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Citroën SM: 55 anni per la coupé con motore Maserati

Anche se non è una regina di bellezza, ha carisma da vendere.

Citroën SM
Foto Citroën

La Citroën SM compie 55 anni. Risale, infatti, al 1970 il debutto in società di questa vettura, orientata al lusso oltre che alla sportività. Possiamo considerarla una prova di orgoglio del “double chevron“, in un segmento mai cavalcato prima. Qui siamo al cospetto di un mezzo di fascia alta, che puntava al confronto diretto con brand aristocratici, più abituati a presidiare quel segmento di mercato.

Nota pure come Citroën-Maserati, per mettere in risalto la stretta connessione con la casa automobilistica modenese, questa granturismo di matrice nobile aveva molte frecce al suo arco. L’obiettivo era quello di innalzare la percezione del marchio, elevandone l’immagine verso nuovi lidi, che dessero maggiore ribalta alla sua inclinazione verso la qualità, non sempre riconosciuta in modo congruo, a dispetto dell’evidenza innovativa delle proposte a sua firma fatte nel tempo.

Nel mirino c’erano i costruttori tedeschi, con particolare riferimento, nel caso specifico, alle grosse coupé prodotte nella confinante nazione. A fornire l’unità propulsiva della Citroën SM ci pensò Maserati. La cosa fu resa possibile dall’acquisizione da parte della casa transalpina della quota di maggioranza del “tridente”.

Dalla combinazione fra il cuore modenese e le sospensioni idropneumatiche francesi non poteva che derivare un prodotto speciale, fuori dagli schemi. Dall’Italia giunse il motore V6 a carburatori da 2.7 litri di cilindrata, in grado di sviluppare 170 cavalli di potenza massima, per una velocità di 220 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 9.5 secondi.

Non sono cifre da bolide di Le Mans, ma lasciano trapelare una discreta verve prestazionale, resa ancora migliore dalle versione a iniezione, coi suoi 178 cavalli, tradotti in uno scatto da 0 a 100 km/h in 8.9 secondi. La liaison con la casa automobilistica italiana è evidenziata nella sigla della Citroën SM, che è l’acronimo di Sport Maserati.

Il debutto in società di questa sfavillante coupé, lunga quasi 5 metri, avvenne al Salone dell’Auto di Ginevra. Qui l’accoglienza fu subito molto calda, lasciando percepire senza filtri l’interesse del pubblico nei suoi confronti. L’allora presidente Pierre Bercot, che si era accollato i rischi dell’insolita sfida, tirò un sospiro di sollievo, virato presto in un caldo compiacimento.

Citroën SM
Foto Citroën

Quella vettura piacque molto. Lo sfarzo della sua carrozzeria nasceva da scelte stilistiche coraggiose e raffinate, frutto del genio creativo di Robert Opron, talentuoso allievo di Flaminio Bertoni. Impossibile passare inosservati a bordo di un mezzo del genere che oggi, come allora, continua a calamitare gli sguardi, per la forza del suo carattere stilistico. Anche l’abitacolo è innovativo, oltre che lussuosamente rifinito, in linea con le aspettative indotte da un mezzo del genere.

La Citroën SM puntava in alto e non lo nascondeva. Il comfort di marcia era di altissimo livello. Ciò non stupisce, perché è prassi ricorrente nella liturgia del costruttore francese. Qui gli ospiti sono coccolati al meglio, in spazi interni felicemente allestiti, dove si vivono viaggi ovattati, in stile tappeto volante. Solo il sound del motore viene percepito a bordo, con note delicate ma di grande presa emotiva. Anche se i decibel sono bassi, si percepisce la nobiltà del cuore.

Notevole il carattere visivo della vettura transalpina, che si presenta agli sguardi con un cofano lungo e aggressivo, pronto a fendere l’aria. Il grande parabrezza panoramico e il lunotto avvolgente completano il pacchetto estetico, nel segno della coerenza linguistica. Al buon comportamento dinamico della Citroën SM dava il suo apporto il passo ridotto rispetto alla DS, da cui mutuava la piattaforma.

Citroën SM
Foto Citroën

Come riferito in un’altra circostanza, il servosterzo dinamico Diravi, ad assistenza e riallineamento automatico, assecondava il piacere di guida, senza strapazzare in manovra. Una soluzione evoluta anche questa, allineata alla spirito innovativo del modello. Sul fronte propulsivo si puntò sulla connessione con Maserati, ma con un paletto: la necessità di tenersi sotto i 16 cavalli fiscali, per evitare le penalizzazioni fiscali previste oltre quella soglia dalla normativa tributaria francese.

La cilindrata scelta per il V6 fu di 2.7 litri. Nella versione a iniezione del 1972 regalava uno scatto da 0 a 100 km/h in 8.9 secondi e una punta velocistica di 228 km/h, grazie ai 178 cavalli messi al servizio delle sue dinamiche. Poi fu il turno dell’unità da 3.0 litri, sempre a 6 cilindri, da 180 cavalli, giunta in gamma quando le lancette del tempo segnavano l’anno 1973. Ci fu anche la versione con cambio automatico, per chi anteponeva il comfort a tutto il resto.

La verve non era da bolide da Gran Premio, ma si intonava perfettamente all’indole del modello. Anche se ebbe una gestazione lunga, la Citroën SM non accusò certo il peso degli anni durante la sua permanenza sul mercato, fino al congedo del 1975.

Nel tempo vennero alla luce anche delle varianti speciali, approntate da Chapron, compresi due allestimenti presidenziali, destinati all’Eliseo. Purtroppo i frequenti cicli di messa a punto richiesti dalla complessa tecnologia della grossa coupé francese ridussero progressivamente l’entusiasmo dei clienti nei suoi confronti, allentando l’interesse di mercato.