Il circuito di Fiorano è la pista di casa della Ferrari. Qui vengono provate tutte le “rosse” stradali e da corsa. L’impianto fu voluto da Enzo Ferrari, con una fisionomia che prendesse spunto dai teatri di gara più importanti al mondo. Questo spiega il suo ricco assortimento planimetrico e altimetrico. Inaugurato nel 1972, si caratterizza per i circa 3 chilometri di lunghezza, con 13 curve a segnarne il ritmo. Il record fra le vetture stradali appartiene alla F80, con 1’15″30.
In questo articolo abbiamo usato i tempi sul giro ottenuti nell’autodromo del “cavallino rampante” per stilare una classifica delle “rosse” più veloci fra quelle nate come versioni estreme delle Gran Turismo moderne del marchio. Se lo gradite, seguiteci nel nostro viaggio alla scoperta di questi missili ruotati, partendo dal più rapido della specie.
Ferrari SF90 XX Stradale
A lei tocca il ruolo di primatista sulla pista di Fiorano, tra le auto della specie prese in considerazione nell’articolo. La Ferrari SF90 XX Stradale è capace di prestazioni stratosferiche. Dopo la F80, questa è l’auto “commerciale” più incisiva tra i cordoli del circuito di casa, dove segna tempi da GT da corsa. Incredibile il suo passo. Sul piano caratteriale siamo al cospetto di una delle opere più eccitanti lanciate dalla casa di Maranello negli ultimi anni, anche se altre fanno molto meglio di lei in termini sonori.
Uno degli elementi estetici più vistosi è l’enorme ala fissa posteriore a tutta larghezza, riportata in listino dopo tanto tempo. Era dall’epoca della F50 che non si vedeva una cosa del genere nella line-up del “cavallino rampante”. Come riferito in un’altra circostanza, qui la vistosa appendice aerodinamica non è integrata come sull’antesignana e sulla precedente F40, ma assicura un carico deportante nettamente più alto.
Offerta anche in versione Spider, l’auto in esame raggiunge il suo apice prestazionale nell’allestimento coupé, anche se la meccanica è identica. A cambiare sono il peso e la resistenza strutturale, leggermente meno vantaggiosi sulla scoperta. Ecco perché il tempo migliore in pista viene messo a segno dalla versione chiusa, la già citata SF90 XX Stradale, che viaggia al ritmo dei bolidi da corsa, pur senza avere le gomme slick. Estrema ma gestibile, questa “rossa” danza a velocità impressionante fra i cordoli.
Anello di congiunzione fra i modelli di listino e quelli del programma XX, la “nostra” supercar gode della spinta di un motore V8 biturbo da 3.990 centimetri cubi di cilindrata, abbinato a tre unità elettriche. La potenza massima del powertrain ibrido plug-in si spinge verso la stratosferica cifra di 1.030 cavalli. Solo la già citata F80 fa meglio di lei nel listino della casa di Maranello. Il quadro prestazionale è al top, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 2.3 secondi e da 0 a 200 km/h in 6.5 secondi. Il tempo sul giro a Fiorano è di 1’17″309. Si tratta del secondo miglior riscontro cronometrico sulla pista di casa, fra le vetture stradali della Ferrari.
Ferrari 296 Speciale
Questa è la versione hot della 296 GTB. Come la SF90 XX Stradale, viene proposta anche in allestimento aperto, ma le performance dinamiche migliori sono della coupé, protagonista del nostro articolo. Stiamo parlando di un missile ruotato, che onora al meglio la tradizione delle auto estreme del “cavallino rampante”. Con lei il costruttore emiliano ha rinnovato la tradizione dei mezzi ad alto indice prestazionale aperta dalla Challenge Stradale e proseguita con la 430 Scuderia, la 458 Speciale e la 488 Pista.
I concetti di performance e velocità appartengono al suo apparato genetico. Già nel look si nota la matrice più racing, rispetto alla sorella di partenza, della Ferrari 296 Speciale, che si erge ad anello di congiunzione fra le GT stradali e le auto da corsa del marchio. Purtroppo, rispetto alle sorelle che l’hanno preceduta nella specifica famiglia, ha un frazionamento minore, ma il sound è migliore di quello della 488 Pista.
I dati energetici e prestazionali, poi, sono di un altro pianeta rispetto a quelli espressi in precedenza dalla stirpe cui facevamo prima riferimento. La nuova “rossa” ha un’immensa forza dinamica ed è un aereo a volo radente. Sul piano stilistico sembra più incisiva della 296 GTB, rispetto alla quale si offre allo sguardo con un frontale nettamente più bello e ricco di carattere. I muscoli traspaiono da ogni centimetro del corpo vettura, ma non vanno a detrimento dell’eleganza. Difficile, anzi impossibile, trovare un’auto dello stesso segmento di mercato dai tratti puliti e raffinati come i suoi.
La Ferrari 296 Speciale è un vero oggetto del desiderio. Il suo quadro dinamico è di riferimento. Per usare un inglesismo, possiamo dire che è da best in class. Con lei si è alzata ulteriormente l’asticella, spingendo i riferimenti ad un livello incredibilmente vicino a quello delle auto da corsa, nonostante la guidabilità accessibile anche a chi non è avvezzo all’uso di tuta e casco. Il travaso della tecnologia da corsa e i progressi ingegneristici messi a segno dalla casa di Maranello hanno concorso in modo determinante alla causa.
Rispetto alla Challenge Stradale, il balzo in avanti è di portata quantica. Ben 880 cavalli sono messi sul piatto dal sistema ibrido plug-in, che ha il suo epicentro nel motore V6 biturbo da 3.0 litri di cilindrata, integrato dalla componente elettrica. Il suono è quello giusto: ricorda il rombo delle vetture a 12 cilindri del marchio, anche se con note inferiori. Grazie al supplemento energetico e al peso ridotto di 50 kg rispetto alla GTB, l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in 2.8 secondi, mentre dopo 7 secondi con partenza da fermo si è già a 200 km/h. La velocità massima supera la soglia dei 330 km/h. Il tempo sul giro ottenuto sulla pista di Fiorano è di 1’19″00, sette decimi sotto la Ferrari LaFerrari.
Ferrari 812 Competizione
A lei tocca il terzo posto nella lista delle “rosse” hot più veloci sulla pista di Fiorano. Versione estrema della 812 Superfast, ne spinge molto più in alto l’asticella, elevandosi al rango di belva da corsa, perfettamente guidabile persino nella tela urbana. Miracoli che solo dalle parti di Maranello sanno fare. La Ferrari 812 Competizione è una delle opere più aggressive e vigorose del “cavallino rampante”. Guardandola, da qualsiasi angolazione, si coglie la forza dei suoi muscoli. Una cartina di tornasole di un temperamento davvero racing.
Impossibile passare inosservati con una “belva” del genere, che cattura gli sguardi più di una top model. La sua carrozzeria in fibra di carbonio esprime energia pura, in ogni centimetro quadrato dell’esecuzione stilistica. Qui si respira il fascino evocativo degli sport motoristici, ma in un quadro di classe e raffinatezza. Proposta anche in versione Aperta, la vettura in esame guadagna il massimo rigore dinamico nell’allestimento coupé.
I contenuti ingegneristici e prestazionali sono del più alto livello. Anche quelli emotivi sono al top, per la finezza della guida e l’efficienza del suo handling. Il quadro è sigillato, nel migliore dei modi, da un sound da antologia. Roba da meritare la tutela dell’Unesco. Le note del cuore della Ferrari 812 Competizione sono incantevoli, come la progressione dell’unità propulsiva. Sotto il cofano anteriore di questa creatura in serie limitata pulsa un motore V12 aspirato da 6.5 litri di cilindrata, che non teme confronti sul piano emotivo. Per questo, anche la Daytona SP3 ne ha fatto uso, in una versione ancora più potente.
Qui i cavalli sono 830 cavalli. Stiamo parlando di purosangue della miglior razza…e non è una frase fatta. Si starebbe giorni interi a godere delle sue alchimie meccaniche e ad ascoltarne il sound. Ogni colpo sul pedale del gas avvicina in modo straordinariamente rapido al regime massimo, fissato a quota 9.500 giri al minuto. Viaggiando a bordo di questa “rossa” sembra di trovarsi su un bolide di Le Mans degli anni settanta, ma in un quadro di comfort e spaziosità di ben altro livello.
Anche la guida è molto più rilassante, pur se ugualmente coinvolgente. Sulla Ferrari 812 Competizione, i tecnici di Maranello hanno creato la migliore miscela fra gli innovativi concetti tecnologici applicati a motore, dinamica veicolo e aerodinamica. Così si sono raggiunte vette prestazionali e sensoriali mai viste in precedenza. Il tempo messo a segno sulla pista di Fiorano è di 1’20″00.
Ferrari F12tdf
Come la 812 Competizione, anche questa è una scultura dinamica coi buoi davanti al carro. La Ferrari F12tdf gode della spinta di un motore con la più classica architettura del “cavallino rampante”: quella a 12 cilindri. Dell’unità propulsiva che ne anima le danze torneremo ad occuparci più avanti. Qui partiamo da alcune considerazioni estetiche, rese più agevoli dallo splendore dell’auto, che brilla soprattutto nella vista frontale e di 3/4 anteriore, dove le note espressive raggiungono il loro diapason.
Versione muscolare della F12 berlinetta, la tdf esprime in modo molto più racing il temperamento, già spettacolare, dell’auto di partenza. A differenza di questa, è pure in serie limitata: dagli stabilimenti di Maranello sono usciti 799 esemplari. Facile immaginare l’interesse suscitato nei collezionisti da questa supercar. Tra le sue chicche, il Passo Corto Virtuale, ovvero il sistema di ruote sterzanti posteriori accoppiato ai controlli elettronici, che consente di raggiungere tempi di risposta al comando sterzo e valori di agilità propri di una vettura da corsa. Il tutto senza turbare, nemmeno in minima parte, la stabilità della vettura alle velocità più alte.
Ottimo l’apporto al piacere di guida dato dalla precisione dello sterzo, dall’efficienza aerodinamica, dal perfetto bilanciamento dei pesi e dalla qualità dello studio ingegneristico eseguito su tutti i fronti. Sotto il cofano anteriore trova accoglienza un monumentale V12 aspirato da 6.3 litri di cilindrata, che eroga la bellezza di 780 cavalli di razza, espressi in modo vibrante. La progressione lascia senza fiato, ma anche il sound toglie il respiro. Questa vettura è una calamita per il cuore, che conquista in profondità, senza il benché minimo sforzo. L’amore nei suoi confronti è un fatto naturale, direi spontaneo.
Il grande vigore energetico si traduce in prestazioni di altissimo livello, solo in parte illustrate dai dati numerici, che riporto per dovere di cronaca. L’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in 2.9 secondi, quella da 0 a 200 km/h passa in archivio dopo soli 7.9 secondi. Si spinge oltre quota 340 km/h la punta velocistica. Per completare un giro completo sulla pista di Fiorano, alla Ferrari F12 tdf basta 1’21″00: un tempo incredibile, specie se rapportato al periodo storico del modello e alla sua natura abbastanza confortevole. Questa “rossa” è diventata subito una instant classic, entrata a pieno titolo nell’antologia del marchio emiliano. Dalla sua, un coinvolgimento emotivo al top, non eroso dal tempo. Accade ai grandi capolavori.
Ferrari 488 Pista
Erede della 458 Speciale, è meno sensuale e sonora della sorella, ma ha uno stile grintoso da togliere il fiato e un temperamento di straordinaria incisività. La Ferrari 488 Pista conquista subito l’apparato emotivo. Basta uno sguardo superficiale per innamorarsi perdutamente di lei. I muscoli della carrozzeria narrano in modo immediato le sue capacità prestazionali, di riferimento. Si vede a un miglio di distanza che i nastri d’asfalto dei circuiti sono il regno prediletto di questo modello.
Impagabili le emozioni regalate su strada, dove (limiti permettendo) la “rossa” in esame scinde le molecole bituminose e poi gli atomi, come in un processo di fissione nucleare. Siamo al cospetto di un missile ruotato, dal look corsaiolo, che rapisce gli occhi e poi il cuore. Qui la centrale energetica è alle spalle dell’abitacolo, come è giusto che sia per le auto più estreme ed emotivamente coinvolgenti.
Sotto il cofano posteriore trova spazio un motore V8 biturbo da 3.902 centimetri cubi di cilindrata, che eroga una potenza massima di 720 cavalli a 8.000 giri al minuto e 770 Nm di coppia a 3.000 giri al minuto. La connessione col mondo delle corse è chiara e trova conferma nelle bielle in titanio e nei polmoni di aspirazione in fibra di carbonio. Diverse soluzioni giungono dalla 488 Challenge e dalla 488 GTE. Ottimo il lavoro eseguito per contenere il peso, ridotto di 90 chilogrammi rispetto alla 488 GTB.
Questo, insieme alla superiore cavalleria, produce un livello di performance più incisivo, con uno scatto da 0 a 100 km/h in 2.85 secondi e da 0 a 200 km/h in 7.6 secondi. La velocità massima supera la soglia dei 340 km/h. Sulla Ferrari 488 Pista un grande lavoro è stato compiuto nell’affinamento dei flussi. A documentare la qualità del risultato ci pensa l’efficienza aerodinamica superiore del 20% rispetto all’auto di partenza.
Con lei la stirpe aperta dalla 360 Challenge Stradale e proseguita con le 430 Scuderia e 458 Speciale ha avuto una degna discendenza. Peccato solo per il sound, bellissimo ma non quanto su altre “rosse”, per via della doppia sovralimentazione, che smorza le note più alte. Uno dei punti di forza di questo modello è la capacità di rendere fruibili le prestazioni mostruose di cui è capace, anche sotto il controllo di chi non è un pilota. Il tempo sul giro messo a segno sulla pista di Fiorano è di 1’21″50.
Fonte | Ferrari