Carlos Tavares ha segnato profondamente la storia di Stellantis, diventando una figura tanto influente quanto divisiva. Sotto la sua guida, molte decisioni sono risultate discutibili, spesso accentuando le tensioni all’interno del gruppo, soprattutto a discapito dei marchi italiani. Sebbene abbia avuto un ruolo cruciale nella creazione del colosso automobilistico, le sue scelte hanno privilegiato l’asse franco-tedesco, proteggendo brand come DS Automobiles, che altri avrebbero lasciato indietro.
Stellantis: ecco cosa accadrà con il passaggio da Tavares a Filosa e quali marchi rischiano seriamente
Il suo successore, Antonio Filosa, non condivide tutte le sue visioni e sta tentando di correggere alcuni errori del passato, come i problemi ai motori PureTech e ai serbatoi AdBlue. Tuttavia, Filosa deve ancora operare con vincoli pesanti: non può sacrificare DS, né tanto meno Maserati o Alfa Romeo, pur volendolo o subendone le pressioni.
Antonio Filosa non possiede la stessa attitudine strategica di Carlos Tavares. Proveniente dalla scuola di Carlos Ghosn, Tavares aveva maturato la sua esperienza guidando Renault fuori da una profonda crisi, esperienza che lo portò poi alla guida della PSA, trasformandola in un gruppo solido e competitivo. Questo percorso lo rese la figura ideale per dirigere Stellantis, con il benestare di John Elkann, erede della famiglia Agnelli.
Con Tavares, ttuttavia solo Alfa Romeo è riuscita a migliorare leggermente la propria situazione rispetto ai tempi di FCA, mentre Maserati e Lancia stentano ancora. FIAT, invece, è ancora in fase di ristrutturazione anche se le ultime novità fanno ben sperare. Se fino ad ora c’è stato un occhio di riguardo agli ex marchi di PSA, con Filosa al vertice, il focus si sposterà sui marchi italiani e americani, finora trascurati, segnando un cambio di direzione nella visione strategica del gruppo.
Antonio Filosa non ha mai nascosto il suo scetticismo verso l’elettrico spinto a tutti i costi, e sotto la sua guida Stellantis si prepara a correggere scelte ritenute troppo avventate. L’era Tavares ha puntato con forza sull’elettrificazione, ma lo sviluppo di modelli di massa esclusivamente a batteria ha comportato costi elevatissimi e ritorni incerti. Un esempio emblematico è l’Alfa Romeo Stelvio di nuova generazione, che inizialmente era previsto solo in versione elettrica: ed infatti è arrivata la decisione di introdurre anche versioni termiche posticipando il debutto di diversi anni.
Nonostante ciò, Stellantis non intende abbandonare i marchi italiani, considerati ancora strategici. Tuttavia, il rischio di fratture interne esiste: i brand francesi e Opel in questo momento sono oggi più solidi e profittevoli, mentre quelli italiani faticano ancora a raggiungere i risultati sperati. L’equilibrio nel gruppo potrebbe presto cambiare. La speranza è che alla fine Filosa riesca dove ha fallito il suo predecessore e cioè nel rilanciare i marchi italiani ma anche quelli americani del gruppo. Ovviamente sebbene in questo momento venga detto che nessun marchio è a rischio non possiamo escludere in futuro che quelli più in sofferenza possano salutare. I nomi sono quelli già noti da tempo.