione avanzato dal segretario generale della FIM CISL, Ferdinando Uliano, che guarda alla necessità di “migliorare il piano industriale per gli stabilimenti italiani” a cominciare dall’urgenza di affrontare “la delicata condizione dello stabilimento di Termoli”. Uliano ha anche ribadito “la necessità di incontrare in tempi brevi il nuovo amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa. Sarebbe un segnale importante non solo verso i lavoratori, ma anche verso il Paese”, sollecitando anche il Governo alla riapertura di un “tavolo Stellantis” per l’individuazione di soluzioni condivise. Infine Samuele Lodi, segretario nazionale della FIOM-CGIL e responsabile del settore mobilità, ha aggiunto che “mentre Stellantis e il governo si incontrano e si rassicurano reciprocamente e scaricano le loro responsabilità sull’Ue, la situazione negli stabilimenti Stellantis nel nostro Paese precipita. È necessaria la convocazione a Palazzo Chigi per affrontare la situazione ed è necessario un piano industriale da parte di Stellantis”.