Haas è la squadra del momento? In termini di prestazioni, Alfa Romeo è sullo stesso livello. E anche gli svizzeri partono molto indietro. Mentre gli americani si avvicina sempre di più al Cavallino Rampante, il team di Valtteri Bottas e Guanyu Zhou vanno per la loro strada, in parte volontariamente, in parte a causa della posizione e dei regolamenti. Intervenuto ai microfoni, il direttore tecnico ha fornito un’ampia panoramica sulla situazione attualmente affrontata dalla C42, le difficoltà nei test e i problemi col budget cap.
Alfa Romeo a caccia all’indipendenza e i motivi che vi si celano dietro

Il trasferimento di componenti tra scuderie è diventata ormai una prassi in Formula 1. Poiché standardizzate dal nuovo regolamento tecnico e sportivo, i team hanno una maggiore opportunità di contare l’una sull’altra. Specialmente se c’è un rapporto di collaborazione come quello tra il Biscione e la compagnia di Maranello. In merito alle parti open-source e, pertanto, trasferibili lo sviluppo delle sinergia avviene in varie modalità. Ciò dipende dalle differenti strategiche economiche e progettuali dei singoli team.
In ottica ferrarista, Haas è la realtà che meglio capitalizza le occasioni concesse dal regolamento inerenti al trasferimento dei componenti. La VF22 spartisce con la squadra di Mattia Binotto la power unit, i gruppi sospensivi (anteriore e posteriore), nonché la scatola del cambio. La musica differisce nel caso dell’altra scuderia satellite della rossa, ovvero Alfa Romeo. Malgrado disponga del medesimo propulsore, ha optato per sospensioni sviluppate internamente. In aggiunta, la trasmissione è sì identica alla F1-75 in termini di ingranaggi, tuttavia l’involucro esterno della scatola del cambio è stato delegato a Hinwil. Il motivo è da ricercarsi nella disposizione autonoma dei braccetti della sospensione, nella gestione della cinematica e nell’impatto aerodinamico. Mentre la Haas adotta la medesima geometria pull-road della Ferrari, uno schema push-rod caratterizza la C42 al retrotreno.
Una maggiore libertà per sopravvivere
A Tech Talk, su F1TV, il direttore tecnico di Alfa Romeo, Jan Monchaux, lo ha voluto rimarcare a chiare lettere. Il perimetro di fornitura è stato ridotto per un paio di fattori. In primo luogo, c’entra il budget cap: per loro è preferibile virare in tale direzione. Quindi, la politica consente di avere maggiore libertà in questo primo campionato della nuova era. Così sviluppano le loro idee senza aver l’onere di sottostare all’operato di terzi. Attualmente, Haas e Alfa Romeo presidiano il quinto e il sesto posto in classifica costruttori, separati da sole tre lunghezze.
Nelle ultime ore è uscita peraltro una seconda intervista rilasciata da Monchaux, in tale occasione ai microfoni di Motorsport Magazin. Una lunga chiacchierata utile a porre in evidenza gli aspetti positivi emersi dai primi appuntamenti stagionali, i margini di miglioramento, oltre ad affrontare le polemiche.
La lacuna implicita nel budget cap
Un tema essenziale è il radiatore. Probabilmente Alfa Romeo attuerà degli sviluppi nel corso del campionato. D’altronde, non avverranno dei profondi stravolgimenti. Non sono la Mercedes, né hanno i mezzi per reinstallare le parti. Si tratta di una spesa, anche finanziaria, per loro insostenibile. Di conseguenza, toccherà convivere con le risorse a disposizione e ottimizzarle. Vanno avanti a compiere progressi nella galleria del vento. Pertanto, il manager non crede di avere, almeno finora, ogni elemento a disposizione per tirare le somme.
Uno dei passaggi più interessanti concerne proprie le risorse finanziarie. Il problema – ha commentato l’uomo di Alfa Romeo – è che il budget non compensa fin qui il gap nel costo della vita tra i Paesi. Pertanto, pur avendo ciascuno 140 milioni di dollari a disposizione, in rapporto a una compagine avente sede in Inghilterra o in Italia con lo stesso numero di dipendenti, hanno dei costi di manodopera maggiori. Alla fine, ciò prosciuga dal 20 al 30 per cento dei fondi e un sacco di potenziale, che altrimenti sarebbe sfruttato nel perfezionamento della monoposto. In sostanza, lavorano in condizioni quadro diverse rispetto alla concorrenza e ciò complica inevitabilmente la vita. È il prezzo da pagare se ti trovi in certe località.
Alfa Romeo e la sfida della scatola del cambio
Occuparsi della scatola del cambio è stata una sfida incredibile sia per l’azienda sia per il team. Deve dirsi orgoglioso del risultato. Non hanno reclutato ulteriori personale, ma hanno avuto la capacità di distribuire le mansioni all’interno dello staff. Il budget cap è stata la causa principale dietro alla decisione di realizzare per loro conto il telaio e i supporto posteriori. Altrimenti si sarebbe rivelato complicato rimanere dentro i paletti fissati dalla FIA. Difatti – ha aggiunto Monchaux – se acquisti pezzi di altri produttori, quale ad esempio la Ferrari, ricevi comunque una penale oltre a sobbarcarsi il prezzo di acquisto.
Le compagini top hanno affermato all’epoca della definizione del testo normativo che i clienti non avevano la forza lavoro che si occupa della Ricerca e dello Sviluppo. Perciò hanno stabilito un prezzo, il cosiddetto valore nozionale, che quantifica lo sforzo economico necessario allo scopo. Ecco perché avrebbero dovuto sostenere il prezzo della Ferrari e corrispondere una sanzione, oltretutto parecchio alta.
Le chiavi di volta
Si è poi passati a una questione spinosa, ovvero la discussione sull’incremento del peso minimo. Ciò ha notevolmente infastidito il dirigente di Alfa Romeo. Le regole sono chiare, sono uguali per tutti. Alcuni si sono preparati, altri paiono avere dei problemi. Detto ciò, non erano autorizzati a contattare le autorità per la revisione. In genere, Monchaux si è detto contrario a modificare le regole poco prima del via. Sennò si genera confusione e diventa inutile aver fatto i compiti. In tal senso, i tre chili extra contemplati vanno bene. Perché alla base vi sono delle ragioni che esulano dalla responsabilità delle compagini.
Pertanto, hanno l’opportunità di installare un pezzo aggiuntivo. Comunque si augura si chiuda qualsiasi discorso e spera ci si possa focalizzare esclusivamente sulla competizione. Per ben figurare, all’inizio conta l’affidabilità, quindi la capacità di apportare rapidamente gli aggiornamenti entro il budget cap. Il confronto si baserà, innanzitutto, sulla velocità di intervento. I disagi nei primi Gran Premi li aveva messi in preventivo. Forse un concept o un altro di carrozzeria o un alettano si dimostrerà superiore. Ma per emanare sentenze servirà tempo.