La recente notizia della chiusura dell’unico stabilimento di produzione Jeep in Cina da parte di Stellantis ha sorpreso il mondo automobilistico solo pochi giorni fa. Mentre la casa automobilistica continuerà a vendere prodotti Jeep nel paese, il passaggio a un modello di sola importazione è significativo. Potrebbe benissimo segnare la fine dell’era delle joint-venture come la conoscono le case automobilistiche in Cina, il mercato più grande del mondo.
Fine di un’era con la chiusura della fabbrica di Jeep in Cina?
Inizialmente le joint venture avevano lo scopo di aiutare le aziende cinesi a entrare nel mercato automobilistico più velocemente di quanto avrebbero potuto da sole. Per Stellantis, il suo coinvolgimento è iniziato più di un decennio fa, nel 2010, quando ha fatto coppia con la società cinese Guangzhou Automobile Group Co. (GAC). L’anno scorso, Stellantis ha chiuso uno degli stabilimenti che gestiva come parte dell’accordo e ora l’unico rimasto produce prodotti Peugeot.
Michael Dunne, amministratore delegato di ZoZo Go, una società di consulenza che fornisce consulenza alle aziende su come orientarsi nell’industria automobilistica della nazione, ha detto a Bloomberg che non si trattava solo di una singola azienda che prendeva una decisione singola su una singola linea di prodotti.
Ma probabilmente si tratta di qualcosa di più importante. Infatti i consumatori cinesi stanno prendendo consapevolezza che possono acquistare auto di buon livello anche acquistando marchi cinesi. Questo ovviamente rappresenta un bel problema per le case automobilistiche americane ed europee.
Questo atteggiamento non è poi così sorprendente considerando tutta la concorrenza interna che sta spuntando nella repubblica. Geely, Dongfeng, Sehol e altre aziende stanno lanciando attivamente sul mercato concetti e prodotti nuovi e innovativi. All’inizio del mese, BYD ha superato Tesla come leader globale nelle vendite di veicoli a nuova energia (NEV).
La stessa Tesla sembra andare bene nonostante i rallentamenti della produzione nella regione, ma altre case automobilistiche tradizionali non stanno andando altrettanto bene. Marchi storici come Volkswagen e General Motors sono considerati da Dunne “le centrali elettriche di ieri”. Da parte sua, Jeep prevede ancora di crescere nel resto del decennio in Cina nonostante la chiusura dell’impianto di produzione.

L’anno scorso Jeep ha guadagnato € 3,9 miliardi combinati tra le sue regioni Asia-Pacifico, cinese e indiana. Vuole guadagnare 20,3 miliardi di dollari (20 miliardi di euro) entro la fine del decennio. Dovrà sicuramente conquistare più dello 0,6 per cento del mercato (come ha fatto l’anno scorso) per raggiungere questo obiettivo. Vedremo dunque come si evolverà la situazione in Cina dove Stellantis sa che dovrà fare molto meglio di quanto fatto fino ad ora se vorrà diventare leader di mercato a livello globale.
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