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Alfa Romeo RZ: 30 anni per l’incompresa

Alfa Romeo RZ
Vista di profilo dell'Alfa Romeo RZ (Screen shot da video SupercarClassics)

Sono passati 30 anni dal suo debutto, ma l’Alfa Romeo RZ conserva intatto il suo carisma. Questa vettura a due posti secchi fu svelata nel 1992 e declinava in chiave scoperta la sorella SZ. In totale prese forma in 278 esemplari, quindi in un quantitativo davvero molto ridotto. Ad incidere sul risultato commerciale fu la richiesta meno sostenuta del previsto.

La RZ aveva personalità da vendere, ma la clientela si aspettava forse una tempra prestazionale migliore e più intonata al look. Così nel 2013 la parentesi produttiva giunse al suo epilogo, senza particolari soddisfazioni del management. Peccato, perché il modello ha doti di un certo livello, nonostante la cavalleria sottotono in rapporto al quadro estetico.

A pesare sul triste destino commerciale ci pensò anche l’asincronia rispetto alla domanda di spider, che era venuta a scemare quando lei giunse in listino. Oggi, nel mercato del collezionismo, si stanno apprezzando con più intensità i suoi contenuti. L’Alfa Romeo RZ è una sportiva compatta. Le sue dimensioni sono piuttosto ridotte: 4060 millimetri di lunghezza, 1730 millimetri di larghezza, 1310 millimetri di altezza. Questo concorre alla maneggevolezza della Roadster Zagato sulle strade più guidate. Il suo comportamento dinamico molto preciso è in buona parte ascrivibile alla messa a punto curata da Giorgio Pianta: un nome, una garanzia.

Anima viva del modello è un motore V6 da 2959 centimetri cubi di cilindrata, con alesaggio di 93 millimetri e corsa di 72,6 millimetri. Dotato di due valvole per cilindro e alimentato da un sistema di iniezione Bosch Motronic ML 4.1, mette sul piatto una potenza massima di 210 cavalli, a 6200 giri al minuto. La coppia massima tocca quota 25 kgm a 4500 giri al minuto. Questa energia si scarica sulle ruote posteriori ed è chiamata a muovere un veicolo pesante 1388 kg in ordine di marcia, con il supporto di un cambio manuale a 5 marce.

Le prestazioni non sono da supercar, ma non sono neppure da buttare: l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in 7,8 secondi, il chilometro con partenza da fermo viene archiviato in 30,1 secondi, mentre la velocità massima si fissa in prossimità dei 230 km/h. In quegli anni queste cifre descrivevano una discreta verve, ma l’impatto scenico della carrozzeria avrebbe preteso di più, molto di più. Anche il prezzo sollecitava delle aspettative più alte, perché risultava più che doppio rispetto all’ammiraglia 164 spinta dallo stesso cuore.

La natura scoperta dell’Alfa Romeo RZ implicava un aggravio alla bilancia di 132 kg rispetto alla coupé, per i necessari interventi di irrobustimento strutturale. Ciò andava ad incidere sulle performance e sull’handling, meno pungenti che sull’altra, ma nei tratti sinuosi l’agilità e la tenuta di strada della versione roadster non sono troppo distanti da quelle della sorella coupé.

Lo stile della carrozzeria non è per nulla bello. Anzi è piuttosto tozzo, ma è proprio in questa scelta che ci concentra la sua forza dialettica. Guardandola, sembra di essere al cospetto del guanto di un pugile, pronto a prendere a pugni l’asfalto. Non esistono mezze misure: un’auto del genere o la si ama o la si odia. Impossibile restare tiepidi.

Crea più convergenze il trattamento dell’abitacolo, che mette d’accordo un numero più alto di persone. A dominare la scena è il trattamento sportivo degli interni, con una strumentazione dal profumo vintage che ben si coniuga alle forme della plancia e al taglio dei sedili in pelle, molto avvolgenti. La sua traccia nella storia è però rimasta per la silhouette di questa creatura del “biscione”, dotata di scocca portante in acciaio con rivestimento in materiale composito (Modar e fibra di vetro).

L’Alfa Romeo RZ dispone di dischi autoventilanti sia davanti che dietro. I suoi cerchi in lega da 16 pollici di diametro calzano gomme 205/55 all’avantreno e 255/50 al retrotreno. Il ventaglio dei colori comprendeva il Rosso Alfa (con interni panna), il giallo (con interni neri) e il nero (con interni bordeaux). Fuori gamma i tre esemplari in tinta argento metallizzato (con interni bordeaux) che sbocciarono durante il ciclo produttivo, immagino su richiesta di qualche facoltoso cliente al quale non era possibile dire di no.

Probabilmente, se avesse avuto qualche cavallo in più, la Roadster Zagato sarebbe stata venduta in un numero ben più alto di esemplari, ma le cose sono andate come sono andate e non è il caso di fare della dietrologia. Purtroppo la casa milanese faticò a smaltire lo stock di Alfa Romeo RZ in magazzino. Il ciclo di vendita si spinse ben oltre la fine della produzione. Andò decisamente meglio alla SZ.

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