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Ferrari 166 Spyder Corsa: a Villa d’Este va all’asta una delle prime “rosse”

I collezionisti di tutto il mondo sono pronti ad accaparrarsi il prestigioso esemplare.

Ferrari 166
Foto da profilo Facebook Broad Arrow Group

Sembra ieri, ma sta per passare un anno dalla scorsa edizione del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este. Il noto evento per auto storiche tornerà a riproporsi a maggio, sulle rive del lago di Como, insieme ad un’asta gestita dagli specialisti di Broad Arrow Auctions. Tra i pezzi forti del catalogo spicca una Ferrari 166 Spyder Corsa del 1948, carrozzata da Ansaloni, che saprà stuzzicare le corde emotive dei collezionisti più importanti del mondo, spingendo magari il prezzo di aggiudicazione verso livelli più alti delle stime della vigilia, che danzano in un range da 5.5 a 7.5 milioni di euro.

Ampiamente certificata, questa vettura ad alto indice di originalità giunse al sesto posto assoluto nella Targa Florio del 1948, disputata con la formula del Giro di Sicilia. Altre performance luminose decorarono la sua carriera agonistica. Tanti i riconoscimenti guadagnati nel tempo, come il Best of Show al FCA National Meet 2003 e il primo premio di classe al Pebble Beach Concours d’Elegance 2004, solo per citarne un paio. Fra i punti di forza del lotto, il fatto che sia una delle prime “rosse” mai costruite, come testimonia il telaio numero 004C.

La sigla numerica portata dalla Ferrari 166 Spyder Corsa indica la cubatura unitaria del motore V12, per una cilindrata globale di 1995 centimetri cubi. Diversi i modelli identificati da questa cifra, negli allestimenti barchetta, coupé, monoposto e spyder. La destinazione dell’auto di cui ci stiamo occupando erano i campi di gara. Gli uomini della casa di Maranello la progettarono guardando all’universo racing, per soddisfare le richieste dei clienti dal piede più pesante, interessati alle gare ma intrigati dalla possibilità di guidare il mezzo anche su strada, nella (quasi) “ordinaria” vita quotidiana.

Ferrari 166
Foto da profilo Facebook Broad Arrow Group

L’acquisto iniziale di questo esemplare avvenne a cura del lombardo Soave Besana, imprenditore dolciario dal sangue blu. Il compito di plasmare la carrozzeria fu affidato ad Ansaloni, che fece ricorso a parafanghi di tipo motociclistico, rimovibili, insieme ai gruppi ottici, per le gare di Formula 2. La Ferrari 166 Spyder Corsa era dotata di un telaio a traliccio di tubi d’acciaio di varia sezione, con rinforzi diagonali. L’azione frenante si legava alla buona volontà dei quattro tamburi, che faticavano a contrastarne la verve dinamica. Splendidi i cerchi a raggi Borrani, alle cui alchimie il marchio del “cavallino rampante” rimase ancorato per diverso tempo.

Dopo la vendita, la “rossa” in esame si spostò in Francia. Poi migrò negli Stati Uniti d’America, dove è rimasta fino ad oggi. La maggior parte del tempo, in questa lunga parentesi d’oltreoceano, l’ha trascorsa in aree museali, dove è stata coccolata con grande amore, a seguito di un accurato restauro. Sublime il lavoro effettuato dagli artigiani incaricati di questo ringiovanimento, che prese forma togliendo lo stucco e le ammaccature, per ridare ai fogli in alluminio della carrozzeria la foggia di pezzi lisci, che sembrano appena usciti dalla fabbrica. Il tutto con un paziente lavoro, durato centinaia di ore.

Ora la Ferrari 166 Spyder Corsa con telaio 004C si prepara nuovamente a passare di mano, per regalare gioie incredibili al nuovo possessore, chiamato a custodire questo pezzo di storia del “cavallino rampante”, che suscita molti desideri d’acquisto, anche se il sogno dello shopping potrà essere accarezzato da pochi fortunati, dotati di un conto in banca faraonico.

Fonte | Broad Arrow Auctions

Foto | The Broad Arrow

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