in

Le 5 Ferrari V12 aspirate più coinvolgenti dell’era moderna

Su questi modelli le emozioni del “cavallino rampante” si sublimano, incidendosi nel cuore.

Ferrari Daytona SP3
Screen shot da video Ferrari Challenge

Enzo Ferrari amava il motore V12. Le sue melodie lo avevano inebriato. Si dice che il Commendatore si fosse innamorato di un’unità Packard caratterizzata da questo frazionamento, di cui ammirava l’armoniosa voce e l’esclusività della produzione. Per le “rosse” il V12 divenne subito un marchio di fabbrica.

Oggi ho raccolto per voi le 5 Ferrari aspirate, a mio avviso, più esaltanti degli ultimi decenni, fra quelle dotate dell’architettura meccanica a dodici cilindri. Sono escluse dalla lista, per evidenti ragioni, le supercar ed hypercar con motore ibrido o sovralimentato.

Manca anche la 812 Competizione, le cui credenziali sono al top, ma ritengo che sia meno esotica delle altre, per quanto affascinante. Siete pronti ad immergervi nelle emozioni? Premete il pulsante Start e iniziate con noi il viaggio alla scoperta dei gioielli selezionati.

Ferrari F50: una F1 stradale

Quest’auto sportiva in tiratura limitata ha preso il posto della F40, proseguendo la tradizione delle supercar in serie speciale del “cavallino rampante”, aperta con la GTO del 1984. Prodotta dal 1995 al 1997, in 349 esemplari, la Ferrari F50 deve il suo nome alla volontà della casa di Maranello di festeggiare in modo degno il cinquantesimo compleanno, giunto nell’anno conclusivo del suo ciclo commerciale.

Si tratta dell’auto stradale più vicina a una monoposto di Formula 1, con molte soluzioni direttamente mutuate dal Circus. A volere questa stretta connessione fu Piero Ferrari, figlio del mitico Enzo. Il legame emerge a partire dal motore: un V12 strettamente imparentato con quello della 640 F1 del 1989, anche se la cilindrata ha fatto un salto in avanti, spingendosi a quota 4.7 litri.

Anche il telaio monoscocca in fibra di carbonio, con gruppo motopropulsore imbullonato e collocato posteriormente (che insieme alla trasmissione svolge una funzione portante), profuma di Gran Premio. Di tipo push rod, montate su uniball, sono le sospensioni, legate all’universo racing. Notevole, per i suoi anni, la potenza massima della Ferrari F50, che poteva giovarsi della spinta di 520 cavalli, a 8500 giri al minuto. La loro energia era condita da una colonna sonora unica e inebriante. Molto raffinato il suo comportamento stradale, con una precisione di guida chirurgica e un coinvolgimento sensoriale al top.

Il feeling al volante è davvero al top su questa splendida creatura, dove l’uso dei materiali compositi si estende alla bellissima carrozzeria firmata da Pininfarina. Stupendo il suo look, sia con il tettuccio montato che in versione spider. Io la preferisco nella modalità aperta, perché mi sembra ancora più esotica. L’azione frenante fa capo ad un impianto appositamente progettato dalla Brembo, volutamente sprovvisto di ABS.

Sulla Ferrari F50 la finezza caratteriale rapisce i sensi. Molti i Vip innamorati di questa vettura. Il primo esemplare del modello fu consegnato al pugile americano Mike Tyson. Non so se l’abbia spinto al vertice delle prestazioni, che erano al top nel suo periodo storico, con una velocità massima nell’ordine dei 325 km/h. Oggi molte auto fanno meglio, ma le emozioni che regala la F50 conservano il primato.

Ferrari Enzo: omaggio al fondatore

Questa hypercar porta un nome impegnativo: quello del fondatore della casa di Maranello. Ecco perché non poteva essere diversa dall’eccellenza. La sua nascita risale al 2002. Nel 2004 il suo ciclo produttivo giunse a compimento, dopo la nascita di 400 esemplari, l’ultimo dei quali donato al Papa, che lo mise all’asta per beneficienza. Anche questa vettura è strettamente connessa all’universo delle corse e fa tesoro dell’esperienza acquisita in Formula 1 dagli uomini del “cavallino rampante”.

La Ferrari Enzo si concede allo sguardo con un look da astronave. Il suo impatto scenico è altamente coinvolgente. Impossibile resistere alle intriganti alchimie dei volumi disegnati da Pininfarina. La scenografica apertura ad ali di gabbiano delle portiere completa degnamente il pacchetto delle attrazioni esotiche.

Cuore pulsante del modello è un motore V12 da 6 litri di cilindrata, con angolo di 65° fra le bancate, in grado di erogare una potenza massima di 660 cavalli a 7800 giri al minuto, con un picco di coppia di 657 Nm a 5500 giri al minuto. Il tutto su un peso a vuoto di soli 1255 chilogrammi, frutto di un telaio e di una carrozzeria plasmati completamente in fibra di carbonio. Ne derivano prestazioni eccezionali, che costituivano il punto di riferimento nel suo periodo storico.

Alcune cifre? Eccole: accelerazione da 0 a 100 km/h in 3.65 secondi, da 0 a 200 km/h in meno di 10 secondi, da 0 a 1000 metri in 19.6 secondi. La velocità massima supera quota 350 km/h. Ai freni carboceramici il compito di rallentarne la foga: missione messa a segno con grande abilità. Un cambio elettroattuato a 6 marce consente di gestire al meglio la potenza, concorrendo all’efficacia della sua azione.

La Ferrari Enzo si giova di un’aerodinamica molto raffinata, frutto di un accurato studio progettuale, che ha raggiunto alti livelli di deportanza, senza incidere negativamente sulla purezza delle linee e sul Cx. Buona parte del merito è ascrivibile al trattamento del fondo, la cosiddetta sesta faccia dell’auto.

Monza SP1 ed SP2: emozioni allo stato puro

Sono due vetture straordinarie, che riportano in vita l’essenza delle barchette. Il loro stile è mozzafiato. Lecito parlare di sculture su quattro ruote. Dal mio punto di vista sono le “rosse” più armoniche partorite dalla matita di Flavio Manzoni, capo del centro stile interno della casa di Maranello. I due modelli hanno lanciato la Serie Icona, una linea di hypercar in serie limitata che celebrano alcuni dei modelli storici più affascinanti del marchio.

La loro produzione ha preso le mosse nel 2018. Ispirate a gioielli da gara degli anni ’50, come la 750 Monza e la 860 Monza, le Ferrari Monza SP1 ed SP2 declinano in modo diverso il loro spirito, traghettandolo nella modernità. La prima è una monoposto; la seconda ha un sedile anche per il passeggero. Io preferisco quest’ultima, anche sul piano estetico, oltre che per l’opportunità di condividere le scariche di adrenalina con un’altra persona.

All’intensità del piacere sensoriale concorre in modo determinante il motore V12 aspirato da 6.5 litri di cilindrata, con 810 cavalli di potenza a 8500 giri al minuto e una coppia massima di 719 Nm a 7000 giri al minuto. Incredibili le musicalità meccaniche di questo cuore, rese ancora più coinvolgenti dalla guida en plein air.

Sul piano prestazionale si è al top: accelerazione da 0 a 100 km/h in 2.9 secondi e da 0 a 200 km/h in 7.9 secondi. La velocità massima varca la soglia dei 300 km/h: un dato impressionante anche questo, tenendo conto della particolare configurazione delle due auto. Le Ferrari Monza SP1 ed SP2 sono due sogni ad occhi aperti.

Queste straordinarie vetture sono finite nelle mani di un gruppo ristretto di collezionisti, scelti con criteri molto rigidi dalla casa di Maranello. A loro il privilegio di poterle gustare a piacimento, sia in forma statica, ammirandone le linee sensuali e senza tempo; sia in forma dinamica, con la spinta di un propulsore da antologia. Tutti gli esemplari previsti sono stati venduti prima dell’avvio del ciclo produttivo.

Daytona SP3: meraviglia assoluta

Questa è la “rossa” più eccitante dei tempi contemporanei. Si tratta di una vera scultura a quattro ruote, che rende omaggio a grandi capolavori del “cavallino rampante”, come la 330 P4. Nel nome del modello c’è un riferimento alla tripletta ottenuta dalla casa di Maranello alla 24 Ore di Daytona del 1967. Impossibile non farsi sedurre dai suoi lineamenti mozzafiato.

I volumi della carrozzeria evocano il passato più nobile del marchio, ma sono proiettati al futuro, in un quadro di altissimo coinvolgimento emotivo. Muscolosa e sportiva, come piace agli appassionati, la Ferrari Daytona SP3 è stata nominata Supercar più bella dell’anno 2022 dalla giuria di esperti del Festival Automobile International di Parigi. Nessuno può contestare la bontà di questo autorevole riconoscimento.

Le superfici plastiche e sensuali della carrozzeria, che si alternano a linee decise, producono un quadro estetico ad alta carica di adrenalina. Qui si sono toccate le vette dell’eccellenza. Del resto, stiamo parlando di una nuova opera della Serie Icona, che celebra la migliore storia della casa emiliana. Dopo le fantastiche Monza SP1 ed SP2, non si poteva fallire. Il risultato è straordinario.

Anche se la base telaistica è quella della Ferrari LaFerrari Aperta, non c’è alcuna connessione stilistica fra le due auto. Ciò che le unisce è il piacere dinamico, da godere anche en plein air. Se il look intriga al massimo, il motore non è certo da meno. La spinta, sulla Ferrari Daytona SP3, è affidata a un V12 aspirato da 6.5 litri, in grado di sviluppare una potenza massima di 840 cavalli a 9000 giri al minuto, sonori come non mai. Incredibili le sue cifre, tendendo conto che rinuncia ad ogni forma di sovralimentazione ed elettrificazione.

Grazie anche al peso di soli 1485 chilogrammi, le prestazioni sono degne delle migliori aspettative, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 2.85 secondi e da 0 a 200 km/g in 7.4 secondi. La velocità massima si attesta sui 340 km/h. Numeri importanti, ma non in grado di descrivere in pieno le emozioni elargite dal modello.

Ferrari P4/5: un pezzo unico

Quest’auto sportiva da sogno in esemplare unico è nata per soddisfare i raffinati gusti del collezionista americano James Glickenhaus, la cui passione per i gioielli a quattro ruote è nota in ogni angolo del mondo. Antesignana delle moderne hypercar in esemplare unico del “cavallino rampante”, celebra le forme della 330 P3/4 in chiave moderna, partendo dalla base della Ferrari Enzo.

Il suo debutto in società avvenne al Concorso d’Eleganza di Pebble Beach del 2006, dove lasciò tutti a bocca aperta. Pininfarina, nel definirne le linee, seppe pescare dal suo miglior bagaglio creativo, dando vita a un capolavoro assoluto, che inebria per il meraviglioso flusso delle linee e dei volumi. Chiara la parentela con la mitica Sport alla quale si ispira, ma la tela si proietta verso il futuro, facendone un prodotto avveniristico, anche col metro di oggi.

Questa one-off ad alte prestazioni è un’autentica delizia per gli occhi e per lo spirito. Impossibile non farsi folgorare dalla sua magia. Come abbiamo riferito in un’altra circostanza, le sue forme da top model entrano nel cuore dalla porta principale. Sono di una bellezza straordinaria. Con il motore acceso si ha l’impressione di essere pronti per una bella cavalcata in pista, nelle gare di durata dei tempi romantici dell’automobilismo. Il sound è quello giusto ed anche i numeri sono al top, anche se ai nostri giorni sono raggiunti da modelli di lignaggio inferiore.

Il V12 da 6 litri di cilindrata eroga 660 cavalli. Questa energia si libera in modo straordinariamente coinvolgente, in compagnia di note sonore che avrebbero fatto la gioia del grande maestro Herbert von Karajan. Si starebbe ore ad ascoltare il magnifico timbro di voce del suo cuore. Le prestazioni, anche se non dichiarate ufficialmente, sono migliori di quelle della Ferrari Enzo, per la massa più contenuta. Più di 200 componenti sono stati specificamente sviluppati per la Ferrari P4/5. Questa vettura è diventata subito una instant classic. Il facoltoso proprietario ama portarla in giro, consegnando piacevoli ricordi agli appassionati. Chapeau!

Lascia un commento