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Le 3 Ferrari moderne col V12 posteriore più emozionanti

Le “rosse” hanno tutte qualcosa di speciale, ma alcune si collocano nell’olimpo della specie. Scoprile.

Ferrari LaFerrari

Ferrari ha una lunga tradizione di auto, stradali e da corsa, che emozionano e fanno sognare a tutte le latitudini. Le opere del “cavallino rampante” hanno sempre qualcosa in più delle altre e guadagnano facilmente il cuore degli appassionati. Sarà il carisma, sarà la storia, sarà la bellezza, saranno i contenuti tecnici, prestazionali e sensoriali, ma una cosa è certa: le proposte degli altri marchi non riescono a produrre gli stessi legami affettivi. Con le “rosse” ci si spinge oltre, in un mondo unico fatto di magia. Oggi ho selezionato per voi le Ferrari V12 aspirate a motore posteriore centrale più affascinanti dell’era moderna. Se lo gradite, iniziate il viaggio alla loro scoperta. Accendete il motore: si parte!

Ferrari F50

Fu svelata al pubblico nel 1995 e nacque per celebrare il cinquantesimo anniversario della casa di Maranello, con due anni di anticipo sulla ricorrenza anagrafica. Nel 1997, però, era ancora in produzione, per onorare al meglio la data del compleanno. A lei il compito di sostituire idealmente, al vertice della gamma, la stratosferica F40.

Anche se la Ferrari F50 aveva una scheda tecnica di incredibile spessore, che ne faceva la vettura stradale più vicina di tutte le altre a una monoposto di Formula 1, faticò a rimpiazzare nel cuore degli appassionati la mitica progenitrice, il cui carisma era inarrivabile.

Le straordinarie doti dinamiche, la presenza di un motore V12 dal sound pazzesco e una qualità costruttiva mai vista in precedenza non bastarono alla Ferrari F50 per togliere alla F40 lo scettro di regina della specie. Nel corso degli anni, però, è stata rivalutata, guadagnando progressivamente la luce che avrebbe meritato sin dal primo momento.

Anche l’estetica – seppur meno appagante di quella della supercar biturbo che l’ha preceduta – era davvero superba, specie togliendo il tetto. Sì, perché la F50 era godibile anche en plein-air, come le barchette degli anni romantici dell’automobilismo. Ricordiamo che questa vettura ha preso forma in tiratura limitata di 349 esemplari. La sua nascita fu fortemente voluta da Piero Ferrari, che accarezzava da tempo il desiderio di vedere una “rossa” fortemente imparentata con le monoposto da Gran Premio. Dalla felice intuizione è nata una delle Ferrari più entusiasmanti di sempre.

Un cuore sublime e melodioso

L’energia dinamica giunge da un motore V12 da 4.7 litri di cilindrata, con angolo di 65 gradi fra le bancate, strettamente imparentato con quello della 640 F1 del 1991. Al suo attivo 520 cavalli della miglior razza, che esaltano per l’erogazione e per le doti sonore davvero uniche e inebrianti. Come abbiamo riferito in altre circostanze, la purezza dinamica di questa supercar è unica. Ne deriva un’esperienza operativa di grande qualità sensoriale.

Ho avuto la possibilità di parlare con tre collezionisti che posseggono l’intera stirpe delle serie speciali moderne del “cavallino rampante” e tutti tessono le lodi al comportamento stradale della Ferrari F50. Il primo esemplare della specie fu consegnato al pugile statunitense Mike Tyson. Diversi personaggi famosi si misero in lista d’attesa per averne una.

La connessione del modello coi bolidi del Circus si nota anche nell’architettura generale. Su questa creatura di Maranello, infatti, il telaio è di tipo monoscocca in fibra di carbonio, con gruppo motopropulsore imbullonato e collocato posteriormente che, insieme alla trasmissione, svolge una funzione portante. Molto esteso l’impiego di materiali compositi, per ridurre le masse, aumentando al tempo stesso la rigidità. Le sospensioni, anch’esse legate al mondo delle corse, sono di tipo push rod, montate su uniball.

I numeri raccontano solo in parte la forza espressiva della Ferrari F50, ma li evidenziamo ugualmente per dovere di cronaca: il passaggio da 0 a 100 km/h richiede 3.87 secondi, mentre dopo 21.7 secondi il chilometro con partenza da fermo è già un ricordo. La velocità massima si spinge nel territorio dei 325 km/h. Non sono cifre migliori di quelle della F40, ma la guidabilità è di livello superiore. Lo testimonia anche il tempo sul giro fatto segnare sulla pista di Fiorano. Qui la F50 ferma i cronometri su 1’27″00, contro 1’29″60 dell’altra.

Ferrari Enzo

Porta il nome del fondatore della casa di Maranello, quindi doveva per forza toccare le vette dell’eccellenza, altrimenti avrebbe inficiato la qualità dell’omaggio. Secondo me ha fatto anche meglio delle aspettative, scrivendo una pagina di grande splendore nel processo evolutivo delle supercar.

La Ferrari Enzo ha portato la specie verso nuovi traguardi, mai visti prima. Al momento della presentazione, avvenuta nel 2002, lasciò tutti a bocca aperta per le sue singolari alchimie stilistiche, diverse da quelle delle altre “rosse”, ma comunque identificabili nella tradizione più nobile del “cavallino rampante”. Ken Okuyama ha disegnato per Pininfarina una creatura di forte impatto scenico e molto efficiente sul piano aerodinamico, senza ricorrere a soluzioni che potessero sporcare il suo minimalismo dialettico. Splendide le portiere ad apertura verticale.

La Ferrari Enzo è nata per dare continuità a quella stirpe di vetture sbocciata con la GTO del 1984 e proseguita con la F40 del 1987 e la F50 del 1995. In totale ha preso forma in 400 esemplari, l’ultimo dei quali donato a Papa Giovanni Paolo II per supportare un’iniziativa benefica. Evidente la connessione con le corse, grazie al travaso del know-how acquisito in decenni di gare in Formula 1.

Motore da antologia

Come su ogni opera di Maranello, il cuore di tutto è nel motore. Per lei è stato progettato un V12 da 6 litri di cilindrata, che eroga una potenza massima di 660 cavalli a 7800 giri al minuto, con un picco di coppia di 657 Nm. Il pilota è assecondato da un cambio elettroattuato a 6 rapporti nella gestione di tutta questa energia. Le prestazioni sono impressionanti. Erano al vertice assoluto durante la sua permanenza in listino; ancora oggi lasciano a bocca aperta.

I numeri, in parte, raccontano il potenziale dinamico dell’auto, ma non bastano a dettagliare il quadro, ben più incisivo e coinvolgente rispetto alla forza della loro narrazione. Ecco alcune cifre: accelerazione da 0 a 100 km/h in 3.65 secondi, da 0 a 200 km/h in meno di 10 secondi, da 0 a 1000 metri in 19.6 secondi. La velocità massima si spinge oltre la soglia dei 350 km/h, che la Ferrari Enzo supera in scioltezza. Alla bontà del suo handling concorre la leggerezza, resa possibile dall’esteso impiego di fibra di carbonio e materiali compositi su telaio e carrozzeria.

Nata nel solco delle hypercar in tiratura limitata, questa regina di Maranello ha un look completamente diverso da quello delle vetture che l’hanno preceduta, ma si capisce subito la sua provenienza. Il modello mette a frutto l’esperienza della casa emiliana nell’universo dorato della Formula 1. Tutto è funzionale all’efficienza, ma con gusto. Qui si respira a pieni polmoni la passione e la competenza degli uomini del “cavallino rampante” per il loro lavoro.

Notevole la qualità dello studio aerodinamico, che ha esplorato nuovi territori, senza far ricorso ad appendici poco gradevoli sul piano estetico. Ne derivano delle linee pulite ed emozionanti, che lasciano il segno. Sono davvero preziose nelle loro alchimie e seducono gli occhi con la forza del loro travolgente carattere. Il sound non è certo da meno. Dal propulsore della Ferrari Enzo giungono delle alchimie sonore che definire entusiasmanti è poco. Qui ci si spinge in una dimensione magica, fatta di sublimi melodie, che avrebbero incantato il celebre direttore d’orchestra austriaco Herbert von Karajan, grande cultore delle “rosse” V12 e delle loro note musicali. Chapeau!

Ferrari LaFerrari e LaFerrari Aperta

In attesa della sua erede, attesa a breve, questa è la vettura più prestazionale fra le hypercar al vertice della gamma del “cavallino rampante”. Discende da quella stirpe che annovera nelle sue file gioielli come la GTO, la F50, la F50 e la Enzo. Ovvio che sia la più veloce della specie, anche per un fatto anagrafico.

Oggi non è la “rossa” più prestazionale in assoluto fra quelle destinate alla clientela, perché la SF90 Stradale è ancora più incisiva in pista, ma quella è una vettura meno esclusiva e più recente. Il suo fascino non è paragonabile, come pure la nobiltà. A riportare le giuste gerarchie dinamiche ci penserà la discendente spirituale, ormai dietro l’angolo. In attesa di scoprire le doti, verosimilmente stellari, di quest’ultima, ci occupiamo qui della Ferrari LaFerrari, il cui appeal, col passare degli anni, non ha perso una virgola.

Stiamo parlando di un’auto sportiva ad alimentazione ibrida, prodotta dal 2013 al 2016. Il suo stile è coinvolgente al massimo; regala un colpo d’occhio pazzesco. Sembra un’astronave, una scultura futuristica. Nei tratti della carrozzeria non si legge una connessione stretta con gli stilemi del marchio, perché qui si è cercato un linguaggio nuovo, ma la paternità è ugualmente facile da riconoscere, a prescindere dai “cavallini rampanti” disseminati a destra e manca. Miracoli che solo dalle parti di Maranello sanno fare.

Nei suoi volumi ha preso forma l’idea creativa di Flavio Manzoni, capo del centro stile interno della casa di Maranello, che ha saputo conferire al modello un’aggressività al top, in un quadro formale molto pulito. Questo fa della Ferrari LaFerrari l’hypercar più coinvolgente del suo tempo. All’estetica di primo livello corrisponde una meccanica ancora più preziosa.

Propulsore ibrido, emozioni endotermiche

Cuore pulsante è un sistema ibrido, ma la parte del leone, anche in termini di appagamento sensoriale, la fa il motore endotermico V12 aspirato da 6262 centimetri cubi di cilindrata. Questa scultura ingegneristica, pregna di soluzioni straordinariamente raffinate, eroga una potenza massima di 800 cavalli a 9000 giri al minuto. Una cifra già di suo spaventosa, ma al servizio del conducente di questa “rossa” ci sono anche i 163 cavalli aggiuntivi messi sul piatto dal propulsore elettrico.

Facendo la somma, viene fuori una potenza combinata di 963 cavalli. Roba da tenere acceso l’impianto di illuminazione di un piccolo centro abitato. Questa energia vulcanica si traduce in prestazioni stratosferiche, di riferimento nel suo periodo storico. Volete alcune cifre? Eccovi serviti: accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 3 secondi, da 0 a 200 km/h in meno di 7 secondi, da 0 a 300 km/h in 15 secondi. Si spinge oltre la soglia dei 350 km/h la velocità massima. Credo non serva aggiungere altro, perché queste cifre sono ancora oggi al vertice.

Una nota pubblicità diceva che “la potenza è nulla senza controllo”. Sulla Ferrari LaFerrari il controllo è al top, grazie all’eccellenza del pacchetto tecnologico, costruttivo e aerodinamico. Telaio e carrozzeria sono in materiali compositi, con know-how da Formula 1. Molto curato lo studio dei flussi, che ha messo a frutto i migliori segreti della scienza aerodinamica, per ottenere grandissimi livelli di downforce senza sporcare la purezza delle linee dell’auto.

Il risultato è una vettura che sembra un’astronave, dove il taglio esotico dei volumi non solo appaga gli occhi, ma anche i bisogni tecnici e funzionali, nel migliore dei modi. Da questa vettura da sogno è stata ricavata una versione en plein-air, battezzata Ferrari LaFerrari Aperta. Un gioiello ancora più esclusivo e più emozionante.

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