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Lancia Flavia: 65 anni per un’auto della vecchia scuola italiana

Declinata in più versioni, seppe entrare nel cuore di molta gente.

Lancia Flavia
Foto Lancia Official

La Lancia Flavia compie 65 anni nel 2025. Un compleanno importante per la vettura torinese, prodotta in varie declinazioni dal 1960 al 1971. Nell’architettura più classica questa proposta vestiva l’abito di una berlina, ma l’auto in esame fu declinata anche in versione coupé Pininfarina, convertibile Vignale e Sport Zagato.

Notevole il successo commerciale, documentato dai quasi 90 mila esemplari prodotti, in due serie differenti. A lei toccò il ruolo di ammiraglia della gamma, dopo il congedo della Flaminia, rispetto alla quale risultava più “compatta”. Lunga 4.580 mm, larga 1.610 mm e alta 1510 mm, la Lancia Flavia aveva comunque misure piuttosto generose per i canoni italiani del tempo.

Il progetto stilistico della berlina portava la firma di Piero Castagnero. In questa veste non era propriamente un’auto da sogno, ma svolgeva con dignità visiva il suo compito. Per farla breve, si notava la sua natura di auto di fascia alta, ma la collocazione al top del listino della casa torinese non era gridata.

Lancia Flavia
Flavia I Serie (Foto Lancia Official)

Spingendo l’attenzione oltre l’estetica si apprezzavano i suoi contenuti innovativi, frutto delle competenze professionali dell’ingegnere Antonio Fessia, cui fa dato l’incarico di progettarla. Dotata di motore e trazione anteriore, la Lancia Flavia puntava sull’architettura a 4 cilindri contrapposti di tipo “boxer”: una soluzione mai vista prima sulle opere della casa automobilistica torinese. Fra i suoi plus, i materiali nobili scelti per plasmarlo.

Singolare il posizionamento dell’unità propulsiva, ancorata ad un telaio ausiliario frontale, che puntava ad abbassare il baricentro del veicolo, con i vantaggi che potete immaginare in termini di guidabilità stradale. Anche questa fu una prima assoluta per Lancia, come la presenza dei 4 freni a disco di serie: una soluzione mai vista in precedenza su una vettura italiana del normale listino.

La Lancia Flavia fu progettata per occupare lo spazio di listino fra la Appia e la già citata Flaminia, di cui prese idealmente il posto, quando giunse la fine del ciclo commerciale di quest’ultima. Così andò ad insediarsi al vertice della line-up produttiva del marchio piemontese, anche se con un posizionamento più basso dell’altra.

Il suo debutto prese forma al Salone dell’Auto di Torino, nel mese di settembre del 1960. Poche settimane dopo fu messa a disposizione della stampa, per le consuete prove dinamiche, all’autodromo di Vallelunga. Se la linea non metteva tutti d’accordo, maggiore convergenza di giudizio si registrava per l’abitacolo, apprezzato quasi da tutti per la sua raffinatezza.

Dentro era possibile accogliere fino a 6 persone, anche se il maggiore livello di comfort si aveva con 4 passeggeri a bordo. Buono l’assorbimento delle asperità, come l’isolamento dai rumori esterni e dalle vibrazioni. Sulla Lancia Flavia si viaggiava come in un salotto, almeno per i canoni di quel periodo storico. Questa vettura piacque per i suoi contenuti. Ecco perché i clienti non mancarono all’appello, regalando più di una gioia ai vertici aziendali.

Lancia Flavia
Flavia II serie (Foto Lancia Official)

Proposta inizialmente con un motore da 1.5 litri di cilindrata, in grado di sviluppare una potenza massima di 78 cavalli, la Lancia Flavia fu poi proposta anche con un cuore da 1.8 litri, con 92 cavalli, il cui lancio avvenne nel 1963. Due anni dopo, la stessa unità propulsiva fu dotata di iniezione meccanica, per un funzionamento più fluido e regolare. I riflessi dell’innesto si fecero sentire anche sulla dotazione energetica, cresciuta a 102 cavalli.

Poi fu il turno del motore da 2.0 litri che, con la stessa alimentazione, toccava quota 124 cavalli, contro i 115 della sorella a carburatori di pari cilindrata. Altri aggiornamenti e cambiamenti marginali avvennero nella gamma durante il ciclo commerciale del modello. Nel 1967 giunse la seconda serie della berlina in esame, con un look pesantemente rinnovato e ammodernato. Il progresso anagrafico si coglieva specialmente nel frontale, diventato più al passo con i tempi e meno teatrale.

La versione di punta fu la 2000 LX, che esaltava il lusso della Lancia Flavia, con finiture ancora più sfiziose. Nella declinazione meno attempata della specie, l’unità propulsiva al vertice della famiglia guadagnò due unità energetiche, spingendosi a 126 cavalli, grazie ad una diversa fasatura, che dava più tiro nella gamma di utilizzo più frequente, e all’uso dell’iniezione elettronica Bosch, che diede vita alla 2000 i.e., cui va il primato prestazionale della specie, con una punta velocistica vicina ai 190 km/h.

Lancia Flavia
Coupé Pininfarina II Serie (Foto Lancia Official)

La Lancia Flavia berlina, in questa configurazione, sublimò i suoi contenuti, di alto profilo per quanto riguarda gli aspetti dinamici, il comfort, la qualità costruttiva e la robustezza. Dal punto di vista estetico, la versione più chic fu, senza dubbio, la coupé Pininfarina del 1961, che ammaliava per il suo design da Dolce Vita.

Sotto il cofano anteriore c’era inizialmente l’unità propulsiva 1500 della sorella berlina, portata a 90 cavalli di potenza massima. Poi fu il turno del motore da 1.7 litri, appena più potente (92 cavalli) ma più elastico e regolare nel funzionamento. Nel 1963 giunse la variante da 1.8 litri, sempre con la stessa dotazione energetica, ma ancora più fluida nell’azione. La potenza crebbe a 102 cavalli con l’innesto dell’iniezione meccanica.

Anche la Lancia Flavia coupé Pininfarina ebbe un restyling, per quanto leggero, che prese forma nel 1969. Così divenne ancora più moderna e al passo coi tempi, allineandosi meglio alle mode di quegli anni. Al vertice della gamma si andarono a posizionare le successive unità da 2.0 litri, con 115 cavalli nella versione a carburatori e 124 cavalli in quella ad iniezione meccanica.

Lancia Flavia
Sport Zagato (Foto Lancia Official)

Ancora più alte le cifre della successiva 2000 HF, con iniezione elettronica. Questa vettura seppe mettersi in luce anche nelle corse. Fra le altre varianti del modello di cui ci stiamo occupando, una delle più note e coinvolgenti è stata la Lancia Flavia Sport Zagato, dal look particolarmente snello e sportivo, il cui debutto in società avvenne quando le lancette del tempo segnavano l’anno 1962. Fu la più veloce e insolita della specie.

Per certi versi aveva un look futuristico. Sicuramente il suo aspetto si offriva agli sguardi con note di grande modernità rispetto ai canoni di quegli anni. Certo, non era propriamente elegante, ma aveva dei muscoli e delle rotondità ben calibrate, per entrare nel cuore della gente. Era pure molto veloce. Prese forma nelle versioni 1500 e 1800. Oggi, nei raduni di auto storiche, cattura sempre un certo livello di attenzione. Ridotti i numeri produttivi.

Poi fu il turno della Supersport Zagato, plasmata in modo diverso dallo stesso autore dell’altra: il designer Ercole Spada. Fu più un prodotto da esibizione, visto che prese forma in soli 3 esemplari, per interferenze nocive coi suoi piani produttivi, che cassarono il sogno. Della Lancia Flavia non poteva mancare una versione scoperta, battezzata Convertibile, il cui vernissage avvenne al Salone dell’Auto di Torino del 1962. Il disegno era in questo caso di Giovanni Michelotti per Vignale. Si trattava di un’auto glamour, adatta anche alle sfilate presidenziali en plein-air. Il lusso si coglieva a vari livelli e con note di grande piacevolezza. La meccanica era la stessa delle sorelle coupé by Pininfarina.