Nelle scorse ore il Financial Times ha pubblicato un articolo sul presidente di Stellantis e di Ferrari John Elkann che sta facendo molto discutere. Si parla del 2025 come del suo “annus horribilis” a causa di una serie di vicende che lo hanno colpito sia dal punto di vista personale che da quello lavorativo. Nell’articolo si dice che l’anno che si sta per concludere è stato tutto in salita per il rampollo della famiglia Agnelli che ha dovuto fare i conti con problemi di varia natura.
Il 2025 che si sta per chiudere è forse stato l’anno peggiore in assoluto per John Elkann travolto dai problemi
Si parla ovviamente delle vicende personali relative alla disputa con la madre Margherita sull’eredità della nonna Marella senza tralasciare le questioni giudiziare ancora aperte relative all’accusa di presunta frode fiscale. Ovviamente ampio spazio viene dato nell’articolo anche alle questioni legate alle sue attività imprenditoriali con il calo da inizio anno del 18% delle azioni di Exor e ancora le polemiche relative alla vendita di Gedi, senza dimenticare le questioni legate alla Juventus e allo stesso team di F1 della Ferrari ed in particolare il flop relativo alla decisione di ingaggiare Lewis Hamilton cosa che per il momento non si è rivelata come una scelta saggia.

Ovviamente ampio spazio nell’articolo di John Elkann viene dato anche alla questione legata a Stellantis che vive un momento difficile dopo l’addio di Carlos Tavares e l’arrivo di Antonio Filosa. Il settore è in forte difficoltà anche a causa delle scelte politiche specie in Europa che hanno reso tutto ancora più complicato e non si vede la fine del tunnel al momento.
Ovviamente le colpe non sono tutte di John Elkann. Del resto il mercato automobilistico europeo è in caduta libera da anni, aggravato da politiche green ideologicamente vincolanti che hanno progressivamente smantellato la capacità produttiva interna. L’obiettivo, spesso irrealistico, di eliminare le auto a benzina entro il 2035 – ora sospeso – ha comportato rottamazioni industriali, delocalizzazioni e un investimento forzato nel mercato elettrico, che si è rivelato complesso e rischioso. La dipendenza dalla Cina, che controlla la catena globale delle batterie al litio e altri componenti essenziali, ha ulteriormente complicato la competitività delle imprese europee, permettendo l’ingresso di veicoli cinesi a basso costo sostenuti da forti aiuti statali.
In questo contesto, le strategie di John Elkann probabilmente non sono state sempre incisive. Stellantis ha progressivamente ridotto la produzione in Italia, nonostante gli impegni dichiarati in termini di investimenti e occupazione. La fusione di FCA con il gruppo Peugeot ha evidenziato uno squilibrio interno, a favore della parte francese. Parallelamente, l’acquisizione del 20% della cinese Leapmotor ha ulteriormente allontanato la produzione dal territorio europeo.
John Elkann ha tentato di rassicurare il Parlamento italiano, promettendo di mantenere l’Italia al centro della strategia Stellantis e di salvaguardare i posti di lavoro, dopo un’uscita milionaria dall’ex AD Carlos Tavares. Tuttavia, i mesi successivi hanno mostrato uno scenario di incertezza per gli stabilimenti italiani, con il rischio di ulteriori riduzioni e delocalizzazioni. Considerando che lo Stato italiano ha investito oltre 220 miliardi di euro nella Fiat negli ultimi trent’anni, l’amarezza e il bilancio in rosso sono evidenti.

Insomma si spera che per il presidente di Stellantis e Ferrari la situazione possa notevolmente migliorare nel corso del prossimo anno che si preannuncia decisiva sotto diversi fronti per il rappresentante della famiglia Agnelli.
