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Stellantis annuncia 500 esuberi presso lo stabilimento di Melfi

Si tratta di condizioni di esodo volontario che rientrano in una più ampia strategia di riorganizzazione industriale proposta da Stellantis

Stellantis

Sembra non coincidere con l’annunciato Piano Italia il contesto di esuberi, mediante uscite volontarie e incentivate, che Stellantis sta praticando presso diversi stabilimenti italiani del Gruppo. Se nei giorni scorsi abbiamo discusso di un contesto simile che si faceva largo presso lo stabilimento di Termoli, ora è la volta di Melfi dove altre centinaia di lavoratori del Gruppo si apprestano ad aderire ai piani di esodo su base volontaria accompagnati da conseguenti incentivi economici.

Si tratta di condizioni di esodo volontario che rientrano in una più ampia strategia di riorganizzazione industriale proposta da Stellantis. Condizioni che alimentano le incertezze su un futuro sempre più cupo per l’intera industria dell’auto, italiana ed europea. La previsione per Melfi dice che saranno almeno 500 i tagli all’organico presso lo stabilimento lucano in provincia di Potenza. Si tratta di un complessivo pari a circa il 10% dell’attuale forza lavoro impiegata nel sito lucano, dove da tempo i livelli produttivi risultano ridotti al minimo e il continuo ricorso ai contratti di solidarietà rappresentano ormai la prassi. Gli attuali ammortizzatori sociali si concluderanno ad agosto.

Sulla decisione di Stellantis per lo stabilimento di Melfi è intervenuta anche la FIOM

Oggi i volumi produttivi dello stabilimento Stellantis di Melfi appaiono in netta discesa, anche nel confronto con i dati del 2024. Il primo trimestre di quest’anno ha registrato un calo produttivo nell’ordine del 65% in meno rispetto agli stessi tre mesi dello scorso anno; la produzione si attestata su -16.210 veicoli prodotti. Oggi presso lo stabilimento di Melfi, dopo la conclusione dei lavori sulla Fiat 500X, si producono le Jeep Compass e Renegade e di recente è stata avviata anche la produzione della nuova DS N°8.

Accanto al fatto che Stellantis proponga uscite volontarie e incentivate, va anche aggiunto che circa 250 lavoratori del sito lucano sono stati trasferiti temporaneamente presso altri siti produttivi, a cominciare dallo stabilimento serbo di Kragujevac. Sulla base di un piano comunque già in essere da più di qualche anno, che ha coinvolto oltre 2.000 lavoratori. C’è quindi il concreto rischio “di uno svuotamento di Melfi, nonostante gli annunci dei nuovi modelli”, ha ammesso la segretaria generale della FIOM Basilicata, Giorgia Calamita; la stessa Calamita ha chiesto a Stellantis ulteriori “garanzie sul turnover”.

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Attualmente i livelli produttivi di Melfi si attestano su volumi molto bassi e l’avvio della produzione della nuova DS N°8 difficilmente potrà rinsavirli. Buone speranze potrebbero invece derivare dall’avvio dei lavori sull’appena presentata Jeep Compass. Successivamente l’attesa sarà rivolta verso la nuova generazione di DS 7, dotata di motorizzazioni ibride ed elettriche, così come verso l’inedita Lancia Gamma disponibile anch’essa con doppia motorizzazione. In ogni caso la FIOM si attende garanzie ulteriori da parte di Stellantis, sebbene il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA abbia fatto sapere alle sigle sindacali che ogni risposta è legato alle tendenze del mercato: “sembra si stia configurando un vero e proprio piano di dismissione dall’Italia. Per tali ragioni, la Fiom-Cgil non ha firmato gli esuberi”, ha aggiunto Samuele Lodi che è il responsabile nazionale settore mobilità della FIOM-CGIL. Gli esuberi di Melfi si aggiungono ai 300 di Pomigliano d’Arco e ai 50 di Pratola Serra.

Ad Atessa il Contratto di Solidarietà a partire dal 12 maggio

Nel frattempo non va meglio nemmeno presso lo stabilimento Stellantis di Atessa, dove il Gruppo produce furgoni. Lo scorso 5 maggio si è infatti svolto un incontro fra la direzione dello stabilimento, le segreterie territoriali e le RSA di FIM, FIOM, UILM, FISMIC, UGLM e AQCF; ciò per aggiornare il quadro sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali all’interno dello stabilimento produttivo abruzzese, in relazione alla conclusione delle 52 settimane di ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (la cosiddetta CIGO, ndr).

È emersa quindi la necessità di procedere con un cambio dello strumento sociale adoperato, passando al Contratto di Solidarietà a partire dal prossimo 12 maggio. Le organizzazioni sindacali, in maniera unitaria, hanno dato vita a un accordo sulla base di quanto proposto dalla Direzione con la richiesta che hai dipendenti venga garantita la maturazione automatica dei ratei mensili spettanti.