Ursula von der Leyen riceve un avvertimento chiaro. La presidente della Commissione europea, che venerdì 12 settembre incontrerà i principali leader dell’industria automobilistica nell’Ue, sa già che si troverà di fronte a un fronte compatto di resistenze. Questa volta, le voci dei produttori del Continente si presentano unite e decise.
Se alcune aziende extraeuropee, come Kia, non contestano apertamente la scadenza del 2035 per la transizione completa ai veicoli elettrici, i costruttori europei, sia come gruppo che individualmente, sono in aperta contestazione. L’obiettivo fissato dall’Ue è considerato “irrealistico” dall’ACEA, l’associazione che raggruppa tutti i principali produttori del Vecchio Continente.
Diversi membri avanzano richieste separate, con BMW che propone di spostare la deadline al 2050, quindici anni dopo la data attuale indicata da Bruxelles. Anche Antonio Filosa, nuovo CEO di Stellantis, si è schierato contro la rigidità della misura, distanziandosi dall’ex amministratore Carlos Tavares, favorevole a un’applicazione rigorosa.
Filosa, entrato nell’ACEA dopo che Tavares l’aveva disertata, sostiene la necessità di maggiore flessibilità dall’Ue per consentire una transizione realistica verso l’elettrico. In un’intervista a Les Échos, il manager italiano ha chiesto all’Europa di considerare tempistiche più lunghe e incentivi concreti per supportare i produttori. Il problema non è il concetto di elettrificazione, bensì la tempistica.
Nessuno vuole vedere gli ingenti investimenti già effettuati nei veicoli elettrici andare sprecati. Al Salone di Monaco, infatti, la maggior parte dei modelli presentati sono elettrici: si contano 23 vetture su 31 totalmente a batterie. Tuttavia, i produttori sottolineano come la sfida sia triplice: oltre a rispettare la scadenza europea, devono affrontare dazi statunitensi e la pressione competitiva cinese. Da qui le richieste all’Ue di rinviare le scadenze e di sostenere economicamente le aziende, attraverso incentivi e bonus per la rottamazione o conversione dei veicoli più recenti.
Stellantis propone anche “supercrediti CO2” e, specialmente nel suo responsabile europeo Jean-Philippe Imparato, sollecita un alleggerimento dei vincoli Ue, soprattutto per i veicoli commerciali soggetti agli standard CAFE e alla riduzione delle emissioni a 81 g/km.
L’obiettivo di veicoli elettrici al 100% in Europa entro il 2030 “non sarà mantenuto” nella nuova versione del piano strategico 2030 prevista per il primo trimestre del 2026, ha dichiarato proprio Imparato all’apertura del salone dell’auto di Monaco di Baviera in Germania.