In Stellantis si torna a parlare, con sempre maggiore interesse, di auto piccole ed economiche per provare a ridare linfa a un mercato europeo dell’auto in piena sofferenza. Stavolta, dall’IAA Mobility 2025 di Monaco, ha detto la sua anche Jean-Philippe Imparato. Il vulcanico Chief Operating Officer per l’Enlarged Europe Region di Stellantis, già ex CEO di Alfa Romeo, ha infatti fatto sentire la sua voce dando forma alle intenzioni del Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA. Jean-Philippe Imparato, che si era già posto su linee decisamente critiche nei confronti dell’Unione Europea sulla gestione delle scadenze destinate all’introduzione sul mercato dei nuovi veicoli elettrici, ha infatti chiesto all’UE maggiori garanzie per tornare a puntare su modelli economici di dimensioni ridotte.
Senza troppi giri di parole, Jean-Philippe Imparato ha infatti ammesso che la volontà di Stellantis è quella di riportare sul mercato modelli appartenenti al Segmento A; ciò rappresenta “una sfida indispensabile per il mercato e per i consumatori”, garantendo l’impegno, su questo tema, da parte di costruttori e gruppi automobilistici. D’altronde la necessità è quella di tornare a puntare su un contesto che oggi vede le utilitarie ormai praticamente quasi escluse dai listini dei costruttori europei, così come più volte espresso anche dal presidente di Stellantis John Elkann e in queste ore pure dal nuovo CEO Antonio Filosa: “nella nostra visione sarebbe necessario introdurre una categoria nuova, sul modello delle Kei-car giapponesi”, ha ammesso proprio filosa al Sole 24 Ore. Se “nel 2019 in Europa c’erano 49 modelli diversi di auto al di sotto dei 15.000 euro”, ha ammesso Jean-Philippe Imparato, “oggi ne abbiamo soltanto una”.
Jean-Philippe Imparato ha ripreso un tema già ragionato da John Elkann negli ultimi mesi
Quanto espresso da Jean-Philippe Imparato all’IAA Mobility 2025 di Monaco si lega a un ragionamento già espresso qualche mese fa da John Elkann, quando accanto all’allora CEO di Renault, Luca de Meo, aveva proprio teorizzato una scelta ricadente lungo questa direttrice. Quella teorizzata invece da Jean-Philippe Imparato sembra essere una vera e propria proposta figlia di un approccio più articolato se non pressoché definitivo.
Il numero uno della regione europea di Stellantis ha infatti ammesso che il Gruppo ha intenzione di proporre all’Unione Europea un piano utile a garantire listini che siano in grado di garantire un vero e proprio valore industriale, pur guardando a temi legati all’ecologia e al sociale cari alla nuova generazione di automobilisti. Secondo le stime snocciolate da Jean-Philippe Imparato oggi il parco auto europeo è composto da 260 milioni di autovetture con un’età media di circa 12 anni, dato che scende a 10 anni soltanto in quattro Paesi mentre in altri si arriva a toccare una media di 17 anni. La sfida attuale è quella, in questo modo, di “rinnovare il 10% del parco auto circolante ogni anno, con ricadute anche in termini di emissioni”, ha ammesso Imparato. Per questo motivo il COO per l’Enlarged Europe Region di Stellantis ha aggiunto anche che la richiesta nei confronti della Commissione Europea è quella di “riconoscere un vantaggio ecologico nel rottamare ad esempio un veicolo di 15 anni”. Fino ad ora le politiche comunitarie, su emissioni e omologazioni, non hanno infatti reso più remunerativo produrre veicoli popolare secondo Jean-Philippe Imparato.
Si fa quindi sempre più spazio la necessità di mettere su strada “una nuova e specifica categoria di veicoli che rispondano a regole differenziate”, ha aggiunto Imparato, ovvero quei modelli che potranno permettersi di disporre di un prezzo di approdo inferiore a 15.000 euro. Non solo elettrici però; la volontà di Jean-Philippe Imparato è che questi modelli siano equipaggiati con propulsori a benzina, abbinati a tecnologie ibride di tipo mild hybrid e in grado di non andare oltre i 120 km/h di velocità massima oltre che in accordo con la necessità di utilizzare contenuti “ecologici, economici ed europei”. Tutti modelli progettati e realizzati in Europa, sulla base di un apporto normativo che veda la partecipazione di costruttori ed enti regolatori. Bisognerà però comprendere quella che sarà la risposta della Commissione Europea in tal senso.