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Transizione ecologica: la filiera vuole incontrare Mario Draghi

La transizione ecologica non convince la filiera dell’auto italiana. Le associazioni chiedono di incontrare il Presidente del Consiglio

fiat 500 elettrica

La transizione ecologica non convince la filiera dell’auto in Italia. Le associazioni che la rappresentano chiedono infatti di incontrare il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, per discutere con lui delle perplessità che sentono di dover chiarire in merito alle problematiche che deriveranno dalla transizione ecologica che si porterà via le tradizionali vetture dotate di propulsori endotermici a partire dal 2035.

La volontà del comparto sarebbe quella di puntare ad una transizione ecologica capace di ragionare nei termini di una cosiddetta “neutralità tecnologica”. Le intenzioni che hanno fatto propendere l’ANFIA a richiedere un incontro a Mario Draghi derivano dalle affermazioni del presidente dell’Associazione, Paolo Scudieri, durante il convegno Ricerca e innovazione, il futuro della mobilità organizzato all’interno del Milano Monza Motor Show 2022.

Il punto di vista del Governo sulla transizione ecologica

Come riporta Quattroruote, il convegno ha previsto anche alcuni interventi da parte del Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, il quale ha ammesso che oggi come oggi le nuove norme imposte dall’Unione Europea “generano elementi di preoccupazione” aggiungendo che il Governo Nazionale vuole puntare proprio alla “neutralità tecnologica”.

auto elettriche

Si vuole quindi puntare anche su tecnologie che riescano a rappresentare un’alternativa comunque valida al solo elettrico, in modo da preservare le prerogative oggi in essere nell’industria dell’auto a livello italiano e anche su scala europea. I segnali di preoccupazione rimangono comunque variegati tanto che si teme, come ha sottolineato il presidente di ACI Milano Geronimo La Russa, lo svecchiamento del parco auto in virtù dei costi legati alle elettriche giudicati ancora troppo elevati. Si auspicano quindi correttivi da ragionare in Commissione Europea.

Si chiedono poi certezze utili per definire al meglio programmi e investimenti che il settore deve approntare in virtù di una transizione ecologica ancora da definire sotto diversi punti di vista. Secondo Michele Crisci, presidente di UNRAE, serve anche mettere in pratica un’agenda condivisa utile all’automotive per fare in modo che non sia il solo comparto “a prendersi carico della transizione”. Ma davvero quindi a partire dal 2035 non saranno più vendute vetture dotate di propulsori tradizionali? La partita pare ancora piuttosto lunga.

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