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Le 5 Ferrari più emozionanti degli anni ’90

Ecco una selezione di “rosse” che fanno venire la febbre del “cavallino rampante”.

Ferrari F50
Un esemplare della meravigliosa V12 di Maranello

Quando si parla di Ferrari si parla di eccellenza, a tutti i livelli. Le auto sportive di Maranello sono il sogno di tutti. Non ci sono altri modelli carismatici come quelli che portano il “cavallino rampante” sul cofano. Oggi abbiamo deciso di concentrare le nostre attenzioni sulle “rosse” degli anni novanta, scegliendo le 5 vetture più emozionanti di quel periodo storico.

Manca all’appello la meravigliosa 456 GT che, per il suo fascino estetico e meccanico, merita tutte le lodi di questo mondo, ma qui ci siamo concentrati sulle opere a due posti secchi, quelle che per definizione incarnano meglio l’essenza delle auto ad alta vocazione emotiva. Del resto, Ferrari è nata con le corse e non mi sembra che l’universo del motorsport abbia lasciato molto spazio a vetture con più di un paio di sedili. Volete lanciarvi in questo viaggio adrenalinico? Bene: allacciate le cinture, che si parte.

Ferrari F355: la purezza stilistica

Questa è una delle supercar più armoniche dell’era moderna. I suoi tratti espressivi coniugano felicemente i temi dell’eleganza e della sportività. Proposta nelle varianti Berlinetta, GTS e Spider, la Ferrari F355 nacque nel 1994 come erede della 348. Rispetto ad essa è più legata alla tradizione stilistica del marchio, soprattutto nello specchio di coda. Pininfarina ha fatto un lavoro di grande qualità nel disegnare questa “rossa”, entrata subito nel cuore degli appassionati.

La sigla del modello evidenzia alcune sue caratteristiche, come la cilindrata di 3.5 litri e la presenza delle 5 valvole per cilindro. Sono cifre legate al suo magnifico V8, disposto in posizione posteriore centrale, che eroga 380 cavalli di potenza massima, a 8250 giri al minuto. Il quadro prestazionale era al vertice della categoria nel suo periodo storico, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4.7 secondi e una velocità massima di oltre 295 km/h.

Straordinarie le sue doti dinamiche, grazie alla bontà del telaio e dell’assetto. Anche l’aerodinamica contribuiva in modo importante alla sua efficienza. Sulla Ferrari F355 il sottoscocca fu completamente carenato, con alchimie funzionali alla deportanza, ottenuta con valori significativi senza sporcare la purezza espressiva della carrozzeria. Miracoli che dalle parti di Maranello sono bravi a realizzare.

Fra le novità introdotte da questa “rossa” merita di essere menzionato il cambio elettroattuato di tipo F1, derivato dalle monoposto da Gran Premio ed offerto alla scelta della clientela a partire dal 1997. Un’innovazione straordinaria, che ha cambiato per sempre il mondo delle auto sportive…e non solo. Dopo di lei, tutte le “rosse” hanno puntato su questa soluzione, copiata dall’intero asse dei rivali del marchio del “cavallino rampante”.

512 TR: un’autentica dream car

Nata come evoluzione della Testarossa, questa vettura ne ha elevato ulteriormente la grinta, senza sporcarne minimamente l’eleganza. Il merito della riuscitissima revisione stilistica va a Pietro Carmardella, autore del suo design per Pininfarina. Rispetto alla progenitrice cambiano i paraurti, il cofano motore, i cerchi ed altri dettagli, che bastano però a differenziarla in modo significativo. La Ferrari 512 TR del 1992 ha un look entusiasmante e una presenza scenica da prima della classe. Impossibile non farsi coinvolgere emotivamente dallo splendore delle sue forme, di fascino nettamente superiore a quelle della successiva F512 M del 1994.

Se l’estetica rapisce i sensi, non meno pervasiva è la meccanica, votata all’eccellenza. L’energia dinamica di questa fantastica supercar giunge da un motore aspirato da 5 litri, con frazionamento a 12 cilindri, che eroga una potenza massima di 428 cavalli. Una cifra ben più alta dei 390 cavalli sviluppati dalla Testarossa, dalla cui unità propulsiva il cuore della Ferrari 512 TR discende. Le modifiche hanno riguardato anche i pistoni, l’albero motore e i condotti d’aspirazione e scarico. Nuovo l’impianto di iniezione Bosch.

Se ne giova il quadro prestazionale, con cifre nettamente migliori della Testarossa: qui l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in 4.8 secondi (contro 5.8 secondi), mentre la velocità massima si spinge a quota 314 km/h (contro 290 km/h). Migliora anche il comportamento stradale, più confidenziale e al tempo stesso più incisivo. Completamente nuovi gli interni, resi ancora più raffinati e confortevoli.

Con la Ferrari 512 TR la casa di Maranello ha offerto alla clientela una meravigliosa granturismo, di fascino esotico, che coniugava il comfort alla bellezza, la grinta alla fruibilità, le emozioni all’affidabilità. Un sogno meraviglioso, destinato agli appassionati più facoltosi, meglio se con il “cavallino rampante” inciso nel cuore. Con lei, il listino commerciale delle “rosse” ha guadagnato una nuova perla. Ancora oggi il suo look attira gli sguardi come una calamita.

Ferrari F50: una F1 per i ricchi

Ecco un’altra auto iconica della casa di Maranello. La Ferrari F50 è stata costruita dal 1995 al 1997, per celebrare il cinquantesimo anniversario del marchio emiliano. Questa vettura ha preso il posto della leggendaria F40, continuando il filone delle supercar in serie limitata sbocciato con la GTO del 1984. Rispetto alle altre due, si caratterizza per la presenza di un motore V12 e di un tetto rigido asportabile, che consente di vivere a cielo aperto le sue incredibili emozioni dinamiche.

Stiamo parlando della vettura concettualmente più simile a una Formula 1 che sia mai stata prodotta. Il suo cuore rampante da 4.7 litri e 520 cavalli di potenza, è strettamente imparentato con quello della monoposto 640 F1 del 1989 e della 333 SP del 1993. Anche il telaio monoscocca in fibra di carbonio, con gruppo motopropulsore imbullonato e collocato posteriormente, che insieme alla trasmissione svolge una funzione portante, si lega al mondo dei Gran Premi.

Di tipo push rod, montate su uniball, le sospensioni, anch’esse di matrice racing. Bellissima la carrozzeria, plasmata in materiali compositi, che somiglia a quella di un prototipo scappato dalla pista di Sebring. Il merito del suo stile va a Pietro Camardella, autore del design per Pininfarina. Di riferimento il quadro prestazionale, con una punta velocistica di oltre 325 km/h, ma è soprattutto il comportamento dinamico a fare la differenza.

Poche auto possono essere paragonate alla Ferrari F50 in termini di piacere di guida. Chi possiede l’intera stirpe delle “rosse” in tiratura limitata ama il suo handling. Del resto, Piero Ferrari, quando l’ha voluta, ha preteso l’eccellenza, dando ai tecnici l’incarico di costruire una F1 stradale. Anche il sound è mozzafiato e produce emozioni indescrivibili. L’azione frenante fa capo ad un impianto appositamente progettato dalla Brembo, volutamente sprovvisto di ABS.

550 Maranello: eleganza a volontà

Questa granturismo ha riportato i buoi davanti al carro, segnando un cambio di passo rispetto alla F512 M, ultima discendente della stirpe Testarossa, che è andata a rimpiazzare al vertice del listino commerciale della casa del “cavallino rampante”. La Ferrari 550 Maranello del 1986 è un’auto più fruibile delle precedenti supercar a dodici cilindri del marchio emiliano, ma risulta meno esotica.

Anche se le sue linee sono di una bellezza disarmante, rispetto alla BB512 e alla Testarossa si pone su un livello carismatico nettamente inferiore. Pininfarina, qui, ha cercato forme meno estreme, puntando tutto sull’eleganza. Obiettivo centrato in pieno, come al solito. Con lei, nell’alto di gamma, è tornata l’architettura della 365 GTB/4 Daytona, a 23 anni di distanza. Fra le due auto ci sono anche delle connessioni stilistiche, in termini di proporzioni.

Cuore pulsante è un dodici cilindri da 5.5 litri, con angolo di 65 gradi fra le bancate, in grado di erogare una potenza massima di 485 cavalli a 7000 giri al minuto, con una coppia di 569 Nm a 4000 giri al minuto. Sono numeri decisamente migliori di quelli della F512 M. Rispetto a quest’ultima, la Ferrari 550 Maranello è più fruibile e al tempo stesso più prestazionale, con un netto vantaggio anche in pista. Del resto, è un progetto molto più giovane, quindi la cosa non stupisce.

L’accelerazione da 0 a 100 km/h richiede soli 4.4 secondi, mentre la velocità massima si spinge nel territorio dei 320 km/h. L’impostazione meccanica segue lo schema transaxle, con motore anteriore e cambio in blocco col differenziale sull’asse posteriore. Se ne giova l’equilibrio complessivo. Un cambio manuale a 6 marce accompagna il guidatore nella gestione della potenza. Molto lussuoso l’abitacolo.

Ferrari 360 Modena: il fascino dell’innovazione

Ha preso il posto della F355, ma lo ha fatto in modo rivoluzionario, creando un prodotto completamente nuovo, che si è elevato a riferimento per la produzione successiva delle supercar ad 8 cilindri del “cavallino rampante”. La Ferrari 360 Modena del 1999 continua a farsi ammirare a tutte le latitudini. Nessuna ruga per lei. Questa creatura di Maranello si concede alla vista con forme di grande presa emotiva, che entrano nel cuore dalla porta principale.

Ancora una volta Pininfarina ha firmato un capolavoro, dove classe e sportività si coniugano in modo impeccabile. Varie le declinazioni in cui si è offerta alla clientela: con cambio manuale o elettroattuato F1; in versione coupé e spider; nella più muscolosa Challenge Stradale, legata alle piste (dove la 360 corse in vari modi). Prima “rossa” stradale dotata di telaio monoscocca completamente d’alluminio, con sezioni differenziate, ha inseguito il tema della leggerezza, insieme a quelli della potenza e dell’efficienza aerodinamica.

Il tutto in un quadro dinamico che ha scritto i nuovi riferimenti nel suo segmento di mercato. Ricca di dettagli innovativi e altamente tecnologica, la Ferrari 360 Modena dispone di un lunotto posteriore a finestra, che consente di ammirare il cuore rampante. Si tratta di un motore V8 da 3.6 litri di cilindrata, a 5 valvole per cilindro, che eroga la bellezza di 400 cavalli di potenza a 8500 giri al minuto, con una coppia massima di 373 Nm a 4750 giri al minuto.

Questa energia, chiamata ad esprimersi su un peso a secco di soli 1290 chilogrammi, sviluppava prestazioni di riferimento per il suo tempo. Ecco alcune cifre: accelerazione 0-100 km/h in 4.5 secondi, da 0 a 400 metri in 12.6 secondi, da 0 a 1000 metri in 22.9 secondi, con velocità massima di oltre 295 km/h.

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