Venticinque anni fa, nel 1999, appena due anni dopo la sua nascita, l’Opel Performance Center (OPC), il reparto sportivo della casa tedesca, presentò la prima Opel Astra OPC, che suscitò un inaspettato entusiasmo. In soli quattro mesi furono venduti tutti i 3.000 esemplari della serie limitata: un risultato notevole per una berlina sportiva.
La prima Opel Astra OPC che riscosse un sorprendente interesse
La nascita di questo modello non fu però frutto di una precisa strategia di marketing o di un piano di prodotto volto a lanciare la gamma OPC, ma piuttosto della necessità di rispettare alcune norme tecniche imposte dalla federazione sportiva tedesca (DMSB), secondo cui un’auto doveva essere prodotta in almeno 2.500 unità per poter essere omologata alle competizioni. Forte di una lunga tradizione nelle gare amatoriali, Opel scelse come base la versione a 3 porte della Astra-G, ritenendola ideale per l’uso in pista e nei rally. Da questa scelta nacque la prima Opel Astra OPC.
Il concept alla base della prima Opel Astra-G OPC era tanto semplice quanto ambizioso, e si rivelò estremamente efficace. La vettura presentava una carrozzeria rivisitata sotto il profilo aerodinamico ed estetico, un brillante motore quattro cilindri bialbero ECOTEC 2.0 litri a 16 valvole da 160 CV (118 kW) aspirato, un assetto particolarmente sportivo e un impianto frenante di alto livello. Era un’auto pensata per i veri appassionati.
Le sue prestazioni parlavano da sole: accelerazione da 0 a 100 km/h in 8,2 secondi e velocità massima di 220 km/h, dati che lasciavano intuire il suo potenziale. Ma il vero punto di forza era il rapporto qualità/prezzo: con un prezzo base di poco superiore ai 19.000 euro, la prima Astra OPC non offriva solo prestazioni di rilievo e una dinamica di guida entusiasmante, ma rappresentava anche un’eccellente proposta in termini di valore complessivo.
Questa vettura era indubbiamente capace di catturare l’attenzione del pubblico. Tuttavia, alla fine del 2002 ricevette – in senso letterale – una vera e propria “spinta” in più. Il motore venne ampiamente rivisitato e dotato di un turbocompressore, portando la potenza a 200 CV (147 kW). Con queste migliorie, la seconda generazione della Opel Astra OPC si affermò come una delle migliori della sua categoria in termini di dinamica di guida e prestazioni. In grado di raggiungere i 230 km/h, questa compatta berlina a 3 porte si guadagnò a pieno titolo un posto tra le vere sportive dell’epoca.
Tra il 2001 e il 2002, alla berlina a 3 porte Astra OPC si affiancarono due ulteriori versioni ad alte prestazioni: la Opel Astra Station Wagon OPC e la Opel Zafira OPC, entrambe equipaggiate con un motore turbo benzina da 2,0 litri capace di erogare 240 CV (177 kW). Le prestazioni erano di tutto rispetto: la Astra Station Wagon accelerava da 0 a 100 km/h in soli 6,4 secondi e raggiungeva una velocità massima di 244 km/h, mentre la Zafira OPC copriva lo 0-100 km/h in 7,8 secondi con una punta massima di 231 km/h. Entrambi i modelli offrivano un’eccellente stabilità e sicurezza grazie all’autotelaio elettronico interattivo, disponibile in versione IDSPlus per la Astra e IDSPlus2 per la Zafira.
Particolarmente innovativa fu la proposta della Opel Zafira OPC, che coniugava lo spazio e la versatilità di una monovolume con le prestazioni e la reattività di una sportiva, dando vita al concetto – allora inedito – di “monovolume sportiva”. Il successo fu immediato e superiore alle aspettative, tanto da rendere necessaria una revisione dei piani produttivi. I numeri parlano chiaro: furono venduti 12.000 esemplari della prima generazione della Zafira OPC, compresa una versione a GPL commissionata specificamente da Opel Italia, consacrandola come la “monovolume di serie più veloce del mondo” dell’epoca.
A metà degli anni 2000, le versioni OPC incarnavano lo spirito più sportivo della gamma Opel. Anche la Vectra-C ebbe le sue varianti OPC, disponibili come berlina a 5 porte e station wagon, entrambe spinte da un V6 2.8 turbo biturbo con fasatura variabile, capaci di scattare da 0 a 100 km/h in 6,7 e 6,9 secondi e di raggiungere velocità massime da gran turismo: 260 e 254 km/h. Dotate del telaio elettronico IDSPlus2, come la Zafira OPC, queste vetture anticiparono la Corsa OPC del 2007, che, con 192 CV, segnò un record al Nürburgring: 8’47” sulla Nordschleife.