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Stellantis si riorganizza in Nord America: produzione spostata per aggirare i nuovi dazi

Stellantis, a questo punto, punta a rafforzare il proprio presidio negli States, minimizzando l’impatto fiscale.

stellantis michigan

Stellantis si prepara a fronteggiare l’impatto delle nuove barriere doganali imposte dagli Stati Uniti, e lo fa con un piano industriale deciso e tempestivo. Il colosso automobilistico ha avviato un’importante ristrutturazione della propria presenza produttiva in Nord America, spostando parte della produzione dei suoi pickup dal Messico al Michigan. Un’azione preventiva per arginare gli effetti del nuovo dazio del 25% annunciato dal presidente Donald Trump su veicoli e componenti non conformi alle nuove regole dell’accordo commerciale USMCA (Accordo Stati Uniti-Messico-Canada).

A confermare le manovre in corso è stato Doug Ostermann, Chief Financial Officer di Stellantis, durante una call con gli analisti: “Stiamo ricalibrando i nostri investimenti, la forza lavoro e la presenza industriale sul territorio americano per mantenere la redditività del gruppo”, ha spiegato.

stellantis michigan

La strategia Stellantis prevede l’aumento della quota di componenti prodotti localmente, che oggi si attesta intorno all’80%, con l’obiettivo di raggiungere l’85%. Questo livello permetterebbe all’azienda di beneficiare degli sconti temporanei previsti nei primi due anni di applicazione della nuova politica tariffaria.

Tra le misure operative ci sono la sospensione dell’importazione di alcuni modelli, la possibile chiusura di linee produttive Stellantis in Messico e il rinvio della ristrutturazione dello stabilimento di Brampton, in Canada. A Windsor, intanto, la produzione di modelli iconici come Chrysler Pacifica, Voyager e Dodge Charger è momentaneamente interrotta a causa dell’instabilità normativa.

stellantis windsor

La risposta canadese non si è fatta attendere. Lana Payne, presidente del sindacato Unifor, ha espresso forte preoccupazione. Si accusa la strategia americana di essere “un piano articolato per drenare investimenti dal Canada e trasferire i posti di lavoro negli stabilimenti statunitensi”. Payne ha denunciato un trattamento ingiusto verso i componenti realizzati in Canada. Questi, pur identici, risultano tassati se montati in loco e non se assemblati negli States. Stellantis, a questo punto, punta a rafforzare il proprio presidio negli States, minimizzando l’impatto fiscale e proteggendo i margini operativi.