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Alfa Romeo: le 3 dream car più belle del marchio

Sogno autentiche auto da sogno, che elargiscono emozioni speciali, destinate al cuore degli appassionati.

Alfa Romeo 33 Stradale 10

La storia dell’Alfa Romeo è costellata di auto speciali, che hanno tenuto alto l’amore per il marchio nei periodi meno felici, quando i modelli in listino si sono posti a un livello lontano anni luce dalla storia luminosa del “biscione”. Oggi abbiamo deciso di celebrare l’eccellenza creativa della casa milanese, con le sue 3 dream car più belle di sempre.

Nell’interpretazione più stretta, questa locuzione fa riferimento alle auto in esemplare unico, ma usando un approccio meno fiscale possono essere annoverate nella fattispecie anche le vetture dai bassi volumi produttivi che, con il loro stile travolgente, il loro fascino esclusivo, la loro eccellenza tecnica e i prezzi per pochi eletti si sono elevate al rango di icone del settore.

La nostra lista delle eccellenze fa riferimento a questa seconda accezione, anche se non manca una one-off dei tempi romantici. Nell’elenco ci sono anche un modello sbocciato in una manciata di esemplari e una supercar, declinata in due versioni, che ha preso forma in qualche centinaio di pezzi. Se a questo punto la curiosità ha preso il sopravvento e siete desiderosi di conoscere le auto alle quali facciamo riferimento, non vi resta che accendere il motore della passione per iniziare il viaggio alla loro scoperta. Avanti tutta, col “biscione” nel cuore!

Alfa Romeo 33 Stradale

Dovendo scegliere la dream car per antonomasia della casa milanese, in cima alla lista non può che esserci lei. Questa è una delle auto più belle di tutti i tempi, un vero sogno ad occhi aperti. Incredibile il suo fascino, che si conserva intatto a 55 anni dal suo debutto, avvenuto il 31 agosto del 1967 sulla pista di Monza, alla vigilia del Gran Premio d’Italia di Formula 1. Le sue linee, sinuose e perfettamente bilanciate, sono degne di un posto nelle sale più importanti del Louvre.

Incredibile il valore espressivo dello stile firmato da Franco Scaglione, ispirato da una vena creativa di livello superiore. A lui va il merito di questa magnifica scultura a quattro ruote, che si pone nelle sfere più alte del design. L’impeccabile tela dialettica è impreziosita dalle scenografiche portiere incernierate sul tetto, con apertura a farfalla.

L’Alfa Romeo 33 Stradale, pur avendo forme da prototipo da 24 Ore di Le Mans, può vincere tranquillamente i più prestigiosi concorsi d’eleganza del pianeta Terra, anche se è una vettura per certi versi marziana. In essa si compie una felice miscela fra arte, ingegneria ed emozioni dinamiche. Solo 18 gli esemplari in cui prese forma, 12 dei quali con la veste che stiamo celebrando. Gli altri 6 furono destinati alla vena creativa di noti stilisti italiani, per dar vita ad altrettante concept car. Nessuna di queste, però, raggiunse il suo livello di splendore.

Cuore da corsa

Ogni 33 Stradale portava in dote diverse soluzioni provenienti dalle Tipo 33 da gara, regalando al listino un gioiello di natura veramente racing. Il motore era lo stesso 2 litri dei bolidi da corsa, solo leggermente addomesticato. Si tratta di un V8 in alluminio e magnesio, con 230 cavalli all’attivo, erogati a 8800 giri al minuto.

Questo cuore, disposto in posizione posteriore centrale, ha avuto due padri importanti: Giuseppe Busso e Carlo Chiti. Credo non occorra aggiungere altro, se non che le sue cifre restano ancora oggi di riferimento per un’unità propulsiva aspirata di quella cubatura, specie tenendo conto della natura stradale del modello.

Il serbatoio energetico, chiamato a spingere un veicolo di soli 690 chilogrammi di peso a vuoto, regalava un quadro prestazionale di notevole livello per i suoi tempi. Volete delle cifre? Eccovi accontentati: l’accelerazione da 0 a 100 km/h veniva liquidata in 5.6 secondi, mentre la velocità massima si spingeva nel territorio dei 260 km/h. Come evidenziato in un’altra circostanza, alcuni test produssero dei numeri decisamente migliori nello scatto da fermo, che comunque era al top.

Alfa Romeo 33 Pininfarina Coupé Prototipo Speciale

Anche questa vettura ha un fascino unico, che le consente di guadagnare un posto nella lista delle auto da sogno del “biscione”. L’Alfa Romeo 33 Pininfarina Coupé Prototipo Speciale (nota anche come 33.2) sfoggia un nome lungo quanto i complimenti che merita. Il suo stile porta la firma di Leonardo Fioravanti, cui si devono anche le forme della Ferrari Pininfarina 250 P5 Berlinetta Speciale del 1968. Ecco perché la parentela visiva è evidente.

In fase di definizione, non si è cercato uno stacco netto fra le due dream car, che si offrono allo sguardo con molte analogie. Sul modello del “biscione”, al posto delle lamelle posteriori ci sono dei più convenzionali gruppi ottici a sviluppo orizzontale. Spuntano anche dei piccoli paraurti sdoppiati e un alloggiamento per la targa. Cambia anche la fisionomia delle prese d’aria laterali.

L’opera di Maranello è nata prima, con linee più sfacciate, oggi riprese nello specchio di coda dalla Daytona SP3, nuova hypercar della serie Icona. Meno estrema, ma sempre avveniristica l’auto del “biscione”, svelata al Salone di Parigi del 1969. Incredibile la sua modernità, anche col metro dei nostri tempi. Notevole la presa del suo codice espressivo.

Energia racing

Motore e telaio del modello sono quelli dell’Alfa Romeo 33 Stradale, sulla cui base nacque come auto da salone, nell’ambito di una serie di 6 esemplari realizzati dai più noti carrozzieri italiani. Oggi questa dream car in esemplare unico è custodita al Museo Storico Alfa Romeo di Arese. Guardandola si viene rapiti dalla straordinaria miscela di tratti tesi e curvilinei, di volumi concavi e convessi. Il padiglione è dominato dalle superfici vetrate, che alleggeriscono la tela grafica.

A rendere visibile il propulsore, anche con il cofano abbassato, provvede il lunotto posteriore, con una soluzione a vista ripresa da auto di realizzazione successiva. Molto scenografica l’apertura ad ali di gabbiano delle portiere, che concorre al fascino del modello.

Cuore pulsante della 33 Pininfarina Coupé Prototipo Speciale, come dicevamo, è il V8 da 1995 centimetri cubi della 33 Stradale, che eroga la bellezza di 230 cavalli di potenza massima, a 8800 giri al minuto. Questa energia, di matrice corsaiola, regala una forte spinta e un accompagnamento sonoro degno delle aspettative. Non si hanno dati certi sulle performance del modello, ma si può ipotizzare una punta velocistica nell’ordine dei 260 km/h.

Alfa Romeo 8C Competizione

Anche questa è una dream car, nonostante i volumi produttivi decisamente maggiori rispetto alle sorelle che abbiamo precedentemente trattato. Ciò non impedisce di inserirla nella categoria, perché qui possono essere annoverate anche le auto di grande prestigio in serie limitata, riservate a una ristretta cerchia di potenziali acquirenti, dalle possibilità economiche indubbiamente grandi. A mio avviso è l’opera, concettualmente ed esteticamente, più affascinante dell’era moderna del “biscione”.

Declinata anche in versione Spider, l’Alfa Romeo 8C Competizione fu prodotta a partire dal 2007. Nel suo stile si leggono richiami alla più nobile tradizione del marchio, in un quadro espressivo votato però alla modernità. Impossibile non farsi sedurre dalle forme sensuali della carrozzeria di questa vettura, il cui look è ascrivibile al merito del designer tedesco Wolfgang Egger. Lui ha saputo contemperare al meglio le diverse esigenze, dando vita ad un capolavoro, entrato nel cuore di tanta gente.

L’Alfa Romeo 8C Competizione è una delle auto da poster degli ultimi 30 anni, grazie alle sue linee scultoree e di forte impatto scenico. Nella vista laterale si legge la sua propensione allo scatto, grazie al lungo cofano motore e alla coda corta. Le proporzioni sono quelle giuste per trasmettere l’idea di un bolide pronto a mordere l’asfalto. Il quadro prestazionale è adeguato. Del resto la spinta giunge da un cuore firmato Ferrari.

I cavalli di Maranello

Stiamo parlando di un V8 in alluminio da 4.7 litri, condiviso con alcune Maserati di quegli anni. La potenza massima tocca quota 450 cavalli a 7000 giri al minuto, mentre la coppia raggiunge il suo apice a 4750 giri al minuto, mettendo 470 Nm a disposizione del fortunato guidatore. Notevole la forza dinamica, accompagnata da musicalità meccaniche al vertice. Il crescendo è rossiniano, mentre il contagiri si spinge in modo rapido verso la sua zona alta.

Le prestazioni sono di grande lignaggio, come testimonia l’accelerazione da 0 a 100 km/h, liquidata in appena 4 secondi. Per lo scatto da 0 a 400 metri servono 12.4 secondi. La velocità massima si fissa a quota 292 km/h. Il cambio elettroattuato a 6 marce, in modalità Sport, spara le marce in 175 millesimi di secondo, con belle sensazioni alla schiena. Sembra quasi di essere su bolide da corsa.

L’Alfa Romeo 8C Competizione, pura e passionale, si giova di un telaio “dual frame” multi-materiale. Quasi identica la distribuzione dei pesi fra anteriore e posteriore, con un 49% di carico davanti e un 51% dietro. Solo 500 gli esemplari in cui ha preso forma questo gioiello del “biscione”. A questi vanno aggiunti i 329 della versione Spider, la cui gamma di godimento è ancora più ampia.

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