Una Lancia Rally 037 Stradale del 1984 sarà battuta all’asta dagli specialisti di Gooding & Company nella sessione di vendita in programma per metà agosto a Pebble Beach, nella Contea di Monterey, in California (Stati Uniti). Si tratta di una delle 207 unità prodotte, nello specifico di quella con telaio ZLA151AR000000089.
Altamente originale, mostra una percorrenza inferiore ai 13 mila chilometri, per l’uso parco che ne è stato fatto negli anni. Un valore aggiunto, dai sicuri riflessi sul prezzo di aggiudicazione, anche se auto di questo tipo, in genere, macinano quasi tutte poca strada, per evidenti ragioni di natura collezionistica.
Versione “borghese” di una delle vetture da rally più acclamate di tutti i tempi, la Lancia Rally 037 Stradale servì per l’omologazione del bolide da gara nello straripante Gruppo B. L’esemplare messo all’asta è accompagnato dai documenti di servizio e da un kit di attrezzi.
Al momento non sono state diffuse altre notizie, per la distanza temporale che ci separa dalla vendita, ma nelle prossime settimane la tela informativa dovrebbe arricchirsi con altri elementi descrittivi. Probabilmente torneremo sul tema quando ne sapremo di più, integrando le note già divulgate.
A Palm Beach si profila la possibilità di concorrere all’aggiudicazione di un raro e importante modello della storia automobilistica italiana. La Lancia Rally 037 Stradale, come dicevamo, sarà messa all’incanto da Gooding & Company, casa d’aste ufficiale del Pebble Beach Concours d’Elegance.
Attesi nella sessione di vendita californiana alcuni dei più importanti collezionisti, acquirenti e venditori di auto al mondo. I rilanci, anche corposi, non dovrebbero quindi mancare, per la qualità del lotto e per l’eccellenza del parterre. Fra qualche mese sapremo come andrà a finire. Nel frattempo, concediamoci un ripasso delle caratteristiche principali del modello offerto alla tentazione dei buyers.
Presentata al Salone dell’Auto di Torino del 1982, la Lancia Rally 037 è oggi una ultraquarantenne molto apprezzata. Gli appassionati, quando ne vedono una, sgranano gli occhi. Questa vettura nacque per partecipare al campionato mondiale rally. Base di lavoro fu la Lancia Beta Montecarlo Turbo di Gruppo 5. L’obiettivo dei tecnici era quello di mettere in riga le concorrenti a trazione integrale, con un bolide la cui energia si scaricava sulle sole ruote posteriori.
Per ottenere l’omologazione nel Gruppo B, massima categoria competitiva di quel periodo storico, dovevano essere prodotti almeno 200 esemplari destinati alla clientela ordinaria: questo il quantitativo minimo richiesto per avere l’approvazione della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA).
Per il telaio della Lancia Rally 037 Stradale si scelse una soluzione a struttura mista. La monoscocca centrale veniva integrata da una struttura tubolare. Il mix produceva la giusta dose di leggerezza e robustezza, in vista degli impegni agonistici. Sullo chassis trovava ancoraggio l’aggressiva carrozzeria in poliestere, con rinforzi in vetroresina.
La firma stilistica era quella di Pininfarina, ma il modello non aveva l’armonia dialettica di altre opere dell’atelier torinese, condizionato in questo caso nel suo lavoro dai vincoli dimensionali e funzionali, davvero molto stretti, che non concedevano molto spazio al libero esercizio dell’estro creativo.
L’energia propulsiva faceva capo a un motore a quattro cilindri in linea, da 2.0 litri, dotato di 16 valvole, che si giovava dell’iniezione energetica del compressore “Volumex”, che aggiungeva una grande reattività ai bassi regimi, per una pronta risposta al comando del gas, in qualsiasi frangente dell’arco di utilizzo.
Questa unità propulsiva sviluppava una potenza massima di 205 cavalli a 7.000 giri al minuto, esercitata su un peso di soli 1.170 chilogrammi. La coppia massima si fissava a quota 23 kgm, espressi a 5.000 giri al minuto. Il quadro prestazionale era abbastanza tonico, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 7 secondi e una punta velocistica di oltre 220 km/h. Ovviamente, nella versione da gara le cifre erano molto più vigorose, su tutti i fronti: noblesse oblige!
Il bolide da corsa permise alla casa torinese di aggiudicarsi il titolo costruttori nel Campionato del Mondo Rally del 1983, grazie alle imprese di Walter Röhrl e Markku Alén. Il trofeo piloti andò, tuttavia, ad Hannu Mikkola, sull’Audi Quattro. Poi la “belva” torinese dovette arrendersi alla superiore efficacia dei mezzi a quattro ruote motrici, che dominarono la scena negli anni a seguire.
Oggi la Lancia Rally 037 Stradale è una vera rarità. Questa vettura, a tratti eccentrica, stimola molti desideri nei collezionisti. Pur essendo in “abito da sera” rispetto alla sorella da corsa, ha un suo carisma. Agile e incisiva, sfoggia delle dimensioni molto compatte: 3.890 millimetri di lunghezza, 1.850 millimetri di larghezza, 1.240 millimetri di altezza, 2.445 millimetri di passo.
Il suo handling era di riferimento nel suo periodo storico. Al progetto del modello, gestito dall’ingegnere Sergio Limone, collaborarono nomi grossi come quelli di Dallara e Abarth. Dopo di lei fu il turno della Delta S4, esteticamente meno bella e sensuale, ma con più potenza e, soprattutto, con la trazione integrale, indispensabile per tenere la scena nei rally.
Fonte | Gooding & Company