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Stellantis: ad Atessa uscite incentivate per oltre 400 lavoratori

Stellantis Atessa

Prosegue la crisi che coinvolge lo stabilimento Stellantis di Atessa, in Abruzzo, dove il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA ha trovato un accordo utile per la fuoriuscita incentivata di un buon numero di lavoratori fra operai, impiegati e quadri che hanno tempo fino al prossimo 31 ottobre 2025 per aderire o meno. Sono infatti 402 i lavoratori destinatari di tale provvedimento, quelli che nel giro di 48 siano in procinto di raggiungere i necessari requisiti per la pensione. Nel frattempo il contratto preliminare fra direzione aziendale e segreterie territoriali di FIM, UILM, FISMIC, UGLM e AQCFR è stato già siglato, in accordo con le RSA dello stabilimento Stellantis di Atessa.

L’accordo giunge dopo qualche mese di discussione in cui le indiscrezioni avevano già imposto il raggiungimento di un contratto di questo tipo, anche per lo stabilimento di Atessa che diventa quindi l’ultimo fra i siti produttivi italiani di Stellantis a raggiungere un accordo di questo tipo. Sappiamo già che oltre 600 esuberi sono stati già annunciati a inizio settimana presso lo stabilimento di Mirafiori, poi a Cassino dove le uscite volontarie sono 265, quindi Atessa con i già citati 402 lavoratori. Tale piano sembra destinato a proseguire, con Stellantis che prevede di mettere a punto circa 2.000 uscite volontarie complessive per ciò che riguarda i suoi stabilimenti produttivi con sede in Italia. L’accordo con i sindacati prevede quindi l’erogazione di un bonus economico utile a concludere anzitempo il ciclo lavorativo in azienda.

Ad Atessa i termini stabiliti da Stellantis dicono che c’è tempo fino al 31 ottobre per decidere

L’accordo siglato da Stellantis con i sindacati coinvolti dice che i lavoratori hanno tempo fino al prossimo 31 ottobre 2025 per aderire formalmente. Ai lavoratori destinatari del provvedimento, operai, impiegati e quadri, Stellantis erogherà per il periodo di permanenza in regime di Naspi un importo lordo utile come incentivo all’esodo. Sommando questo dato al valore delle mensilità di Naspi effettivamente spettanti, si tratta di un valore pari al 90% della retribuzione lorda percepita dal lavoratore interessato dal provvedimento.

Se invece il lavoratore necessità di ulteriori periodi di contribuzione per il raggiungimento della pensione, per un periodo di massimo 24 mesi, oltre al periodo massimo di erogazione della Naspi, Stellantis erogherà per il biennio un importo pari al 70% della retribuzione lorda del dipendente per l’intero biennio. Accanto a questo ci sarà spazio anche per una somma lorda ulteriore pari alla valorizzazione degli importi dovuti a titolo di contributi. Allo stesso modo saranno trattati pure i dipendenti che avessero bisogno di un analogo periodo di tempo per il raggiungimento dell’età minima prevista dalla legislazione attuale per il diritto alla pensione di vecchiaia. Per quanto riguarda quei dipendenti il cui rapporto sarà risolto da Stellantis stessa, ovvero a quelli che non maturino i requisiti per un trattamento pensionistico nel giro di 48 mesi dalla cessazione del rapporto, l’erogazione del bonus economico è dilazionato in questo modo: per chi ha un’età superiore ai 55 anni vengono previste 33 mensilità oltre a più di 30.000 euro di incentivo, chi rientra fra i 50 e i 54 anni di età 33 mensilità e oltre 30.000 euro di incentivo, chi rientra fra i 45 e i 49 anni beneficia di 24 mensilità e oltre 30.000 euro di incentivo, chi rientra fra i 40 e i 44 anni di 18 mensilità e oltre 20.000 euro di bonus economico e chi rientra fra i 35 e i 39 anni 12 mensilità e oltre 20.000 euro di bonus.

Stellantis Pro One Atessa

Sono circa 4.800 i dipendenti del Gruppo ad Atessa

Oggi presso lo stabilimento Stellantis di Atessa il Gruppo impiega circa 4.800 dipendenti, che si occupano della realizzazione di furgoni commerciali a marchio Peugeot, Toyota, Opel, Citroën e Fiat Professional. Va detto che fino al 2008 ad Atessa erano impiegati circa 7.000 dipendenti e va ricordato anche che lo stabilimento è stato caratterizzato da lunghi mesi di crisi e continui ricorsi agli ammortizzatori sociali nell’ultimo periodo.

Quello delle uscite anticipate è secondo la FIOM CGIL un nuovo “colpo all’occupazione”. La stessa sigla sindacale ammette come il piano odierno segua un trend negativo per l’occupazione presso il sito abruzzese, anche in relazione con un evidente calo dei valori produttivi.