Fra i problemi che l’approdo delle future vetture elettriche si portano dietro c’è anche la cronica difficoltà nel mantenere i livelli occupazionali precedenti. Di certo la transizione ecologica porterà in dote qualche problema di questo tipo, tanto che sono in molti quelli che hanno lanciato l’allarme ormai da tempo comprese diverse associazioni di settori e sigle sindacali. I livelli occupazionali, con l’avvento delle vetture elettriche, potrebbero infatti subire tagli particolarmente netti in termini di forza lavoro utile alla gestione dei nuovi processi produttivi. Pare ormai chiaro che per la realizzazione delle nuove vetture elettriche ci sarà bisogno di una quantità minore di manodopera a disposizione.
Non la pensa però esattamente in questo modo la Transport & Environment. L’associazione europea, che guarda esclusivamente all’elettrico per il futuro dell’auto, contesta infatti l’insorgenza di tali problematiche legate ai valori occupazionali virando sulla questione esclusivamente ecologica ammettendo poi che con l’insorgenza delle nuove vetture elettriche sorgeranno nuovi posti di lavoro. Secondo la Transport & Environment, alle spalle della questione c’è la lobby dell’auto che vuole salvaguardare i propulsori a combustione interna tradizionali al fine di ritardare la transizione ecologica.
Secondo la Transport & Environment, il passaggio alle vetture elettriche non sarà un problema per i livelli occupazionali
L’associazione europea ha ammesso infatti che la questione relativa alle preoccupazioni in merito ai livelli occupazionali legati all’arrivo delle vetture elettriche è legata ad uno studio che “ha selezionato i dati per produrre prospettive di lavoro più cupe possibili”. Secondo la Transport & Environment i risultati si bassavano su “presupposti discutibili” che non tenevano conto di rapporti precedenti di tutt’altro tenore.
Secondo alcuni rapporti del Boston Consulting Group infatti l’avvento delle vetture elettriche produrrebbe circa 580mila nuovi posti di lavoro in tutta Europa entro il prossimo 2030: ciò guardando anche alle infrastrutture di ricarica necessarie e a tutti i servizi correlati alla questione. Insomma, continua in questo modo un dibattito molto acceso sulla questione senza dimenticare però che in ogni caso non potranno essere i lavoratori a pagare il prezzo di una transizione che proprio l’Europa mira ad attuare prima di chiunque altro, perlomeno in termini di continente intero.