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Caro carburanti: l’ultimo intervento del Governo scontenta tutti

L’ultimo intervento del Governo sul caro carburanti è un netto passo indietro rispetto a quelle che erano le speranze degli italiani.

Stazione di servizio

La questione del caro carburanti è di estrema attualità. Ora divampano le discussioni poiché i continui rincari stanno creando parecchi disagi alle famiglie. Insomma, così non si può andare avanti. Premesse ciò, c’è anche qualcun altro che patisce il periodo, decisamente complicato. Nella fattispecie, devono stringere i denti gli imprenditori, che minacciano seriamente di prendere provvedimenti qualora abbiano da sborsare ancora certe abnormi cifre per quanto concerne il rifornimento di luce, gas e carburante. Insomma, l’eventualità di chiusure è assolutamente concreta, ragion per cui si consiglia di intervenire in tempo utile, onde evitare di veder degenere la situazione definitivamente.

Caro carburanti: i segnali preoccupanti rilevati dalle associazioni contro la povertà

Pieno carburante

Ma non è tutto. Difatti, parecchie associazioni che si occupano di tenere sotto costante controllo la povertà quali Caritas o Cgia di Mestre hanno rilevato segnali preoccupanti. Gli enti lanciano un SOS: se il caro carburanti persisterà e le tariffe rimarranno intorno alle stesse soglie, si verificherà un netto incremento della povertà. Rilasciare commenti rassicuranti ora come ora è pressoché inutile. Serve intervenire in maniera rapida, mediante delle misure di emergenza appropriate al periodo affrontato. Un numero in costante ascesa di italiani si rivolge al reddito di base universale dell’Unione europea sull’apposita piattaforma on-line.

La proposta del Reddito di base europeo 2022

In realtà, il Reddito di base europeo 2022 al momento è una proposta internazionale. Che richiede di essere approvata dalle istituzione comunitarie affinché entri in vigore. L’idea dei promotori è di garantire un livello minimo di reddito ai cittadini italiani e del Vecchio Continente residenti in Ue. Senza nessun genere di discriminazione, occorrerebbe soltanto la cittadinanza, italiana o comunitaria. Non vi sarebbero vincoli di alcun genere né di tipo lavorativo, reddituale, immobiliare, anagrafico o giuridico, bensì sarebbe sufficiente il semplice possesso della licenza. Attualmente in fase di raccolta firme per attuare un referendum entro la fine del 2022, il budget da stanziare imporrebbe uno sforzo significativo. Per rendere l’idea, siamo nell’ordine delle centinaia di miliardi di euro.

Ora proviamo a stabilire quali comportamenti ha deciso di tenere il governo. Ebbene, l’esecutivo dell’ex presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha davanti a sé una questione. Per la precisione, rischia di incorrere in un blocco delle merci. Ciò poiché gli autotrasportatori hanno emesso un aut aut: o i poteri forti daranno una mano a sostenere la fase negativa o incroceranno le braccia. Perché con i prezzi così elevati non riescono a trasportare i beni lungo la penisola italiana.

L’opinione delle associazioni a tutela dei consumatori

L’identica posizione presa delle associazioni a tutela dei consumatori. Gli enti in questione hanno espresso i medesimi concetti, rimarcando che il rifornimento di benzina in territorio italiano è il più caro a livello continentale, o perlomeno tra i più cari. Un salasso insostenibile, a maggior ragione ora, dove vari eventi negativi hanno messo sottosopra il sistema economico.

Il bonus “fantasma” dei 200 euro

Il Consiglio dei ministri ha scelto di prendere posizione tramite un paio di strumenti. Ciononostante, permangono i dubbi e le perplessità, sicché l’intervento in questione pare “poca cosa” se rapportato alle esigenze manifestate delle persone in difficoltà. E soprattutto venendo a conoscenza della novità delle ultime ore.

Ci riferiamo al bonus per contrastare il caro carburanti del valore di 200 euro. Peccato che a scucire l’importo non sia lo Stato, bensì competerebbe alle imprese il compito di erogare il corrispettivo. E la prevalenza di loro non ha la benché minima propensione ad erogare l’incentivo al proprio personale. Alla forma fa, insomma, da contraltare la sostanza. In pratica, il contributo di 200 euro è rimasto pressoché un sogno nel cassetto almeno per la maggior parte dei lavoratori.

Caro carburanti: lo “sconto” sulle accise

Stazione di servizio

In seconda istanza, le autorità hanno analizzato le accise, ovvero delle tasse applicate sul rifornimento di benzina e diesel in Italia. Pur spacciate per mini tasse, il conto presentato è di gran lunga superiore in confronto agli altri Paesi europei. Per ridurne il peso nei bilanci delle famiglie italiane si è disposto uno “sconto” pari a € 0,25 per ogni litro. A dire il vero la mossa sarebbe stata apprezzabile, se un paio di criticità non ne avessero compromesso l’efficacia. In primo luogo, il caro carburanti è nel frattempo andato avanti e di conseguenza un litro costa oltre 2 euro.

In aggiunta, l’aiuto scadrà al termine del mese e di conseguenza riprenderà poi il solito andazzo, purtroppo ben conosciuto. Il governo aveva espresso disponibilità a concedere una proroga, che si è poi rivelata essere di giusto qualche giorno. Un misero contentino che non è sufficiente a spegnere il malcontento comune. Ergo, i tagli delle accise resteranno in vigore solamente fino ai primi giorni di maggio, dopodiché si tornerà al solito. Sia per i cittadini sia per gli imprenditori si tratta di una pessima notizia, e poco ma sicuro, dal mondo degli autotrasportatori fioccheranno le proteste.

 

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