Contestuamente al recente vertice intergovernativo tra Algeria e Italia, presieduto dal Presidente Abdelmadjid Tebboune e dalla Premier Giorgia Meloni, Fiat ha compiuto un nuovo passo strategico verso l’espansione della sua presenza industriale in Nord Africa.
La casa automobilistica, parte (praticamente fondante) del gruppo Stellantis, ha siglato un secondo accordo di subfornitura con il produttore italiano di componentistica Sigit, con l’obiettivo di potenziare la produzione locale nello stabilimento di Tafraoui.
L’intesa, firmata durante l’incontro tra le delegazioni istituzionali, rappresenta quindi un chiaro esempio della crescente collaborazione economica tra Italia e Algeria nel settore automobilistico. Secondo quanto dichiarato da Raoui Beji, CEO di Stellantis El Djazair (ovvero Algeria), questo accordo “testimonia l’impegno concreto nella costruzione di un ecosistema industriale avanzato in grado di unire competenze globali e sviluppo territoriale”. Beji ha inoltre sottolineato come l’iniziativa di Fiat miri a posizionare l’Algeria come un futuro hub competitivo per la produzione di veicoli nell’area mediterranea.
Nel dettaglio, la partnership di Fiat con Sigit prevede la realizzazione di componenti plastici destinati ai veicoli prodotti localmente, in collaborazione con la ENPC (Société Nationale des Matières Plastiques et du Caoutchouc) e la sua controllata Siplast. L’iniziativa rappresenta una delle prime azioni concrete del piano industriale avviato nel 2025, il cui scopo è incentivare la filiera produttiva locale.
Ad oggi, il piano di localizzazione industriale di Stellantis coinvolge già 13 fornitori locali, con l’ambizioso obiettivo di raggiungere una percentuale del 30 percento di componenti prodotti internamente per i modelli assemblati a Tafraoui. Un traguardo che punta a consolidare un sistema produttivo completamente integrato in Algeria, favorendo occupazione, know-how e investimenti sul territorio.
Un passo, l’ennesimo, quello compiuto con questo accordo italo-algerino, per confermare la presenza stabile e diffusa all’interno del Continente africano, da nord a sud, soprattutto in questo momento di crescente forza e influenza di colossi cinesi.