L’industria automobilistica statunitense non è più la potenza produttiva che era mezzo secolo fa. Negli anni Settanta, gli States assemblavano circa 10 milioni di veicoli l’anno, cifra che, nonostante la crescita demografica di oltre il 60%, nel 2023 è salita appena ad appena 10,6 milioni. Un dato che evidenzia una stagnazione strutturale, accentuata dalla concorrenza serrata di costruttori europei e asiatici. In questo quadro, Stellantis è chiamata (da tempo) a un rilancio.
Secondo Shawn Fain, presidente del potente sindacato United Auto Workers, la situazione è allarmante: “Siamo in emergenza”. Fain ha sostenuto l’introduzione di dazi doganali per arginare la perdita costante di posti di lavoro nel settore, pur essendo stato in passato un critico dell’ex presidente Trump. Le politiche protezionistiche, tra cui l’imposizione di un 25% di dazio sulle importazioni di veicoli, hanno cambiato le carte in tavola anche per i giganti del settore. Persino Mary Barra, CEO di General Motors, ha rivisto le proprie posizioni sul tema.
In questo contesto, Stellantis sta tentando un ritorno alle radici americane. Il nuovo CEO Antonio Filosa, succeduto a Carlos Tavares nel giugno 2024, ha spostato la sede del CEO a Detroit, segnalando un forte orientamento al mercato nordamericano.
Un passo concreto è l’annunciato investimento da 388 milioni di dollari per la costruzione di un Megahub logistico a Van Buren Township, previsto per il 2027. Secondo Darren Bradshaw di Mopar North America, il nuovo centro sarà un modello di efficienza tecnologica, simile a un magazzino Amazon, e punta a migliorare drasticamente la rete distributiva di ricambi auto.
Le sfide, però, restano enormi. Stellantis ha registrato nel primo trimestre 2025 un calo del 12% delle vendite negli States, con un fatturato in discesa del 14% e una contrazione del 9% nelle spedizioni. Nonostante qualche segnale positivo da Ram, Chrysler e Jeep, la strada verso una piena ripresa è ancora lunga.
Filosa ha dichiarato che l’azienda affronterà con determinazione l’impatto dei dazi, puntando su resilienza, adattamento strategico e innovazione per restare competitiva.