Continuano i problemi allo stabilimento automobilistico Stellantis di Melfi. I sindacati accusano il gruppo automobilistico di produzione disorganizzata e di deterioramento delle condizioni di lavoro. Crescono le preoccupazioni per i licenziamenti e il calo dei salari.
Crescono le preoccupazioni dei sindacati per lo stabilimento Stellantis di Melfi
“La ripresa della produzione dello stabilimento di Melfi è posticipata almeno fino all’8 settembre e non c’è certezza su cosa accadrà dopo. Questa volta non è un problema di mancanza di componenti, ma di mancanza di organizzazione da parte del management. I timori dello staff sono aggravati dal fatto che finora il programma di lavoro non è chiaro. Non si sa quando e come avverrà l’effettiva ripresa della produzione. Inoltre, nonostante le ripetute richieste, al momento non si sa quale impatto avranno i cambiamenti sui lavoratori’, hanno affermato i rappresentanti sindacali italiani.
“Si tratta di una situazione molto grave che peggiorerà ulteriormente le condizioni generali dei dipendenti. Il passaggio ai nuovi modelli elettrici deve essere compiuto, ma non per i salari dei lavoratori che stanno già lottando con i tempi di fermo della produzione e l’aumento dei costi di manutenzione. A ciò si aggiungono i continui tagli ai servizi, il calo di produttività, l’aumento della saturazione e l’incertezza sul futuro industriale e sull’occupazione in un’area industriale in cui le aziende devono ancora ottenere ordini per nuovi modelli” hanno aggiunto i sindacati nel loro messaggio.
I sindacati annunciano un’azione di protesta nella sede delle autorità di governo della regione Basilicata. I lavoratori vogliono che i politici invitino Stellantis ad agire in modo responsabile in modo che la produzione possa continuare e i posti di lavoro rimangano. Lo stabilimento di Melfi non è l’unico del gruppo nato dalla fusione di Fiat Chrysler e PSA ad affrontare problemi nel mondo.
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